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I cambiamenti psicofisici e la gestione dell’età negli ambienti di lavoro

I cambiamenti psicofisici e la gestione dell’età negli ambienti di lavoro
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Materiale informativo

10/09/2018

Un documento Inail si sofferma sull’invecchiamento nei luoghi di lavoro e riporta buone pratiche per il benessere lavorativo ad ogni età. Focus sui cambiamenti nell’apparato uditivo, muscoloscheletrico, cardiovascolare e respiratorio.

 

Roma, 10 Set – I dati presenti in un rapporto del 2017 dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) – un’organizzazione internazionale con 35 paesi membri – mostrano non solo che l’Italia è già oggi uno dei paesi più anziani dell’Ocse, ma lo sarà ancor più nei prossimi anni a causa di un’accelerazione del processo di invecchiamento della popolazione. E posto che con la popolazione generale invecchia anche la popolazione lavorativa, il problema dell’aumento dell’età della forza lavoro è presente anche in Istituti come l’Inail dove la classe di età con il maggior numero di dipendenti è ormai quella dai 55 ai 59 anni.


Proprio per affrontare il tema dell’ invecchiamento della popolazione lavorativa e fornire informazioni di base sui cambiamenti dovuti all’età, sulle “dimensioni chiave per una corretta gestione dell’età nei luoghi di lavoro” e sulle buone pratiche “sviluppate dall’Inail per garantire benessere lavorativo a tutti i lavoratori di tutte le età”, è stato realizzato dal “Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” (Cug – Inail) il documento “ Il benessere lavorativo ad ogni età. Le buone pratiche Inail”.

 

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I cambiamenti psicofisici nei lavoratori anziani

Il documento segnala che con il crescere dell’età il nostro organismo subisce dei cambiamenti psicofisici che possono ridurre le abilità lavorative e aumentare l’esposizione ad alcuni fattori di rischio. E, a questo proposito, riporta alcuni specchietti informativi che presentano non solo i cambiamenti funzionali, ma anche le conseguenze sul lavoro e le azioni per adattare il lavoro al crescere dell’età.

 

Dopo aver raccontato, in un precedente articolo di presentazione del documento, i possibili cambiamenti nell’apparato neuropsichico e visivo, ci soffermiamo ora sui cambiamenti delle funzioni dell’apparato uditivo, con riferimento alla “graduale diminuzione delle capacità uditive (presbiacusia) che spesso colpisce principalmente le frequenze alte. Si manifesta con difficoltà a percepire comunicazioni verbali, specialmente se vi è rumore di sottofondo, e segnali sonori”.

Le conseguenze:

  • “Difficoltà a lavorare in ambienti con rumore di sottofondo, anche se lieve.
  • Problemi di comprensione della voce parlata e di percezione dei segnali sonori di avviso (telefono, cercapersone, ecc.) o pericolo”.

Queste sono invece le azioni che possono essere utili per adattare il lavoro:

  • “Sostituire/integrare i segnali sonori con segnali visivi
  • Utilizzare segnalazioni alternative (es. vibrazioni)
  • Uso apparecchi acustici
  • Ridurre rumori di sottofondo al minimo
  • Evitare gli open-space o utilizzare open-space forniti di apposite soluzioni di abbattimento della rumorosità ambientale”.

 

Veniamo ai cambiamenti delle funzioni dell’apparato muscoloscheletrico:

  • “Riduzione della forza muscolare, difficoltà motorie e rallentamento della velocità dei movimenti.
  • Riduzione della flessibilità articolare.
  • Aumentata frequenza del mal di schiena anche a seguito di attività di movimentazione di carichi non particolarmente gravose”.

Le conseguenze:

  • “Difficoltà a movimentare carichi e aumento del rischio per la schiena (anche per la movimentazione di carichi leggeri e saltuaria).
  • Riduzione della velocità e precisione dei movimenti e aumento del rischio per gli arti superiori.
  • Facile insorgenza di dolore muscolare durante le attività che richiedono di mantenere posture fisse (sia in piedi che seduti) per periodi prolungati”.

Le azioni di adattamento dell’attività lavorativa:

  • “Assumere posture comode e possibilità di cambiare posizione
  • Oggetti a portata di mano
  • Evitare/ridurre la movimentazione manuale di carichi
  • Usare strumenti con buone prese, leggeri e che non richiedono forza
  • Evitare movimenti ripetitivi o ridurre la frequenza o aumentare le pause”.

 

L’apparato cardiovascolare, la termoregolazione e il sistema immunitario

Possono avvenire poi cambiamenti anche nelle funzioni dell’apparato cardiovascolare e respiratorio:

  • “Riduzione della capacità di mantenere una pressione arteriosa normale durante i cambiamenti di posizione e difficoltà di adattamento delle funzioni cardiovascolari durante l'attività fisica.
  • Riduzione della quantità d'aria inspirata ad ogni atto respiratorio e riduzione della quantità di ossigeno assorbito”.

E tutto questo può essere di “ostacolo allo svolgimento di attività fisica, specie se intensa e prolungata o che richiede cambi di postura repentini”.

Le azioni di adattamento del lavoro:

  • “Pause
  • Evitare lunghi spostamenti a piedi
  • Evitare attività che richiedono notevole impegno fisico (sforzi)
  • Evitare di passare dalla posizione seduta a quella in piedi repentinamente
  • Praticare una regolare attività fisica quotidiana”.

 

Il documento si sofferma poi su altri due aspetti:

  • cambiamenti delle funzioni di termoregolazione: “difficoltà di adattamento ai cambiamenti di temperatura”, con la conseguenza di un’alta variabilità “delle condizioni di comfort termico personali e difficoltà a svolgere attività in ambienti caratterizzati da un microclima caldo o freddo”. In questo caso è necessario fare particolare “attenzione alla possibilità di regolare le condizioni microclimatiche” ed è consigliabile l’utilizzo di “abbigliamento adeguato”;
  • cambiamenti delle funzioni del sistema immunitario: “il sistema immunitario diviene meno efficiente. Facilità a prendere malattie infettive e guarigione più lenta”. La conseguenza è un “maggior rischio di infezioni e malattie stagionali per coloro che lavorano a contatto con persone (colleghi o contatto con il pubblico)”. Possono essere utili “vaccinazioni a scopo preventivo” e una “buona ventilazione degli ambienti”.

 

La gestione dell’età e le buone pratiche

Il documento riporta poi una immagine relativa agli elementi chiave per una buona gestione dell’età (EU-OSHA 2016):

 

Elementi chiave per una buona gestione dell'età

 

Concludiamo la presentazione del documento segnalando, infine, le misure di prevenzione proposte dal Cug e le linee di intervento dell’Istituto per il benessere lavorativo ad ogni età:

 

  • Cultura Aziendale:
    • “Regolamento recante il Codice di comportamento dell’INAIL e disposizioni sul benessere organizzativo;
  • Formazione e apprendimento continuo:
    • Formazione della Dirigenza;
    • Formazione del personale;
  • Promozione della Salute:
    • Progetto pilota sulla prevenzione alimentare;
    • Screening per la prevenzione di alcune patologie tumorali;
  • Misure Organizzative:
    • Flessibilità dell’orario lavorativo;
    • Lavoro a tempo parziale (part-time);
    • Telelavoro domiciliare;
    • Telelavoro breve;
    • Assegnazione temporanea per gravi motivi;
    • Mobilità;
  • Welfare aziendale:
    • Benefici socioassistenziali;
    • Prestiti/Mutui;
    • Assicurazione sanitaria;
    • Asilo Nido (sede centrale);
    • Mensa aziendale (sede centrale)”. 

 

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail - Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (Cug), “ Il benessere lavorativo ad ogni età. Le buone pratiche Inail” - edizione 2018 (formato PDF, 2.22 MB).

 

 

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