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Infortuni mortali sul lavoro: superata la soglia delle mille denunce

Infortuni mortali sul lavoro: superata la soglia delle mille denunce
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Infortuni sul lavoro

02/12/2021

L’Inail fornisce i dati relativi a denunce di infortunio, infortuni con esito mortale e malattie professionali nei primi dieci mesi del 2021. Le denunce di infortunio con esito mortale presentate entro il mese di ottobre sono state 1.017.

Brescia, 2 Dic – Non è la prima volta che accade, ma sicuramente il superamento della soglia dei 1000 morti sul lavoro già nei dieci primi mesi dell’anno è sempre un segnale negativo significativo. Il segnale che qualcosa non funziona nelle strategie di prevenzione e che, con tutte le difficoltà dovute ai confronti tra gli infortuni in un periodo funestato da una lunga pandemia ed emergenza, è necessario ripensare a molte strategie e politiche per evitare che ad una ripresa del lavoro corrisponda inevitabilmente un innalzamento dei numeri infortunistici e della diffusione delle malattie professionali.

 

È indubbio che in Italia serva una vera e propria riforma, di cui il decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146 – pur con le diverse opinioni raccolte dal nostro giornale - potrebbe essere il primo atto. È necessario, ad esempio, arrivare ad un’attuazione completa del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ( D.Lgs. 81/2008), cercando di attualizzarne le norme che, chiaramente, partono da una situazione del mondo del lavoro che risale a più di tredici anni fa. Anche in una recente manifestazione nazionale dei lavoratori edili, per dire “Basta alle morti sul lavoro”, i rappresentanti sindacali hanno ricordato che ogni giorno muoiono 2-3 persone sul lavoro, che sono stati presi i primi provvedimenti, ma c’è ancora molto da fare.

 

Riguardo alla poi soglia dei mille morti (1.017 nei primi dieci mesi del 2021) possiamo ricordare che nei dodici mesi del 2020 le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state 1.538, in aumento del 27,6% rispetto ai casi mortali denunciati nel 2019, che a loro volta erano diminuiti (- 8,5%) rispetto ai dati del 2018.

Riguardo a questi dati possiamo rimandare ad un nostro articolo – “ Infortuni ed emergenza sicurezza: quali saranno i futuri provvedimenti?” - che si sofferma sull’andamento degli infortuni mortali e dei relativi riconoscimenti in questi ultimi anni.

Sicuramente a causa dell’emergenza COVID-19 il mondo del lavoro ha subito notevoli cambiamenti, specialmente a livello organizzativo, e bisogna tenerne conto nell’analisi e nel commento dei dati presentati.

 

Quello che noi possiamo fare oggi è fornire informazioni sui dati, non solo relativi agli infortuni mortali, cercando di offrire anche alcuni dettagli significativi in relazione varie variabili (attività, genere, età, infortuni in itinere, …).

 

Nell’articolo ci soffermiamo sui seguenti argomenti:



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I dati dei primi dieci mesi del 2021: le denunce di infortunio

Per fornire qualche informazione è necessario innanzitutto partire dai dati forniti dall’Inail, anche se gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale.

 

Inoltre il confronto tra i primi 10 mesi del 2020 e del 2021 richiede molta prudenza ed è da ritenersi poco significativo a causa della pandemia che “in particolare nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, una manifesta ‘tardività’ nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia, che ne inficia la comparazione con i mesi del 2021”.

 

Ciò premesso, “nel periodo gennaio-ottobre di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2020, un aumento delle denunce di infortunio in complesso, un decremento contenuto di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali”.

 

Riguardo alle denunce di infortunio l’Inail ci segnala che sono state 448.110 (+6,3% rispetto allo stesso periodo del 2020). Ma è interessante vedere come il risultato finale sia la sintesi di un decremento delle denunce nel trimestre gennaio-marzo (-11%), di un incremento nel periodo aprile-settembre (+21%) e di un -8% ad ottobre.

 

Ugualmente interessante è comprendere la realtà degli infortuni in itinere (tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro).

I dati rilevati dall’Inail al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano nei primi 10 mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere (+20,4%, da 51.809 a 62.403 casi), che – come ricordato nel Comunicato Inail – “sono diminuiti del 32% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 44% nel periodo marzo-ottobre (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo)”.

Quelli avvenuti in occasione di lavoro hanno avuto un incremento del 4,3% (da 369.688 a 385.707): erano calati del 10% nel primo trimestre di quest’anno, aumentati del 18% nel periodo aprile-settembre e di nuovo in calo a ottobre (-11%).

 

Riguardo poi alle attività, il numero degli infortuni sul lavoro denunciati aumenta del 3,7% nella gestione Industria e servizi (dai 365.837 casi del 2020 ai 379.405 del 2021), dell’1,4% in Agricoltura (da 22.444 a 22.766) e del 38,3% nel Conto Stato (da 33.216 a 45.939).

 

Si indica poi che l’aumento che emerge dal confronto dei primi 10 mesi del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +12,2% (da 257.096 a 288.586 denunce), mentre quella femminile presenta un -3,0% (da 164.401 a 159.524). E l’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+5,7%) sia quelli extracomunitari (+12,1%) e comunitari (+0,2%). L’analisi per età mostra incrementi tra gli under 40 (+16,5%) e per i 55-69enni (+1,7%) e decrementi, in particolare, per la classe 40-54 anni (-1,2%).

 

I dati dei primi dieci mesi del 2021: gli infortuni mortali

Sempre con riferimento al Comunicato dell’Inail relativo alla situazione dei primi dieci mesi del 2021, si conferma il superamento della soglia di 1000 denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale (presentate all’Istituto entro il mese di ottobre): 1.017, 19 in meno rispetto alle 1.036 registrate nei primi 10 mesi del 2020 (-1,8%, confermando il dato di settembre). 

 

Si evidenzia per i primi 10 mesi di quest’anno un aumento solo dei casi avvenuti in itinere, passati da 176 a 202 (+14,8%), mentre quelli in occasione di lavoro sono stati 45 in meno (da 860 a 815, -5,2%). E la gestione Industria e servizi è l’unica a fare registrare un segno negativo (-5,3%, da 907 a 859 denunce mortali), al contrario dell’Agricoltura, che passa da 94 a 112 denunce (+19,1%), e del Conto Stato da 35 a 46 (+31,4%). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel Sud (da 209 a 271 casi mortali), nel Nord-Est (da 207 a 226) e nel Centro (da 183 a 196). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 363 a 254) e nelle Isole (da 74 a 70).

 

Il decremento tra i primi 10 mesi del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 112 a 95 (-15,2%), sia a quella maschile, che è passata da 924 a 922 casi (-0,2%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 876 a 861) e comunitari (da 50 a 38), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 110 a 118. Dall’analisi per età emergono incrementi per gli under 20, e per le classi 25-34 anni e 40-49 anni, e decrementi in quelle 35-39 anni e over 50. Stazionaria la classe 20-24 anni, con 32 decessi per entrambi i periodi.

 

Al 31 ottobre si segnalano 15 incidenti plurimi avvenuti nei primi 10 mesi per un totale di 35 decessi, 21 dei quali stradali. Riguardo agli incidenti plurimi, il Comunicato ricorda brevemente alcune dinamiche: “due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell’Aquila a marzo, due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, due per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno, altri due intossicati da monossido di carbonio sempre in provincia di Cuneo a luglio, due persone travolte da una lastra di cemento in Valle d’Aosta ad agosto e, infine, a ottobre due operai sono deceduti per ustioni da congelamento per uscita di azoto liquido in una cisterna in provincia di Milano”.

 

A livello regionale le dieci Regioni con più infortuni mortali in occasione di lavoro nei dieci mesi del 2021 (non sono conteggiati quelli in itinere) sono: Lombardia (99), Campania (94), Lazio (74), Piemonte (73), Emilia-Romagna (71), Puglia (67), Veneto (64), Toscana (41), Sicilia (40) e Abruzzo (34).

 

I dati dei primi dieci mesi del 2021: le malattie professionali

Concludiamo riportando qualche informazione relativa alla situazione delle malattie professionali protocollate dall’Inail nei primi 10 mesi del 2021, malattie che sono in aumento (45.395, +24%).

 

Dunque le patologie denunciate tornano ad aumentare, “dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti. Lo scorso anno, infatti, i vari arresti e ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo, lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione stradale e gli accessi controllati a strutture sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia, rimandandola al 2021”.

 

Come ricordato dall’Inail le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio “continuano a rappresentare, anche nei primi 10 mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori, che superano anche a ottobre quelle del sistema respiratorio”.

 

Link ai dati degli open data Inail dei primi 10 mesi del 2021.

 

 

Tiziano Menduto

 



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