Rischio chimico: valutazione dei rischi e piani mirati di vigilanza
Bologna, 28 Gen – Come ricordato in diversi articoli e interviste del nostro giornale, malgrado nel 38% delle imprese dell’Unione Europea siano presenti sostanze chimiche o biologiche, sono ancora ampie le carenze sia nell’applicazione dei Regolamenti europei, a partire dal Regolamento REACH ( Regolamento 1907/2006), sia nella valutazione e gestione del rischio chimico.
Per questo motivo, in relazione anche alla campagna europea per il 2018 e 2019 “ Salute e sicurezza negli ambienti di lavoro in presenza di sostanze pericolose”, organizzata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA), torniamo a parlare di rischio chimico, di valutazione dei rischi e di vigilanza in relazione ad un intervento al convegno “Rischio chimico: buone prassi ed esperienze di prevenzione”, organizzato da AiFOS, che si è tenuto il 15 ottobre durante la manifestazione “ Ambiente Lavoro”.
L’articolo si sofferma in particolare su:
- Il ruolo dei piani mirati di prevenzione
- Vigilanza e prevenzione del rischio chimico alla luce dei regolamenti europei
- Le considerazioni e i risultati del piano mirato
Il ruolo dei piani mirati di prevenzione
Nell’intervento “La vigilanza e la prevenzione del rischio chimico alla luce dei regolamenti REACH e CLP”, a cura di Cristina Gremita (Direttore UOC PSAL - ATS Pavia), viene presentata un’indagine dell’ATS Pavia sull’applicazione dei regolamenti REACH e CLP e sulla valutazione del rischio chimico nella provincia di Pavia.
Un’indagine che permette anche di comprendere come siano correlate tra loro le azioni di supporto, promozione e vigilanza, ad esempio attraverso i Piani Mirati di Prevenzione (PMP).
Riprendiamo dalle slide una rappresentazione del ruolo dell’organo di vigilanza:
Riguardo ai piani mirati di prevenzione sono poi riportati le seguenti indicazioni:
- “il «Piano mirato» consente all’organo di vigilanza di raggiungere un certo numero di aziende
- Il «Piano mirato» consente, mediante l’utilizzo di appositi metodi e strumenti, tra cui sistemi di autovalutazione, associati alla tradizionale attività di vigilanza, di rendere i controlli più efficaci attraverso la determinazione di criteri di priorità dell’azione di controllo
- Gli strumenti utilizzati permettono di individuare le singole aziende in cui è opportuno approfondire l’attività di vigilanza sulla base di una graduazione preliminare del campione di aziende da sottoporre a controllo basata su evidenze oggettive e su reali situazioni di criticità
- L’analisi approfondita dei dati raccolti consente inoltre alla UOC PSAL di individuare eventuali ed ulteriori interventi in termini di prevenzione, promozione e assistenza alle imprese del settore
- Il «Piano mirato» attraverso alcune giornate di incontro/informazione e formazione, in merito al rischio specifico, permette di aumentare le conoscenze sul tema ponendosi l’obiettivo di rendere maggiormente efficaci le misure di prevenzione adottate dopo un’adeguata valutazione del rischio”.
Vigilanza e prevenzione del rischio chimico alla luce dei regolamenti europei
Veniamo dunque al Piano Mirato di Prevenzione “La vigilanza e la prevenzione del rischio chimico alla luce dei Regolamenti Reach e Clp”, iniziato nel 2018.
Questo il contesto di partenza:
- “ Legislazione REACH e CLP + D.lgs. 81/08
- Grande diffusione di agenti chimici nei luoghi di lavoro
- Necessità di valutare vecchi e nuovi rischi sia per la salute che per la sicurezza (aggiornamento CLP)
- Numero di sostanze di uso industriale in aumento
- Necessità di avviare un percorso di vigilanza e controllo
- Necessità di diffusione di strumenti validi di valutazione del rischio e di buone prassi
- Sostegno alle imprese”.
Questi invece gli obiettivi:
- “Sensibilizzare le aziende sul rischio chimico
- Identificare le criticità dello specifico settore produttivo «Azienda chimica» (codici ATECO 19, 20, 21) per quanto riguarda la valutazione del rischio nel territorio di ATS Pavia
- Determinare criteri di priorità per rendere i controlli dell’ATS più efficaci nelle aziende del settore individuato
- Individuare eventuali ed ulteriori interventi in termini di prevenzione, promozione e assistenza alle imprese del settore”.
Le considerazioni e i risultati del piano mirato
Il campione ha riguardato 134 aziende della provincia di Pavia (10 Ateco 19, 103 Ateco 20 e 21 Ateco 21). E nella selezione del campione si “è tenuto conto di:
- “Distribuzione territoriale
- precedenti verifiche
- Non sovrapposizione con i controlli già previsti da Regione Lombardia per il regolamento R.E.A.C.H.”.
Queste le varie fasi:
- “Preparazione strumenti (Questionario di autovalutazione; Griglie di valutazione del gruppo di lavoro ATS; Registro presenze incontro iniziale con aziende; Scala di valutazione delle check-list)
- Incontro con le aziende
- Incontri del gruppo di lavoro
- Raccolta e valutazione dei dati del questionario
- Prima fase di vigilanza
- Analisi statistica dei dati
- Seconda fase di vigilanza”.
Si indica poi che il 90% delle aziende ha risposto inviando questionario e DVR.
Riportiamo un’immagine relativa a 4 aziende sottoposte a vigilanza:
Rimandiamo alla lettura integrale dell’intervento che riporta vari grafici sulla soddisfazione dei requisiti.
Si indica poi che attraverso l’analisi dei DVR è stato possibile verificare quanto dichiarato dalle aziende in alcune domande del questionario e sono state rilevate in particolare alcune incongruenze relative a:
- Misure specifiche indicate nell’art. 225 comma 1 D.lgs. 81/08 (11%)
- Misurazioni periodiche degli agenti chimici pericolosi (3%)
- Misure e principi generali per la prevenzione dei rischi di cui all’Art. 224 comma 1 del D.lgs. 81/08 (2%).
Sono state poi raggruppate le aziende in 4 categorie:
- Categoria I: grave insufficienza nella valutazione e gestione del rischio chimico (3 aziende)
- Categoria II: insufficiente valutazione e gestione del rischio chimico
- Categoria III: sufficiente valutazione e gestione del rischio chimico
- Categoria IV: buona valutazione e gestione del rischio chimico
Si indica che attraverso il piano mirato, “solo il 33% delle aziende del campione ha avuto un’ispezione”.
Riprendiamo dall’intervento, in conclusione, alcune considerazioni finali, in relazione agli obiettivi posti:
- “Sia dall’analisi del questionario di autovalutazione che dall’analisi dei DVR sono emerse criticità soprattutto per quanto riguarda le modalità per l’effettuazione della valutazione del rischi”;
- “Sono state viste in vigilanza ordinaria un numero ridotto di imprese ma in modo mirato (circa il 30%)”;
- “Saranno definiti interventi di tipo informativo formativo diretti alle figure della prevenzione discussi e valutati nell’ambito del Comitato provinciale di coordinamento ex art. 7 D.Lgs 81/08. Verrà richiesta la collaborazione di Enti ed Istituzioni”.
Inoltre “il numero maggiore di criticità è emerso dalla valutazione dei DVR rispetto a quella dei questionari” e le criticità maggiormente presenti hanno riguardato:
- “La conservazione delle Schede Dati di Sicurezza
- L’applicazione delle misure specifiche previste dall’art. 225 comma 1 del D.lgs. 81/08
- L’utilizzo di impianti di aspirazione
- L’etichettatura e conservazione delle sostanze pericolose”.
Infine “il gruppo con maggiori criticità è risultato quello chimico (ATECO 20)” e “il gruppo con minori criticità è risultato quello farmaceutico (ATECO 21)”.
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
“ La vigilanza e la prevenzione del rischio chimico alla luce dei regolamenti REACH e CLP”, a cura di Cristina Gremita (Direttore UOC PSAL - ATS Pavia), intervento al convegno “Rischio chimico: buone prassi ed esperienze di prevenzione”, (formato PDF, 876 kB).
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