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Emergenza caldo: la formazione, i turni e gli indumenti di lavoro

Emergenza caldo: la formazione, i turni e gli indumenti di lavoro
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Sorveglianza sanitaria, malattie professionali

29/07/2024

Linee di indirizzo della Regione Toscana per la protezione dei lavoratori e la prevenzione degli effetti del calore e delle radiazioni solari. Focus su organizzazione dei turni di lavoro, indumenti, attività in solitario e formazione.

Emergenza caldo: la formazione, i turni e gli indumenti di lavoro

Linee di indirizzo della Regione Toscana per la protezione dei lavoratori e la prevenzione degli effetti del calore e delle radiazioni solari. Focus su organizzazione dei turni di lavoro, indumenti, attività in solitario e formazione.


Firenze, 29 Lug – Come più volte abbiamo ricordato nei nostri articoli sono tante, purtroppo, le conseguenze connesse all’esposizione dei lavoratori, specialmente se lavoratori outdoor, alle alte temperature estive. Colpi di calore, anche con esito mortale, disidratazione, crampi, eruzioni cutanee, stress. Per non parlare poi dell’aumento del rischio di incidenti e, comunque, della diminuzione delle prestazioni lavorative o dell’aumento dei possibili errori.

 

Proprio a partire dalla stagione estiva e da questi rischi torniamo oggi a presentare un documento che, partendo anche dagli esiti del progetto Worklimate, presenta precise indicazioni per la prevenzione delle conseguenze del caldo e la protezione e tutela dei lavoratori.

 

Stiamo parlando del nuovo documento della Regione Toscana, aggiornato rispetto ad una  versione del 2023, dal titolo “ Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dagli effetti del calore e della radiazione solare”.

 

Dopo aver già affrontato, in altri articoli tratti dal documento, alcuni misure di prevenzione per ridurre la disidratazione e per rendere disponibili e accessibili acqua e aree ombreggiate per le pause, oggi ci soffermiamo sui seguenti temi:

  • Prevenzione degli effetti del caldo: l’organizzazione dei turni di lavoro
  • Prevenzione degli effetti del caldo: indumenti da lavoro e attività in solitario
  • Prevenzione degli effetti del caldo: l’importanza della formazione

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Prevenzione degli effetti del caldo: l’organizzazione dei turni di lavoro

Riguardo alla prevenzione e alla protezione dei lavoratori il documento fornisce alcune indicazioni sull’organizzazione dei turni di lavoro.

 

Infatti “la modifica degli orari di lavoro è un efficace strumento per ridurre il rischio di esposizione al calore per i lavoratori”.

 

In particolare, si raccomanda:

  • “la riprogrammazione delle attività che non sono prioritarie e che sono da condursi all'aperto nei giorni con condizioni meteoclimatiche più favorevoli
  • la pianificazione delle attività più impegnative dal punto di vista fisico durante i momenti più freschi della giornata e di quelle meno impegnative nei momenti più caldi
  • alternare i turni tra i lavoratori
  • mantenere gli indumenti appropriati anche nelle zone di ombra per avere una corretta protezione dalla radiazione solare riflessa dall’ambiente circostante
  • l’interruzione del lavoro se le misure di prevenzione sono inadeguate in caso di rischio di malattie da calore molto alto, come ad esempio:
    • nelle fasce orarie in cui le mappe Worklimate prevedono un livello di rischio ALTO (indicato in rosso) o per livelli misurati in loco e che si attestano su valori elevati dell’indicatore Heat Index.
    • nelle fasce orarie in cui le mappe Worklimate prevedono un livello di rischio moderato (indicato in arancione) per lavorazioni che richiedano uso di DPI o indumenti da lavoro pesanti o livello di rischio basso (indicato in giallo) in caso di suscettibilità individuale.

 

Prevenzione degli effetti del caldo: indumenti da lavoro e attività in solitario

Il documento riporta anche alcune indicazioni sugli indumenti da lavoro.

 

Si indica di fornire ai lavoratori:

  • “cappelli a tesa larga e circolare per la protezione di capo, orecchie, naso e collo;
  • abiti leggeri di tessuto traspirante;
  • scarpe di sicurezza /protezione di modello estivo;
  • indumenti da lavoro refrigeranti, da valutare di concerto con i lavoratori” e i medici competenti (MC), “in situazioni specifiche in cui le misure di tutela attuate non siano sufficienti a prevenire lo stress termico”.

 

Inoltre nelle lavorazioni all’aperto:

  • “È importante indossare occhiali da sole con filtri UV adeguati, preferibilmente avvolgenti o con protezione laterale
  • in dipendenza dal tipo di attività lavorativa svolta, abiti leggeri a trama fitta, traspiranti e di colore non bianco, a meno che non si tratti di abbigliamento tecnico con certificata protezione dalla radiazione UV
  • come ultima linea di difesa e solo a seguito di parere positivo da parte del MC, consigliare ai lavoratori di applicare una crema solare ad alta protezione (SPF 50+) nelle parti del corpo che rimangono scoperte”.

 

Si sottolinea poi che “nessun lavoratore deve lavorare da solo al caldo: in caso di insorgenza di segni e sintomi di malattie da calore ci deve essere sempre un compagno vicino che possa chiamare il 118 (o il numero unico 112) e prestare il primo soccorso”.

 

Prevenzione degli effetti del caldo: l’importanza della formazione

Veniamo, infine, ad un tema importante per la prevenzione: la formazione dei lavoratori.

 

Si indica che è importante che “la formazione dei lavoratori sugli effetti sulla salute dello stress da caldo e da esposizione a radiazione solare, i sintomi delle malattie da calore (come e quando rispondere ai sintomi e come prevenirne l’insorgenza), le condizioni di suscettibilità individuali”, “venga fatta in una lingua che i lavoratori comprendano”.

 

E per tutti i lavoratori ed i preposti che effettuino lavorazioni all’aperto o in ambienti chiusi non

condizionati “dovrebbe essere previsto un corso specifico di addestramento allo stress termico ed alla esposizione alla radiazione solare. I contenuti del corso dovrebbero riguardare i criteri di prevenzione riportati nella presente scheda ed il primo soccorso in caso di presenza di patologie dovute al caldo ed al sole”.

 

In particolare la parte di prevenzione “ha come scopo quello di far riconoscere i segnali ed i sintomi delle patologie dovute al caldo ed al sole in modo da mettere in atto il primo soccorso e le opportune procedure correttive/di emergenza in tempi brevi”.

 

In aggiunta agli argomenti illustrati sopra, il preposto dovrebbe poi essere formato sui “seguenti aspetti:

  • le procedure da adottare per sviluppare adeguatamente e correttamente l’acclimatamento del lavoratore;
  • quali procedure seguire nel caso un lavoratore presentasse sintomi compatibili con le patologie da caldo, incluse le procedure di emergenza;
  • come monitorare i dati/piattaforme previsionali di allerta (stazioni microclima disponibili sul posto di lavoro con uso heat index, PHS, piattaforma di allerta caldo Worklimate e calcolatori per il rischio di esposizione da UV solare sul PAF);
  • come rispondere alle aree di rischio di allerta caldo (sito Worklimate) in relazione alle procedure aziendali messe in atto;
  • modalità di assunzione di liquidi e modalità di effettuazione delle pause in condizioni abituali e in condizioni delle diverse aree di rischio di allerta caldo.

 

Concludiamo rimandando alle linee di indirizzo toscane che riportano anche indicazioni sui seguenti temi:

  • designazione di una persona addestrata sui pericoli e le misure di tutela
  • identificazione dei pericoli /valutazione del rischio
  • come prevenire la disidratazione
  • acqua e aree ombreggiate per le pause
  • acclimatazione dei lavoratori
  • pianificazione e risposta alle emergenze
  • riconoscimento delle condizioni di suscettibilità individuale

 

 

Tiziano Menduto

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Regione Toscana, “Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dagli effetti del calore e della radiazione solare”, edizione 2024, aggiornamento a cura del Laboratorio di Sanità Pubblica della Azienda U.S.L. Toscana Sud Est in collaborazione con CNR - Centro di Bioclimatologia - Università di Firenze e INAIL - Laboratorio di Epidemiologia occupazionale e ambientale.

 

 

Link agli articoli di PuntoSicuro dedicati al rischio microclimatico

 


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