Lavoro da remoto e ibrido: come gestire la sicurezza in ogni luogo?
Bilbao, 15 Ott – Come ricordato in molti nostri articoli e interviste, l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) sta conducendo in questi anni una campagna, la campagna “ Lavoro sano e sicuro nell’era digitale”, per aumentare la consapevolezza delle implicazioni e conseguenze, per la sicurezza e la salute sul lavoro, dell'uso delle tecnologie digitali.
Uno degli ambiti prioritari su cui la campagna si sviluppa, come ricordato anche nell’intervista “ Lavoro sano e sicuro nell’era digitale: come si svilupperà la nuova campagna?”, riguarda il lavoro da remoto e il lavoro ibrido.
In questo caso l’obiettivo è quello di promuovere politiche uniformi negli Stati membri dell'UE, favorire valutazioni dei rischi accurate e implementare misure preventive per garantire ambienti di lavoro sicuri anche al di fuori dei locali aziendali.
Per poter approfondire il tema del lavoro da remoto e ibrido presentiamo un documento prodotto dall’Agenzia europea, in lingua inglese, dal titolo “Remote and hybrid work: managing safety and health anywhere” (Lavoro remoto e ibrido: gestire la sicurezza e la salute ovunque).
L’articolo di presentazione del documento si sofferma sui seguenti argomenti:
- Telelavoro e lavoro ibrido: le differenze e i punti chiave
- Lavoro da remoto e ibrido: i vantaggi e rischi per la salute e sicurezza
- Lavoro da remoto e ibrido: i problemi degli ambienti di lavoro virtuali
Telelavoro e lavoro ibrido: le differenze e i punti chiave
Il documento ricorda che le tecnologie digitali consentono alle persone di lavorare a distanza, cioè lontano dai locali del datore di lavoro, per una parte o per la maggior parte del tempo lavorativo. E quando il lavoro a distanza viene svolto a casa, si parla, generalmente, di telelavoro.
Se durante la pandemia da COVID-19, il telelavoro è diventato molto diffuso, il lavoro ibrido, che consiste nella combinazione di lavoro a distanza e presso la sede del datore di lavoro, ha guadagnato popolarità dopo l'emergenza.
Il documento sottolinea alcuni punti chiave ricordando, ad esempio, che:
- sebbene presenti diversi vantaggi, il lavoro a distanza può anche influire negativamente sulla salute dei lavoratori a causa dell'ampio uso delle tecnologie digitali;
- è fondamentale identificare e affrontare i fattori di rischio per la sicurezza e la salute sul lavoro (SSL) legati al lavoro remoto e ibrido;
- una politica chiara che stabilisca le disposizioni sul lavoro remoto e ibrido, unita alla formazione e all'addestramento dei dipendenti e dei dirigenti, è fondamentale per garantire condizioni di lavoro remoto e ibrido sicure e salutari.
Lavoro da remoto e ibrido: i vantaggi e rischi per la salute e sicurezza
Veniamo alle implicazioni per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Innanzitutto si ricorda che il lavoro a distanza e il lavoro ibrido presentano diversi vantaggi.
Ad esempio il lavoro svolto da casa consente di risparmiare tempo e stress grazie alla riduzione dei tempi di pendolarismo verso l'ufficio, permette un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata e favorisce una maggiore produttività e concentrazione.
Tuttavia, il telelavoro è anche associato a un aumento della sedentarietà, ad un aumento della “pressione del tempo”, a orari di lavoro più lunghi e all'isolamento sociale. E ciò può avere un impatto negativo sulla salute dei lavoratori e contribuire allo sviluppo o all’aumento di disturbi muscoloscheletrici, come dolori al collo, ai polsi e alle dita, dovuti probabilmente a un'errata configurazione delle apparecchiature.
Inoltre, le condizioni di scarsa illuminazione possono causare affaticamento degli occhi e altre conseguenze negative.
Senza dimenticare che il lavoro da casa può anche avere effetti diversi sui lavoratori, spesso lavoratrici, con responsabilità di cura all’interno del domicilio. E questi rischi si acuiscono quando l'esposizione alle tecnologie digitali è prolungata a causa di orari di lavoro prolungati e di un carico di lavoro eccessivo che impedisce di fare pause.
Si segnala che in termini di rischi psicosociali, l'uso delle tecnologie digitali è stato collegato a un fenomeno chiamato tecnostress. E, in ogni caso, l’adattamento alle tecnologie in continua evoluzione può provocare nei lavoratori da remoto stati di ansia e stanchezza.
Il lavoro con le tecnologie digitali può contribuire anche a episodi di “presenzialismo”, ad esempio quando i lavoratori tendono a continuare a lavorare anche nei periodi in cui non si sentono bene, evitando di mettersi in malattia.
Infine altri potenziali pericoli sono legati all'esposizione prolungata agli schermi, che è stata associata a mal di testa e affaticamento degli occhi.
Lavoro da remoto e ibrido: i problemi degli ambienti di lavoro virtuali
Il documento ricorda che l'uso delle tecnologie digitali genera ambienti di lavoro virtuali in cui i lavoratori interagiscono.
Purtroppo questi ambienti virtuali sono connessi anche a rischi specifici per la salute e la sicurezza.
Ad esempio, attraverso questi spazi virtuali si può essere vittime di cyberbullismo o di attacchi informatici, soprattutto se manca un’idonea formazione sull'uso sicuro degli strumenti tecnologici. Anche gli attacchi di phishing e le truffe sono esempi di rischi che possono essere dannosi per la salute mentale dei lavoratori, aumentando i livelli di stress.
Rimandiamo alla lettura integrale del documento che si sofferma anche su vari altri aspetti:
- i rischi specifici del lavoro ibrido
- la valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro remoti
- come ottenere un lavoro remoto e ibrido sicuro
Tiziano Menduto
Il link al sito della campagna “Lavoro sano e sicuro nell’era digitale”.
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo: