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Industrie meccaniche: i rischi dell’addetto alla tranciatura

Industrie meccaniche: i rischi dell’addetto alla tranciatura
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria meccanica

19/09/2016

Il profilo di rischio dell’addetto alla tranciatura nelle industrie meccaniche. I principali fattori di rischio, le procedure gestionali e le check list con gli aspetti di sicurezza richiesti per presse, trance, troncatrici e seghe a nastro.


Roma, 19 Set – Riprendiamo la presentazione dei profili di rischio correlati a varie attività dell’industria meccanica secondo quanto raccolto nelle schede correlate alla ricerca Inail “ Profili di rischio nei comparti produttivi dell'artigianato, delle piccole e medie imprese e pubblici esercizi: Industrie Meccaniche”.


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Dopo esserci occupati, ad esempio, dei rischi degli operatori addetti all’imbutitura, al taglio al plasma, alla fresatura, alla piegatura, alla movimentazione di carichi e alla tornitura, ci soffermiamo oggi sui profili di rischio dell’addetto alla tranciatura.

 

Ricordiamo che la tranciatura è, come indicato nella ricerca Inail, un “processo di deformazione plastica eseguito su lamiere che consente di ottenere pezzi di diversa forma tramite l’utilizzo di un punzone e di una matrice. Il materiale si separa in seguito al raggiungimento della tensione di rottura a taglio dello stesso”.

 

La scheda “S.P.R.14_Addetto alla tranciatura” segnala che tale addetto è un lavoratore specializzato nella lavorazione a freddo dei metalli - lamiere (deformazione plastica) denominata tranciatura”. E le attrezzature maggiormente utilizzate sono “trance, cesoie, troncatrice e seghe”.

 

Questi i principali fattori di rischio connessi alla professione dell’addetto alla tranciatura:

- “amputazioni, traumi, lacerazioni, contusioni, ferite provocati dalla manipolazione dei metalli, contatto con organi della macchina in movimento, cadute, scivolamenti;

- elettrocuzione o ustioni causate dal contatto con parti in tensione delle macchine;

- lesioni agli occhi e al corpo causate dalla proiezione di frammenti e dalla caduta di oggetti durante la lavorazione;

- lesioni a carico dell’apparato uditivo (ipoacusia, perdita dell’udito) causate dall’elevato rumore;

- lombalgie e traumi al rachide dovuti alle vibrazioni trasmesse al corpo intero (vibrazioni trasmesse dalle macchine/impianti a terra);

- malattie respiratorie, dermatologiche e a carico dell’apparato digerente dovuto rispettivamente ad inalazione, contatto o ingestione di prodotti chimici

- lesioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico causate da lavoro ripetitivo e dalla movimentazione manuale dei carichi”.

 

Come per tutte le schede dei profili di rischio correlati alla ricerca Inail, anche in questo caso sono presentate le misure di prevenzione relative a diverse tipologie di rischio: rischi infortunistici, rischio rumore, rischio chimico, rischio biologico, rischio vibrazioni sistema mano-braccio e corpo intero, movimentazione manuale dei carichi (MMC), esposizione a campi elettromagnetici (CEM), videoterminali, esposizione a radiazioni ottiche artificiali (ROA), lavoro ripetitivo, rischio microclimatico e stress lavoro correlato.

 

E sono raccolte anche le procedure gestionali fondamentali:

- “valutazione del rischio specifica per valutare l’entità dell’esposizione;

- formazione/informazione ed eventuale addestramento;

- sorveglianza sanitaria svolta dal medico competente nominato;

- prevedere specifiche procedure o istruzioni operative per svolgere l’attività;

- luoghi di lavoro in cui le lavorazioni comportano un'esposizione al rischio sono provvisti di apposita segnaletica ed eventualmente delimitati per regolarne l'accesso;

- proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezioni individuali;

- programmazione dell’attività lavorativa dal punto di vista tecnico/organizzativo che tenga conto della comprensione delle procedure e istruzioni da parte dei lavoratori stranieri;

- prevedere pause frequenti con cambio di attività”.

 

Rimandando alla lettura dettagliata della scheda e delle misure di prevenzione riportate, evidenziamo ora alcune indicazioni specifiche – presenti in brevi check-list nella parte finale della scheda – relative agli aspetti di sicurezza minimi richiesti dall’organo di controllo (con riferimento alla “ Guida al sopralluogo in aziende del comparto metalmeccanico” - DGR 7629 Regione Lombardia 10 agosto 2011) per attrezzature di lavoro come presse, trance, cesoie, troncatrici, seghe a nastro e apparecchi di sollevamento.

 

Riportiamo ad esempio alcune delle verifiche richieste dalla check-list per presse e trance.

 

Le presse (meccaniche con innesto a frizione o idrauliche) sono provviste di apprestamenti antinfortunistici come stampi chiusi, schermi fissi, schermi mobili interbloccati, barriere immateriali (fotocellule), doppi comandi contemporanei e a pressione continua, comando di arresto e di emergenza, …?

Inoltre:

- “quando viene usato il comando a pedale (in alternativa al doppio comando) viene adottato uno degli apprestamenti antinfortunistici sopraccitati?

- la chiavetta del selettore modale è custodita da persona responsabile?

- l’elettrovalvola di comando della è a doppio corpo?

- se sono ancora presenti presse meccaniche con innesto a chiavetta, sono utilizzate esclusivamente con stampi chiusi”?

 

Avendo già parlato di cesoie nel profilo di rischio relativo all’ addetto alla linea cesoie, ci soffermiamo ora sulle troncatrici:

 

Ad esempio queste attrezzature “sono provviste di un carter fisso che copra la metà superiore del disco e di un carter mobile che copra interamente i lati del disco nella metà inferiore?

Inoltre:

- “sull’impugnatura esiste un interruttore a pressione continua protetto dai contatti accidentali”?

- c’è il “comando con arresto di emergenza?

- la macchina è dotata di un dispositivo che richiami la testa in posizione alta di riposo con i ripari che coprono completamente il rischio”?

 

Concludiamo con alcune indicazioni per le seghe a nastro.

 

La breve check list chiede se sono munite di un carter che copre la parte non attiva del nastro.

Inoltre chiede di verificare anche altri aspetti. Ne riprendiamo alcuni, invitandovi alla lettura integrale della scheda:

- “I volani di rinvio del nastro sono racchiusi in apposito carter?

- I portelli apribili del carter sono dotati di microinterruttore o Comando con arresto di emergenza?

- La macchina è dotata di un dispositivo che richiami la testa in posizione alta di riposo con i ripari che coprono completamente il rischio”?

 

E per tutte e tre le attrezzature trattate viene infine richiesto se:

- “è presente il libretto d’uso e manutenzione”;

- l’attrezzatura è “inserita in un programma di manutenzione programmata dei dispositivi di sicurezza”;

- gli operatori sono stati addestrati all’uso dell’attrezzatura ed informati degli eventuali ‘rischi residui’. 

 

 

 

Profili di rischio nei comparti produttivi, “ S.P.R.14_Addetto alla tranciatura”, Inail/ex Ispesl (formato PDF, 197 kB).

 

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RTM



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