Storie di infortunio: Uno shanghai pericoloso
Pubblichiamo la storia intitolata "Uno shanghai pericoloso", curata da Michele Giacosa, Servizio dell’Azienda Sanitaria Locale Torino 3.
Questa storia è tratta dal repertorio delle "Storie d'infortunio", elaborate dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle indagini sugli incidenti e raccolte sul sito del Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte (Dors).
La conoscenza delle dinamiche degli incidenti non basta per comprendere gli aspetti contestuali, specialmente quelli organizzativi, che sempre più spesso contribuiscono alle cause di un evento. Un approccio che si basa sull'analisi dei casi, trasformando le indagini sugli incidenti in "storie" raccontate dagli operatori che hanno condotto l'indagine, può consentire di comprendere i fattori che hanno portato al verificarsi o al persistere di una situazione di rischio, consentendo così la formulazione e la condivisione di soluzioni preventive.
Uno shanghai pericoloso
Comparto produttivo: edilizia
Esito: Mario, operaio di 54 anni, ha subito la frattura della gamba sinistra
Dove è avvenuto: in un cantiere durante lo smantellamento di tralicci per la distribuzione elettrica ad alta tensione
Cosa si stava facendo: uno dei tralicci era già stato sezionato in tre parti, le quali erano state calate a terra con l’utilizzo di autogru, e formavano tre ammassi di putrelle e profilati in acciaio. Mario e i colleghi stavano tagliando i profilati in acciaio a livello del terreno usando un cannello ossipropanico e si avvalevano di un autocarro con gru per sostenere le parti più pesanti. Lo scopo era quello di ridurre la lunghezza dei particolari in acciaio per il successivo carico sull’autocarro e trasporto verso lo smaltimento.
Descrizione dell’infortunio: Mario si trovava in un’area con gli spezzoni di profilati in acciaio in parte adagiati a terra uno sull’altro disordinatamente. In particolare, aveva piedi, caviglie e gambe in prossimità di alcuni spezzoni di profilato angolare sorretti a loro volta da altri spezzoni già a terra e accatastati alla rinfusa. Al momento del taglio e sezionamento di un tratto di profilato di dimensioni e peso importanti, il profilato è scivolato per gravità sui pezzi sottostanti che lo sorreggevano ed ha colpito la gamba sinistra di Mario, con un movimento “a forbice”, che ha causato l’intrappolamento della gamba e la frattura della tibia sinistra.
Raccomandazioni: nell’infortunio di Mario si rilevano fattori individuali di rischio, quali la stanchezza, l’alta percezione di auto-efficacia, la ricerca di modalità di esecuzione del lavoro basata sul risparmio di tempo (e denaro), ma anche fattori organizzativi di rischio, come le carenze di personale nel cantiere, lavoratori esperti che possono violare le procedure senza controlli, nonché la situazione di quello specifico cantiere che spesso comporta degli spazi di lavoro complessi che si modificano nel tempo.
La mancata nomina, a cura del Responsabile dei Lavori, del Coordinatore della Sicurezza in fase di Progettazione ed in fase di Esecuzione dei lavori (CSP/CSE) e la conseguente mancanza del Piano di Sicurezza e Coordinamento non ha potuto migliorare le situazioni di rischio del cantiere, non potendo esercitare “l’alta vigilanza” con gli strumenti a disposizione del CSP/CSE stesso, quali le riunioni di coordinamento, i sopralluoghi, le disposizioni e le eventuali sospensioni che possono essere impartite alle imprese esecutrici. La predisposizione di procedure o istruzioni di lavoro dettagliate, anche per lavorazioni di bassa complessità, avrebbe permesso di definire più adeguatamente la dotazione di uomini e mezzi da assegnare a tale lavorazione. In sostanza, Mario avrebbe dovuto interrompere le operazioni al momento che l’autocarro con gru non era più disponibile e, in base alla formazione ricevuta, avrebbe dovuto segnalare formalmente la mancanza di un Coordinatore della Sicurezza