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Infortuni al femminile

Sono 230.000 le denunce di infortunio riguardanti lavoratrici presentate all’Inail nel corso del 2002.
In lieve incremento in termini assoluti rispetto all’anno precedente, ma in calo se i dati vengono rapportati al numero di occupate.
115 sono i casi mortali di infortunio sul lavoro, il 26,2% dei quali nel terziario, il 21,3% nel settore immobiliare ed il 19,7% nel settore del commercio. Circa la metà degli infortuni mortali sono avvenuti “in itinere”.

Questo il quadro degli “infortuni in rosa” ricavato dal periodico “Dati Inail”.
Di fronte agli stessi agenti di rischio (sostanze tossiche, vibrazioni, radiazioni, stress…) presenti nei luoghi di lavoro, uomini e donne reagiscono diversamente.
“Una recente ricerca della Asl di Viterbo, pur se limitata a una collettività di lavoratori della ceramica, sembra indicare, ad esempio, che le donne si ammalano prima e in modo più grave di silicosi; altri studi hanno rilevato, durante la menopausa, valori di piombemia elevati dovuti al rilascio di piombo accumulatosi nelle ossa durante la vita lavorativa.”

Una diversità, quella tra uomo e donna, della quale tengono conto anche le norme tecniche che stabiliscono limiti differenti per alcune mansioni “relative, ad esempio, alla movimentazione manuale dei carichi, al lavoro notturno, all’esposizione ad agenti nocivi.

Il D. Lgs. n. 151/2001 contiene specifiche prescrizioni per “tutelarela donna in gravidanza, puerperio o allattamento”.
Direttive dell’Unione Europea tengono inoltre conto della specificità del rischio al femminile.

“Dati Inail” ha inoltre rilevato l’importanza della prevenzione degli infortuni e dell’informazione sulla sicurezza anche al di là della vita lavorativa, cioè nell’ambito della vita familiare.
Quotidianamente nella propria abitazione si può essere a contatto con fonti rischio quali posture incongrue, movimenti ripetuti, contatto con sostanze nocive.

I rischi ai quali sono esposti durante la vita lavorativa i componenti della famiglia possono essere in alcuni casi portati tra le mura domestiche. E’ il caso “ di donne che hanno contratto il mesotelioma venendo a contatto con fibre di amianto presenti sulle tute di lavoro dei mariti.”
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