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La nuova campagna europea e il lavoro su piattaforma digitale

La nuova campagna europea e il lavoro su piattaforma digitale
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Campagne di prevenzione

31/01/2024

Al via la prima fase della campagna per la sicurezza e la salute sul lavoro sul lavoro sano e sicuro nell’era digitale. Focus sul lavoro su piattaforma digitale. Opportunità, rischi generali, rischi specifici e gestione algoritmica.

Bilbao, 31 Gen – La nuova campagna europeaLavoro sano e sicuro nell’era digitale”, di cui noi, come giornale, siamo mediapartner e che è stata lanciata in Europa lo scorso 25 ottobre 2023, sta entrando sempre di più nel vivo dei vari temi inerenti le conseguenze, positive o negative, della digitalizzazione e dell’uso sempre più massiccio delle nuove tecnologie.

 

 

Come ricordato nell’intervista a Maurizio Curtarelli (Senior Research Project Manager EU-OSHA), nel triennio 2023/2025 la campagna sarà articolata in cinque diversi ambiti tematici prioritari:

  • lavoro su piattaforma digitale;
  • automazione dei compiti (automazione, robotica avanzata e intelligenza artificiale);
  • lavoro a distanza (lavoro da remoto e lavoro ibrido);
  • gestione dei lavoratori tramite l’ intelligenza artificiale.
  • sistemi digitali intelligenti (uso di tecnologie intelligenti per migliorare la salute e la sicurezza).

 

Ci soffermiamo oggi brevemente – faremo, invece, nei prossimi una intervista per entrare più nel dettaglio di alcuni aspetti – sul primo ambito tematico che sarà approfondito nelle prossime settimane anche sul sito dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) che ha promosso la campagna: il lavoro su piattaforma.

 

L’articolo si sofferma in particolare sui seguenti argomenti:


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Campagna europea e informazioni sul lavoro su piattaforma digitale

Il primo step della campagna europea riguarda, dunque, il lavoro su piattaforma, dove con lavoro su piattaforma digitale si intende – così spiega l’Agenzia europea – “qualsiasi tipo di lavoro retribuito fornito su una piattaforma digitale, attraverso di essa o per sua mediazione, ossia un mercato online che opera su tecnologie digitali e facilita l'incontro tra domanda e offerta di lavoro”.

 

Per avere qualche informazione in più si può fare riferimento al contenuto di un nuovo documento, curato dall’Agenzia europea, dal titolo “Informazioni in materia di salute e sicurezza per il lavoro su piattaforma digitale”.  

 

Questi i punti principali presentati nel documento:

  • Il lavoro su piattaforma digitale è sempre più diffuso in tutta Europa e nel resto del mondo.
  • Questo tipo di lavoro può rappresentare per alcuni gruppi di lavoratori l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro o di beneficiare di una maggiore flessibilità.
  • I rischi per la salute e sicurezza sul lavoro (SSL) associati ai compiti svolti dai lavoratori delle piattaforme digitali sono in gran parte simili a quelli associati agli stessi compiti svolti al di fuori dell’economia delle piattaforme.
  • I lavoratori delle piattaforme digitali sono comunque esposti a una serie di rischi aggiuntivi direttamente associati alla natura e alle condizioni di lavoro su piattaforma digitale.
  • I governi, le piattaforme di lavoro digitale, le parti sociali e gli stessi lavoratori delle piattaforme digitali hanno avviato una serie di iniziative finalizzate al miglioramento della SSL in questo ambito”. 

 

Lavoro su piattaforma digitale: le opportunità e i rischi generali

Il documento ricorda innanzitutto alcuni vantaggi.

 

Infatti si sottolinea che il lavoro su piattaforma digitale “riduce gli ostacoli all’ingresso e al reinserimento nel mercato del lavoro e ne può aumentare la partecipazione per tutti, comprese le persone vulnerabili ed emarginate”.

Inoltre questa tipologia di lavoro “può rappresentare un’interessante fonte di reddito aggiuntiva o alternativa, in quanto può essere combinato con altre forme di lavoro o con i compiti di assistenza ai familiari”. E le piattaforme di lavoro digitale “tendono a non porre restrizioni sul numero di lavoratori che possono registrarsi, né sui profili dei lavoratori, ad eccezione delle competenze necessarie allo svolgimento del lavoro”.

 

Tuttavia il documento parla anche dei rischi, in materia di SSL, che si celano dietro al lavoro su piattaforma digitale segnalando che questi rischi “sono molto simili a quelli legati agli stessi compiti svolti al di fuori dell’economia delle piattaforme”.

Ad esempio, i lavoratori delle piattaforme digitali “sono esposti a rischi legati a posture statiche prolungate, all’uso di attrezzature inadeguate e all’uso di dispositivi digitali”. Inoltre il lavoro su piattaforma digitale “comporta uno sforzo supplementare, come il tempo dedicato alla ricerca di compiti su cui lavorare, e capacità aggiuntive, ad esempio la dimestichezza con le tecnologie necessarie per accedere alle piattaforme”.

 

Rischi specifici del lavoro su piattaforma: algoritmi e isolamento

Tuttavia vi sono anche vari fattori e rischi specifici aggiuntivi nel lavoro su piattaforma.

 

Ad esempio, l’Agenzia europea nel documento accenna alla gestione algoritmica, all’isolamento sociale, ai luoghi di lavoro non convenzionali e al conflitto tra vita professionale e vita privata.

 

Riguardo al primo punto si indica che le piattaforme utilizzano la gestione algoritmica, gli algoritmi, “per assegnare i compiti, monitorare e valutare le prestazioni e il comportamento dei lavoratori”. E ciò può “compromettere l’autonomia, il controllo del lavoro e la flessibilità dei lavoratori e comportare un aumento del carico di lavoro, esaurimento, ansia e stress, con ripercussioni negative sulla salute e sul benessere”.

Ad esempio, l’algoritmo “determina una classifica e fornisce premi o sanzioni ai lavoratori in base alle loro prestazioni o al loro comportamento, il che può risultare emotivamente impegnativo”. E spesso vi è una generale “mancanza di trasparenza sulle modalità di funzionamento dell’algoritmo, il che può contribuire all’insicurezza e allo stress e costituire un ostacolo alla partecipazione e alla consultazione dei lavoratori”.

 

Si segnala poi che il lavoro su piattaforma digitale “viene svolto per lo più in isolamento da una forza lavoro anonima e dispersa, con un elevato tasso di avvicendamento dei lavoratori, in luoghi di lavoro poco adatti, spesso con attrezzature inadeguate e con confini poco chiari tra vita professionale e vita privata”.

Chiaramente questa situazione “può avere una serie di implicazioni per la salute e sicurezza sul lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali”. E tra i problemi frequentemente segnalati “figurano disturbi del sonno, esaurimento, stress, depressione, burnout, solitudine, disturbi muscolo-scheletrici, incidenti e un’insoddisfazione generale per il proprio lavoro e la propria vita personale”.

Senza dimenticare che l’isolamento sociale dei lavoratori delle piattaforme digitali “limita la loro organizzazione e, di conseguenza, il dialogo sociale, la contrattazione collettiva e la partecipazione allo sviluppo di un sistema di gestione della SSL. Con una forza lavoro dispersa e la mancanza di organismi rappresentativi organizzati, è difficile promuovere la formazione, l’accesso ai servizi di SSL e iniziative quali le campagne di sensibilizzazione e prevenzione”.

 

Rimandiamo alla lettura integrale del documento che si sofferma non solo su altri rischi specifici (ad esempio l’insicurezza del lavoro/reddito e la presenza di accordi contrattuali ambigui), ma anche su alcune pratiche efficaci per un lavoro su piattaforma digitale sano e sicuro.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, “Informazioni in materia di salute e sicurezza per il lavoro su piattaforma digitale”, edizione 2024.

 

 

Il link al sito della campagna “Lavoro sano e sicuro nell’era digitale”.

 


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