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COVID-19: misure organizzative e gestione dei rischi psicosociali

COVID-19: misure organizzative e gestione dei rischi psicosociali
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischi da agenti biologici

04/05/2021

Un documento riporta alcune misure specifiche di contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 adottate presso le strutture dell’Inail. Igiene personale, dispositivi di protezione, organizzazione aziendale e gestione dei rischi psicosociali.

Roma, 4 Mag – Per contenere la trasmissione del virus SARS-CoV-2 è indispensabile coniugare la prosecuzione, laddove possibile, delle attività lavorative con la garanzia di condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti di lavoro e di protezione dei dipendenti. E per farlo, al di là delle fondamentali indicazioni del “ Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro” e dei vari protocolli specifici, come ad esempio il protocollo condiviso per i cantieri , può essere utile alle aziende conoscere utili esempi di organizzazioni lavorative durante l’emergenza e di idonea gestione della pandemia.

 

Per questo abbiamo presentato nelle scorse settimane alcuni documenti tecnici pubblicati, dopo la prima fase dell’emergenza COVID-19, dall’Inail per la prosecuzione in sicurezza delle attività dell’Istituto. Documenti che sono stati segnalati anche nell’incontro Inail online “La nuova geografia degli spazi. I luoghi di lavoro nel tempo del Covid”, che si è tenuto il 2 dicembre 2020 durante la manifestazione Ambiente Lavoro 2020.

 

Torniamo oggi a parlare del documento “ Prevenzione e contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 alla ripresa delle attività di Inail. Indicazioni generali e misure specifiche” elaborato dalla Direzione centrale prevenzione e curato da Stefano Signorini, Ghita Bracaletti, Corrado Landi, Barbara Manfredi, Vanessa Manni, Michele Meschino, Luigi Prestinenza, Davide Sani, Sara Stabile e Antonio Terracina, con varie collaborazioni.

 

Dal documento, che fornisce “indicazioni generali e misure specifiche da adottare per la prevenzione e il contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 presso tutte le strutture dell’Istituto”, abbiamo già preso spunto in un precedente articolo per ricordare le indicazioni sulla pulizia e sulla sanificazione degli ambienti.

 

Oggi ci soffermiamo, invece, sui seguenti argomenti:



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Valutazione di tutti i rischi specifici in un unico software

 

Le precauzioni igieniche personali e i dispositivi di protezione individuale

Dopo aver affrontato le misure generali anti contagio, secondo l’approccio integrato per la valutazione e gestione dei rischi (d.lgs. 81/2008)” con riferimento al “ Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione”, il documento si sofferma su varie misure specifiche, ad esempio con riferimento alle precauzioni igieniche e all’uso dei dispositivi di protezione personali.

 

Riguardo alle precauzioni igieniche personali si sottolinea che è “obbligatorio che tutte le persone presenti nei locali dell’Istituto adottino la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone e/o con gel idroalcolico. Il datore di lavoro dovrà mettere a disposizione idonei mezzi detergenti e renderà disponibili i dispenser di gel idroalcolico per le mani collocandoli in punti facilmente accessibili e individuabili da tutti i lavoratori”.

E si raccomanda “che la pulizia delle mani, utilizzando l’apposito dispenser, sia effettuata in ingresso ai locali dell’Istituto e prima che si entri nel proprio ufficio dopo aver frequentato le aree comuni”. 

 

I dispositivi di protezione individuale (le mascherine chirurgiche non sono di norma Dpi ma sono state equiparate a questi dispositivi per il periodo emergenziale) devono poi essere impiegati “secondo le tipologie di lavoro e le funzioni relative alle specifiche attività dell’Istituto” e possono essere:

  • mascherine chirurgiche;
  • facciali filtranti;
  • guanti (in lattice o nitrile);
  • camice monouso;
  • occhiali/maschera/schermo/visiera.

 

Si segnala che in virtù delle conoscenze attuali sulla principale via di trasmissione del SARS-CoV-2, “i principali Dpi da utilizzare sono quelli per la protezione delle vie respiratorie che hanno lo scopo di evitare o limitare l’ingresso di agenti patogeni nelle vie aeree. Le mascherine chirurgiche hanno lo scopo di evitare che chi le indossa contamini l’ambiente, pertanto lo scopo principale di questo tipo di mascherine è proteggere l’interlocutore. Ove tutti i presenti indossino tale tipologia di protezione si realizza una protezione complessiva. I facciali filtranti (mascherine FFP2 e FFP3) proteggono chi li indossa dal virus; sono caratterizzate da un maggior potere filtrante e da una perfetta aderenza al viso. Si evidenzia che i modelli con valvola non proteggono l’interlocutore dall’espirato che potenzialmente contiene virus”.

Si ricorda poi che possono essere utilizzate “solo le mascherine chirurgiche e facciali filtranti marcati CE o validati in deroga rispettivamente dall’ISS o dall’Inail. Le altre mascherine (cosiddette mascherine di comunità) non possono essere utilizzate dai lavoratori”.

 

Inoltre si indica che “i rifiuti rappresentati da fazzoletti di carta e da Dpi (mascherine, guanti, ecc.), utilizzati come prevenzione del contagio da COVID-19, devono essere smaltiti come frazione di rifiuti indifferenziati. All’interno dei locali dell’Istituto dovranno essere individuati appositi contenitori chiusi con apertura a pedale o con altri sistemi purché sia prevista la presenza di dispenser di gel idroalcolico per la pulizia delle mani”.

 

Le misure organizzative di contenimento del virus SARS-CoV-2

Riguardo poi all’organizzazione aziendale, con riferimento anche al lavoro agile, si indica che “al lavoratore a distanza sarà assicurata la necessaria attività di assistenza tecnica relativa all’uso delle apparecchiature e il diritto alla disconnessione”.

 

Si segnala poi che la ripresa delle attività lavorative in presenza “non può prescindere da una analisi dell’organizzazione delle modalità di lavoro atte a contenere il rischio attraverso una rimodulazione degli spazi e delle postazioni di lavoro, il distanziamento interpersonale e la gestione delle aree comuni. Per le attività svolte in presenza, il criterio prioritario di protezione è il distanziamento interpersonale tra lavoratori e il pubblico/utenza, ove l’attività lavorativa lo comporti. Detto criterio si realizza soprattutto attraverso il contenimento del numero di accessi presso i locali/spazi dell’Istituto e del numero di lavoratori presenti contemporaneamente presso gli ambienti di lavoro”.

 

 

Queste in dettaglio alcune delle misure organizzative riportate dal documento, sempre con riferimento alle attività dell’Istituto:

  • “rimodulare gli spazi di lavoro nell’ottica del distanziamento interpersonale compatibilmente con la natura delle attività lavorative. Fatta eccezione per le attività di servizio nei confronti dell’utenza, verrà evitata il più possibile la presenza contemporanea di più lavoratori all’interno del medesimo ufficio (inclusi gli uffici ricezione corrispondenza e le guardiole), eventualmente ricorrendo a turni giornalieri differenziati. Per i locali di ampia metratura, il massimo affollamento consentito sarà definito dal datore di lavoro eventualmente modificando il layout delle postazioni di lavoro”. Il documento riporta poi informazioni riguardo agli impianti misti di condizionamento (fancoil);
  • “fra le ipotesi di riorganizzazione del layout si può considerare anche la possibilità di utilizzare, per il periodo transitorio, spazi ricavati ad esempio da uffici inutilizzati o sale riunioni;
  • adottare orari di ingresso/uscita scaglionati dai luoghi di lavoro e dagli uffici, cioè ordinati a gruppi, al fine di limitare le occasioni di contatto nelle zone di ingresso/uscita e di garantire il mantenimento della distanza interpersonale di almeno 1 metro;
  • ampliare, ove possibile, le fasce orarie di accesso da parte di fornitori e dell’utenza, al fine di evitare la formazione di code e prevedere il più possibile appuntamenti scaglionati dell’utenza che deve ricevere prestazioni o svolgere pratiche in presenza;
  • privilegiare i servizi per via telematica e/o telefonica, rimandando alla ‘Agenda Appuntamenti’ e ai ‘Servizi Per il Lavoratore’ e comunque, evitare il più possibile che ci sia la presenza di più persone in sala d’attesa eventualmente prevedendo spazi di attesa all’aperto con il rispetto dell’ordine di arrivo;
  • nelle aree di ricevimento dell’utenza dovranno essere accuratamente rispettate le distanze interpersonali tra gli utenti e tra dipendenti e utenti, eventualmente utilizzando apposita segnaletica sul pavimento;
  • vietare le attività che comportino l’aggregazione di persone;
  • individuare procedure per le operazioni di manutenzione e riparazione limitando la circolazione dei manutentori/riparatori alle sole aree interessate dall’intervento;
  • prevedere modalità di prenotazione per il ritiro della posta, delle fotocopie dai centri servizi e di materiali dal magazzino e dagli archivi;
  • inibire o ridurre, ove possibile, l’uso di copie cartacee privilegiando il lavoro su documenti digitali;
  • ove presente un servizio di navetta, va garantita la sicurezza dei lavoratori lungo ogni spostamento, facendo indossare mascherine e raccomandando la frequente pulizia delle mani. È necessario far sedere i viaggiatori avendo cura di alternare un posto libero e un posto occupato e sfalsati tra file parallele. I mezzi di trasporto devono essere adeguatamente puliti ed areati con ventilazione naturale. Sono messi a disposizione dei lavoratori erogatori di soluzione idroalcolica per favorire la pulizia delle mani;
  • Al fine di definire i criteri per la turnazione si raccomanda di:
  1. evitare aggregazioni sociali anche in relazione agli spostamenti per raggiungere il posto di lavoro e rientrare a casa (commuting), con particolare riferimento all’utilizzo del trasporto pubblico;
  2. in caso di trasporti di colleghi con mezzi propri per raggiungere il posto di lavoro, limitare il numero di persone presenti mantenendo la distanza interpersonale e utilizzando guanti e la mascherina”.

 

Si sottolinea poi che nelle attività lavorative “vanno considerati i potenziali impatti psicologici per i possibili effetti sulla salute dei lavoratori, in riferimento sia alla percezione del rischio contagio sia alla messa in atto delle misure di prevenzione e protezione per arginare tale rischio”.

 

Le raccomandazioni relative alla gestione dei rischi psicosociali

Riprendiamo, in conclusione, alcune indicazioni tratte proprio da un allegato al documento che contiene le raccomandazioni relative alla gestione dei rischi psicosociali e degli impatti psicologici.

 

Si sottolinea che “gli aspetti di gestione dei rischi psicosociali e gli impatti psicologici su cui porre maggiore attenzione in relazione alla ripresa delle attività sono relativi a:

  • emergenza di fenomeni di stigma sociale dovuti alla paura del contagio, che possono colpire persone effettivamente malate, o presunte tali, e ogni persona che vi sia entrata in contatto. Tali fenomeni possono generare comportamenti negativi nei lavoratori che aumentano il rischio di contagio (es. nascondere eventuali sintomi di malessere, ritardare la ricerca di cure e l’adozione di comportamenti di contenimento, deteriorare il clima organizzativo e il rapporto tra colleghi).
  • cambiamenti introdotti nell’organizzazione aziendale (orario di lavoro, turnazione, lavoro a distanza) introdotti per mantenere il distanziamento interpersonale tra lavoratori e il pubblico/ utenza”.

 

Si riportano anche azioni che “si possono mettere in atto nei luoghi di lavoro per la gestione dei rischi psicosociali e degli impatti psicologici legati all’emergenza:

  • favorire la circolazione di informazioni corrette e verificate, anche diffondendo guide informative per la tutela dei lavoratori provenienti da istituzioni e organi competenti;
  • accrescere il livello di consapevolezza sull’importanza di comunicare sintomi
  • nei casi di lavoro a distanza per le attività amministrative/d’ufficio, favorire le forme di supporto a distanza (riunioni da remoto con i responsabili, comunicazione e informazione chiara e aggiornata, disponibilità di momenti di confronto con responsabili e colleghi), per ridurre sensazioni di isolamento e complessità nella gestione delle proprie attività lavorative;
  • nelle attività a maggiore rischio di contagio riconoscere il carico fisico e mentale aggiuntivo di stress dovuto all’esposizione e prevedere azioni di monitoraggio e di prevenzione, ove possibile, in raccordo con le figure della prevenzione;
  • favorire la divulgazione di servizi di supporto psicologico attivati a livello regionale e nazionale dalle principali istituzioni”.

 

Segnaliamo, infine, che il documento, che vi invitiamo a leggere integralmente e che è stato elaborato prima dell’ultima versione del Protocollo condiviso per gli ambienti di lavoro ( 6 aprile 2021), riporta indicazioni su vari altri temi: informazione sulle misure di prevenzione, modalità di ingresso del personale, modalità di accesso dei fornitori esterni e utenti, gestione spazi comuni, spostamenti interni, riunioni, eventi interni, trasferte e formazione, sorveglianza sanitaria, pulizia e sanificazione, …

 

 

RTM

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Direzione centrale prevenzione, “ Prevenzione e contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 alla ripresa delle attività di Inail. Indicazioni generali e misure specifiche”, documento a cura di Stefano Signorini, Ghita Bracaletti, Corrado Landi, Barbara Manfredi, Vanessa Manni, Michele Meschino, Luigi Prestinenza, Davide Sani, Sara Stabile e Antonio Terracina, con la collaborazione di Cristina Di Tecco, Adriano Maggi, Benedetta Persechino, Patrizio Rossi, edizione 2020 (formato PDF, 117 kB).

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 e ripresa delle attività di Inail”.

 

 

 

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