Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Defribrillazione precoce: progetto in Lazio
Pubblicità
Si aggiungono anelli alla catena della sopravvivenza, quella che permette a coloro che sono colpiti da attacco cardiaco di non subire conseguenze letali o danni irreparabili, grazie al pronto intervento di persone preparate e all’uso del defibrillatore semiautomatico, anche lontano da strutture ospedaliere.
Nei primi giorni di settembre la Giunta regionale del Lazio ha approvato lo stanziamento di 2 milioni di euro per il progetto “defibrillazione precoce”, per la diffusione dei defibrillatori semiautomatici.
Questi apparecchi sono utilizzabili anche da personale non medico adeguatamente formato; il loro impiego entro pochi minuti dall’attacco cardiaco può salvare la vita della persona colpita; ecco perché ne è necessaria una capillare diffusione.
“Il progetto - ha spiegato l’assessore alla Sanità - ha l’obiettivo di combattere concretamente la mortalità legata all’arresto cardiaco improvviso extraospedaliero, responsabile del 60-70% di tutte le cause di morte cardiovascolare e che nel Lazio colpisce circa 8.500 persone, di cui quasi 5.000 a Roma. Attraverso l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici che verranno distribuiti in maniera capillare in punti fissi e mobili al di fuori dagli ospedali, anche in luoghi remoti rispetto alla tradizionale organizzazione dell’emergenza territoriale, si ridurrà la mortalità dei cittadini colpiti da arresto cardiaco extraospedaliero”.
“Per garantire la massima fruibilità e funzionalità di questi apparecchi - ha proseguito Verzaschi - il nostro obiettivo è quello di creare una “catena di sopravvivenza” organizzata, composta da strutture e da persone autorizzate a utilizzare i defibrillatori”.
Il progetto della Regione Lazio, che segue le orme di iniziative già avviate con successo in altre regioni, coinvolge strutture che nello svolgimento delle loro funzioni possono trovarsi a svolgere attività di primo intervento, quindi anche aziende. Tra i soggetti coinvolti vi sono: il 118; l’Arma dei Carabinieri; la Guardia di Finanza; i Vigili del Fuoco; le Associazioni di volontariato; le società sportive dilettantistiche; le imprese e gli enti con più di 50 dipendenti; gli Istituti di detenzione e pena; le Comunità Montane.
Si aggiungono anelli alla catena della sopravvivenza, quella che permette a coloro che sono colpiti da attacco cardiaco di non subire conseguenze letali o danni irreparabili, grazie al pronto intervento di persone preparate e all’uso del defibrillatore semiautomatico, anche lontano da strutture ospedaliere.
Nei primi giorni di settembre la Giunta regionale del Lazio ha approvato lo stanziamento di 2 milioni di euro per il progetto “defibrillazione precoce”, per la diffusione dei defibrillatori semiautomatici.
Questi apparecchi sono utilizzabili anche da personale non medico adeguatamente formato; il loro impiego entro pochi minuti dall’attacco cardiaco può salvare la vita della persona colpita; ecco perché ne è necessaria una capillare diffusione.
“Il progetto - ha spiegato l’assessore alla Sanità - ha l’obiettivo di combattere concretamente la mortalità legata all’arresto cardiaco improvviso extraospedaliero, responsabile del 60-70% di tutte le cause di morte cardiovascolare e che nel Lazio colpisce circa 8.500 persone, di cui quasi 5.000 a Roma. Attraverso l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici che verranno distribuiti in maniera capillare in punti fissi e mobili al di fuori dagli ospedali, anche in luoghi remoti rispetto alla tradizionale organizzazione dell’emergenza territoriale, si ridurrà la mortalità dei cittadini colpiti da arresto cardiaco extraospedaliero”.
“Per garantire la massima fruibilità e funzionalità di questi apparecchi - ha proseguito Verzaschi - il nostro obiettivo è quello di creare una “catena di sopravvivenza” organizzata, composta da strutture e da persone autorizzate a utilizzare i defibrillatori”.
Il progetto della Regione Lazio, che segue le orme di iniziative già avviate con successo in altre regioni, coinvolge strutture che nello svolgimento delle loro funzioni possono trovarsi a svolgere attività di primo intervento, quindi anche aziende. Tra i soggetti coinvolti vi sono: il 118; l’Arma dei Carabinieri; la Guardia di Finanza; i Vigili del Fuoco; le Associazioni di volontariato; le società sportive dilettantistiche; le imprese e gli enti con più di 50 dipendenti; gli Istituti di detenzione e pena; le Comunità Montane.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.