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L'obbligo di valutazione del rischio da colpo di calore

L'obbligo di valutazione del rischio da colpo di calore

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Categoria: Valutazione dei rischi

28/07/2015

L’obbligo di valutare i rischi riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari: come valutare il rischio di danni da calore e proteggere i lavoratori? Quali sono i settori maggiormente a rischio?

 
Il rischio da calore è un’ emergenza estiva ma non è un’emergenza imprevedibile perché rappresenta una realtà che si ripete ogni estate. Il Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008) indica tra gli obblighi del datore di lavoro quello di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e quindi anche al rischio di danni da calore.
Per questo le aziende interessate da questo rischio devono effettuare una specifica “valutazione del rischio”; ciò vale soprattutto nell’edilizia, dove il rischio è molto alto sia per l’entità dell’esposizione, sia per la pesantezza del lavoro, sia per l’elevato rischio infortunistico. Anche in agricoltura, lavorando sia all’aperto che nelle serre, gli operatori sono esposti in modo rilevante al rischio di colpo di calore.
 
Rischi per la salute da esposizione al caldo: sintomi e livelli di gravità
 
Livello
Effetti del calore
Sintomi e conseguenze
1
Colpo di sole
Rossore e dolore cutaneo, edema, vescicole, febbre,
cefalea. E’ legato all’esposizione diretta al sole
2
Crampi da calore
Spasmi dolorosi alle gambe e all’addome, sudorazione.
3
Esaurimento da calore
Abbondante sudorazione, astenia, cute pallida e fredda, polso debole, temperatura normale.
4
Colpo di calore
Temperatura corporea superiore a 40°, pelle secca e calda, polso rapido e respiro frequente, possibile perdita di coscienza.
 
Abitualmente per definire il rischio da calore viene considerata solo la temperatura, ma in realtà questo parametro deve essere valutato anche in relazione all’umidità, ed eventualmente alla ventilazione e all’irraggiamento per poter avere una indicazione più precisa del rischio.
Nei periodi in cui si prevede caldo intenso la prima e più importante cosa da fare ogni giorno è
verificare le previsioni e le condizioni meteorologiche.
E’ necessario valutare sempre almeno due parametri che si possono ottenere con la lettura su un semplice termometro e igrometro: la temperatura dell’aria e l’umidità relativa; devono sempre essere considerate a rischio quelle giornate in cui si prevede che la Temperatura all’ombra superi i 30° e l’umidità relativa sia superiore al 70%.
E’ possibile utilizzare l’indice di calore (heat index), proposto anche dall’Istituto Nazionale Francese per la Ricerca sulla Sicurezza, calcolandolo sulla tabella riportata in base alla temperatura dell’aria e all’umidità relativa. La temperatura dell’aria deve essere misurata all’ombra nelle immediate vicinanze del posto di lavoro.
Questi indici sono validi per lavoro all’ombra e con vento leggero.
In caso di lavoro al sole l’indice letto in tabella va aumentato di 15.
 
HEAT INDEX: disturbi possibili per esposizione prolungata a calore e/o a fatica fisica intensa
· da 80 a 90 Cautela per possibile affaticamento
· da 90 a 104 Estrema cautela, possibili crampi muscolari, esaurimento fisico
· da 105 a 129 Rischio possibile di colpo di calore
· 130 e più Rischio elevato di colpo di calore
 
 
Occorre tener presente che il rischio è sempre più elevato quando il fisico non ha avuto il tempo di acclimatarsi al caldo; l’acclimatamento completo richiede dagli 8 ai 12 giorni e scompare dopo 8 giorni. E’ quindi evidente che il rischio è più elevato nel caso di “ ondate di calore”, soprattutto quando queste si verificano a fine primavera o all’inizio dell’estate. Il rischio può essere aggravato anche da uno scarso riposo notturno dovuta all’alta temperatura.
 

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MISURE DI PREVENZIONE
Organizzare innanzitutto il lavoro in modo da minimizzare il rischio:
- variare l’orario di lavoro per sfruttare le ore meno calde, programmando i lavori più pesanti
nelle ore più fresche;
- effettuare una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti;
- programmare in modo che si lavori sempre nelle zone meno esposte al sole;
- evitare lavori isolati permettendo un reciproco controllo.
 
Il vestiario deve prevedere abiti leggeri traspiranti, di cotone, di colore chiaro; è sbagliato lavorare a pelle nuda perché il sole può determinare ustioni e perché la pelle nuda assorbe più calore. E’ importante anche un leggero copricapo che permetta una sufficiente ombreggiatura.
 
Le pause in un luogo fresco sono assolutamente necessarie per permettere all’organismo di
riprendersi. In alcune situazioni può essere necessario predisporre un luogo adeguatamente attrezzato. La frequenza e durata di queste pause deve esser valutata in rapporto al clima ma anche alla pesantezza del lavoro che si sta svolgendo e all’utilizzo del vestiario tra cui devono essere considerati anche i dispositivi di protezione individuale. Occorre sottolineare che tali pause devono essere previste come misure di prevenzione da chi organizza il lavoro ed i lavoratori devono essere invitati a rispettarle; esse non devono essere lasciate alla libera decisione del lavoratore (per es.: quando ti senti stanco ti puoi fermare). Infatti il corpo umano, mentre avverte la temperatura esterna elevata e la fatica fisica, non è in grado di avvertire l’accumulo interno di calore; questo può portare a situazioni di estrema gravità (colpo di calore) senza che l’individuo se ne renda conto.
 
Rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca: è importante per disperdere il calore.
 
L’idratazione è un fattore è molto importante. E’ necessario bere per introdurre i liquidi e i sali dispersi con la sudorazione: in condizioni di calore molto elevato il nostro organismo può eliminare anche più di 1 litro di sudore ogni ora che quindi deve essere reintegrato. Bere poco è pericoloso, perché il calore viene eliminato attraverso il sudore e la mancata reintroduzione di liquidi e sali può portare all’esaurimento della sudorazione e favorire quindi il colpo di calore. È consigliabile quindi bere bevande che contengono Sali minerali (integratori).
Non si devono assolutamente bere alcolici per due motivi:
1) perché si aggiungono calorie;
2) perché l’alcol disidrata, cioè sottrae acqua dai tessuti. E’ consigliato inoltre evitare il fumo di
tabacco.
 
L’alimentazione deve essere povera di grassi, ricca di zuccheri e sali minerali: Preferire pasti leggeri, facili da digerire, privilegiando la pasta, la frutta e la verdura e limitando carni e insaccati.
 
L’informazione dei lavoratori sui possibili problemi di salute causati dal calore è fondamentale perché possano riconoscerli e difendersi, senza sottovalutare il rischio. La patologia da calore può infatti evolvere rapidamente e i segni iniziali possono non essere facilmente riconosciuti dal soggetto e dai compagni di lavoro.
 
La sorveglianza sanitaria è infine è molto importante perché il medico del lavoro aziendale, valutando lo stato di salute dei lavoratori, può fornire indicazioni indispensabili per prevenire il rischio da colpo di calore in relazione alle caratteristiche individuali di ciascun lavoratore. La presenza di alcune malattie come le cardiopatie, malattie renali, diabete, obesità possono ridurre anche drasticamente la resistenza dell’individuo all’esposizione a calore; l’esposizione a calore inoltre aumenta il rischio di aggravamento della malattia di cui si soffre. Il medico competente dell’azienda con il giudizio di idoneità al lavoro dà indicazioni al lavoratore e al datore di lavoro sulle possibilità di poter sostenere l’esposizione a calore; di conseguenza i lavoratori con specifiche indicazioni nel giudizio di idoneità dovranno essere impiegati in attività più leggere e con maggiori pause.
 
LA SINTOMATOLOGIA DA CALORE E IL SOCCORSO
La "patologia da calore" può evolvere rapidamente, i primi segnali di pericolo di colpo di calore possono essere poco evidenti e insidiosi: riconoscerli ed effettuare una diagnosi precoce può salvare la vita. Pensare che l'idratazione prevenga il colpo di calore è un errore. La verità è che idratarsi è importante ma non è sufficiente per prevenire il malore. I segni premonitori di un iniziale colpo di calore possono includere: irritabilità, confusione, aggressività, instabilità emotiva, irrazionalità e un compagno potrebbe notare perdita di lucidità. Vertigini, affaticamento eccessivo e vomito possono essere ulteriori sintomi. Tremori e pelle d'oca segnalano una riduzione della circolazione cutanea, predisponendo ad un veloce aumento della temperatura. Spesso il soggetto comincia a iperventilare (come fanno i cani) per ridurre il calore; questo può causare formicolio alle dita come preludio del collasso. Incoordinazione e mancanza d'equilibrio sono segni successivi, seguiti dal collasso con perdita di conoscenza e/o coma. In fase di collasso la temperatura corporea può raggiungere o superare i 42,2°C.
 
COSA FARE:
Chiamare subito un incaricato di Primo Soccorso e Chiamare il 118;
 
Posizionare il lavoratore all'ombra e al fresco, sdraiato in caso di vertigini, sul fianco in caso di nausea, mantenendo la persona in assoluto riposo; slacciare o togliere gli abiti;
 
Raffreddare la cute con spugnature di acqua fresca in particolare su fronte, nuca ed estremità.
 
 
Fonte: IL RISCHIO DI COLPO DA CALORE - Documento a cura del Coordinamento Provinciale SPISAL di Padova




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Rispondi Autore: davide Campanella - likes: 0
28/07/2015 (10:00:38)
il consiglio di bere molto è sbagliato perchè così si suda di più e si perdono i sali minerali innescando un circolo vizioso. Idem mangiare frutta perchè contiene zuccheri che fanno aumentare la sete, Ci sarebbe anche da dire sul vestiario ecc. Ma perchè non si impara da chi al caldo è abituato (popolazioni che vivono nel deserto ecc?)
Rispondi Autore: Flavio Napolitano - likes: 0
28/07/2015 (10:24:11)
esattamente... nel deserto si usa bere bevande calde per via dello scambio termico con l'esterno che ha come risultato il raffreddamento del corpo
Rispondi Autore: CD - likes: 0
28/07/2015 (12:43:29)
Titolo veramente inappropriato. Ci sono figure ancora convinte che i lavoratori siano schiavi che devono lavorare nelle peggio condizioni imposte da datori di lavoro schiavisti a cui nulla importa oltre il fatturato.
In realtà molti (tantissimi) infortuni -e non sarà questo il caso- sono spesso causati da leggerezze e menefreghismo degli stessi lavoratori, per cui tutto quanto spiegato nei corsi di formazione e tutte le regole ribaditegli "n" volte durante i sopralluoghi "sono cavolate".
Rispondi Autore: CD - likes: 0
28/07/2015 (12:45:20)
Scusate, il commento era riferito ad altro articolo

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