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Una analisi delle richieste giunte ai centri antiveleni può fornire importanti spunti per indirizzare le iniziative di prevenzione sia rivolte al personale sanitario, sia ai cittadini.
Del tema si è occupato l’Istituto Superiore di Sanità che, in un inserto al suo notiziario, ha illustrato la casistica rilevata dai Centri antiveleni (CAV) in Italia e di un monitoraggio realizzato in collaborazione con il CAV di Milano, uno dei più importanti a livello nazionale.
I Centri antiveleni (CAV) in Italia ricevono ogni anno circa 67.000 richieste di consulenza per presunte intossicazioni. Le principali categorie di agenti associati a questi incidenti comprendono: i farmaci (circa il 34% dei casi), i prodotti domestici (circa il 23% dei casi), prodotti industriali, antiparassitari, alimenti/vegetali (circa il 5% dei casi per ciascuna categoria), cosmetici e prodotti per l’igiene personale (circa il 4% dei casi).
La maggioranza delle intossicazioni si verificano in ambiente domestico (87% dei casi) e di più a rischio sono i bambini di età inferiore a 5 anni, che rappresentano circa il 44% dell’intera casistica.
Riguardo al monitoraggio effettuato dal CAV di Milano, la collaborazione con l’ISS è finalizzata a una “valutazione preliminare delle principali caratteristiche della casistica associata alle diverse categorie di esposizione.”
Riguardo all’intossicazione da farmaci nel 2004, il CAV di Milano ha preso in esame 19.539 richieste di consulenza riferite a esposizione a prodotti farmaceutici, pari a circa il 37% degli interventi effettuati.
“Per il 63% dei casi considerati, la richiesta di assistenza è stata effettuata da servizi ospedalieri, per il 32% da referenti extraospedalieri o da privati cittadini, e per il restante 5% il richiedente non è risultato noto. […] Il 49% dei casi è risultato di tipo accidentale, il 33% di tipo intenzionale, e il 17% non noto.”
A rischio di intossicazione da farmaci di tipo accidentale sono soprattutto i bambini in età prescolare; infatti tra i pazienti con esposizione di tipo accidentale, il 69% è risultato costituito da bambini con età inferiore a 5 anni e le intossicazioni messe in relazione a errori terapeutici sono
risultate pari al 14%.
“Le categorie di farmaci più frequentemente associate ai casi di intossicazione involontaria - afferma l’ISS - sono state: analgesici/antinfiammatori (13%); sedativi/ipnotici/ antipsicotici/antidepressivi (10%); anti-istaminici (8%); ormoni (7%); antibiotici (6%); prodotti per la profilassi della carie dentaria (fluoro) (3%); antisettici (3%). I disinfettanti, classificati come prodotti parafarmaceutici, sono stati associati al 6% dei casi di intossicazione accidentale.”
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Elevato il rischio avvelenamento per i bambini
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Una analisi delle richieste giunte ai centri antiveleni può fornire importanti spunti per indirizzare le iniziative di prevenzione sia rivolte al personale sanitario, sia ai cittadini.
Del tema si è occupato l’Istituto Superiore di Sanità che, in un inserto al suo notiziario, ha illustrato la casistica rilevata dai Centri antiveleni (CAV) in Italia e di un monitoraggio realizzato in collaborazione con il CAV di Milano, uno dei più importanti a livello nazionale.
I Centri antiveleni (CAV) in Italia ricevono ogni anno circa 67.000 richieste di consulenza per presunte intossicazioni. Le principali categorie di agenti associati a questi incidenti comprendono: i farmaci (circa il 34% dei casi), i prodotti domestici (circa il 23% dei casi), prodotti industriali, antiparassitari, alimenti/vegetali (circa il 5% dei casi per ciascuna categoria), cosmetici e prodotti per l’igiene personale (circa il 4% dei casi).
La maggioranza delle intossicazioni si verificano in ambiente domestico (87% dei casi) e di più a rischio sono i bambini di età inferiore a 5 anni, che rappresentano circa il 44% dell’intera casistica.
Riguardo al monitoraggio effettuato dal CAV di Milano, la collaborazione con l’ISS è finalizzata a una “valutazione preliminare delle principali caratteristiche della casistica associata alle diverse categorie di esposizione.”
Riguardo all’intossicazione da farmaci nel 2004, il CAV di Milano ha preso in esame 19.539 richieste di consulenza riferite a esposizione a prodotti farmaceutici, pari a circa il 37% degli interventi effettuati.
“Per il 63% dei casi considerati, la richiesta di assistenza è stata effettuata da servizi ospedalieri, per il 32% da referenti extraospedalieri o da privati cittadini, e per il restante 5% il richiedente non è risultato noto. […] Il 49% dei casi è risultato di tipo accidentale, il 33% di tipo intenzionale, e il 17% non noto.”
A rischio di intossicazione da farmaci di tipo accidentale sono soprattutto i bambini in età prescolare; infatti tra i pazienti con esposizione di tipo accidentale, il 69% è risultato costituito da bambini con età inferiore a 5 anni e le intossicazioni messe in relazione a errori terapeutici sono
risultate pari al 14%.
“Le categorie di farmaci più frequentemente associate ai casi di intossicazione involontaria - afferma l’ISS - sono state: analgesici/antinfiammatori (13%); sedativi/ipnotici/ antipsicotici/antidepressivi (10%); anti-istaminici (8%); ormoni (7%); antibiotici (6%); prodotti per la profilassi della carie dentaria (fluoro) (3%); antisettici (3%). I disinfettanti, classificati come prodotti parafarmaceutici, sono stati associati al 6% dei casi di intossicazione accidentale.”
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