Industrie meccaniche: i rischi nelle attività di sgrassaggio
Roma, 16 Ott – Tra i processi di trasformazione dei materiali metallici, nell’ industria meccanica, è prevista anche la “separazione”, cioè l’asportazione di materiale. Una separazione che può avvenire tramite attività di decapaggio, molatura, sabbiatura e sgrassaggio. Tutte attività che presentano per gli operatori specifici rischi di infortunio o malattia professionale.
Dopo aver già presentato in passato indicazioni sui rischi degli addetti alla sabbiatura, alla molatura e decapaggio, ci soffermiamo oggi sui rischi di chi si occupa delle attività di sgrassaggio.
E lo facciamo attraverso il contenuto delle schede contenenti i profili di rischio dell’industria meccanica correlati alla ricerca Inail “ Profili di rischio nei comparti produttivi dell'artigianato, delle piccole e medie imprese e pubblici esercizi: Industrie Meccaniche”.
Nella scheda “S.P.R. 25_Addetto allo grassaggio dei metalli” si ricorda che l’attività di sgrassaggio è quel procedimento che allontana i grassi presenti sulle superfici metalliche in modo da rendere le superfici stesse idonea a riceve un successivo rivestimento. E nell’attività possono essere impiegati solventi organici (percloroetilene), agenti alcalini (tensioattivi sodici).
Questi i principali fattori di rischio connessi alla professione:
- “traumi, lacerazioni, contusioni, ferite, bruciature e ustioni provocati dalla manipolazione dei metalli, cadute e scivolamenti;
- elettrocuzione o ustioni causate dal contatto con parti in tensione delle macchine;
- malattie respiratorie e dermatologiche dovute ad inalazione e contatto di prodotti chimici;
- esposizione a vapori di solventi con effetto sul sistema nervoso centrale (vertigini sonnolenza e mal di testa) sul fegato (epatopatia) e sul rene”.
Si ricorda poi che le principali macchine/impianti utilizzate nel processo di lavoro sono:
- “apparecchi di sollevamento ( carrello elevatore, carroponte, ecc.): movimentazione dei pezzi in lavorazione;
- vasca di pulitura: pulitura delle superfici dei pezzi metallici;
- vasca di risciacquo: immersione dei pezzi nei bagni contenenti acqua per il relativo lavaggio”.
E le principali materie/sostanze utilizzate o sviluppate nel processo sono, come abbiamo visto:
- “tricloroetilene e solventi: immersione nella vasca di pulitura contenente apposita soluzione;
- soluzioni alcaline: immersione nella vasca di pulitura contenente apposita soluzione”.
Riprendiamo brevemente dalla scheda alcune indicazioni relative ai rischi infortunistici e ai rischi chimici.
Queste alcune misure di prevenzione per i rischi infortunistici:
- “i pavimenti dei luoghi di lavoro devono essere fissi, stabili ed antisdrucciolevoli, nonché esenti da cavità o piani inclinati pericolosi;
- mantenere l’area di lavoro in ordine ed evitare l’accumulo di materiale che possa intralciare i movimenti dell’operatore;
- dotare gli ambienti di lavoro di sufficiente illuminazione naturale e/o artificiale;
- dotare l’ambiente di lavoro di idonea segnaletica di sicurezza e vietare l’accesso alle persone non autorizzate e progettare in modo adeguato le vie di circolazione per veicoli e pedoni al fine di evitare investimenti, incidenti tra mezzi e ribaltamenti;
- prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per lo scarico e lo stoccaggio in magazzino di materie prime;
- utilizzare scaffalature, bancali, ecc. idonei a sostenere e trattenere il carico da immagazzinare;
- prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per l’approvvigionamento del materiale dal magazzino ai reparti di produzione al fine di evitare un’interferenza con le attività di reparto e ribaltamenti;
- prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per l’attrezzaggio di impianti e macchine e per tutte le operazioni di manutenzione;
- verificare la sicurezza di apparecchiature elettriche prima del loro utilizzo. sottoporre attrezzature elettriche difettose o che presentano anomalie sospette ad ispezione ed eventuale riparazione da parte di un tecnico elettricista qualificato e mantenere i cavi elettrici in ordine”.
Riguardo al rischio chimico si indica - laddove sono presenti e/o utilizzati e/o si generano agenti chimici pericolosi e “oltre a oltre ad una corretta valutazione dei rischi da esposizione e da incidente (metodi semiquantitativi e/o quantitativi)” - di provvedere ad applicare, quando appropriate, le idonee misure generali e specifiche di prevenzione.
Le misure generali di prevenzione prevedono:
- “riduzione al minimo del n° di lavoratori esposti (limitazione dell’accesso a determinate zone; separazione fisica delle zone per l’effettuazione di determinate operazioni);
- riduzione al minimo della durata e intensità dell’esposizione (prevedere una ventilazione sufficiente dei locali; adeguare le variabili di processo senza ridurre il rendimento);
- riduzione della quantità di agenti chimici (disporre della quantità di agenti chimici, indispensabili per il lavoro, sul luogo di lavoro);
- fornitura di attrezzature idonee, oltre a procedure di manutenzione sicure (stabilire i requisiti che devono possedere le attrezzature di lavoro prima di procedere al loro acquisto; programmare e protocollare gli interventi di manutenzione);
- concezione e organizzazione dei sistemi di lavoro sul luogo di lavoro (eliminazione o adeguamento delle operazioni in cui, pur non essendo necessario, può esservi contatto con agenti chimici pericolosi);
- procedure di lavoro idonee (istruzioni scritte per lo svolgimento della mansione, descrivendo passo a passo i requisiti di sicurezza di cui tenere conto)”.
Le misure specifiche di prevenzione (da attuare in base ai risultati della valutazione dei rischi) prevedono poi:
- “eliminazione del rischio: sostituzione totale dell’agente chimico pericoloso; modifica del processo / utilizzo di attrezzature intrinsecamente sicure / automazione;
- riduzione/controllo del rischio: sostituzione parziale dell’agente chimico pericoloso; cambiamento di forma o di stato fisico; processo chiuso; estrazione localizzata (LEV: local exhaust ventilation); segregazione reparti “sporchi”; stoccaggio sicuro; metodi di lavoro corretti (manipolazione sicura; trasporto interno sicuro); protezione del lavoratore; unità lavaocchi e docce; prevenzione e protezione da esplosione / incendio”.
Sena dimenticare poi, se necessario, di “proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezione individuali (maschere, respiratori, guanti, scarpe, tute, ecc.)”.
Rimandando alla lettura dettagliata della scheda, che si sofferma anche sui rischi biologici, sulla movimentazione manuale dei carichi e sul rischio stress-lavoro correlato, evidenziamo infine alcune indicazioni specifiche – presenti in brevi check-list nella parte finale della scheda – relative agli aspetti di sicurezza minimi richiesti dall’organo di controllo (con riferimento alla “ Guida al sopralluogo in aziende del comparto metalmeccanico” - DGR 7629 Regione Lombardia 10 agosto 2011) per vasche di sgrassatura e vasche di lavaggio.
Queste alcune delle verifiche richieste dalla check-list per le due vasche:
- “sono state effettuate le verifiche messa in servizio?
- sono state effettuate le manutenzioni previste dal costruttore secondo quanto indicato dal manuale d’uso?
- sono dotati di accessori di sicurezza?
- sono dotati di un sistema localizzato di aspirazione?
- è presente il libretto d’uso e manutenzione?
- questa attrezzatura è inserita in un programma di manutenzione programmata dei dispositivi di sicurezza?
- gli operatori sono stati addestrati all’uso di questa attrezzatura ed informati degli eventuali “rischi residui”?
- le sostanze chimiche sono stoccate e movimentate correttamente”?
Tiziano Menduto
Profili di rischio nei comparti produttivi, “ S.P.R. 25_Addetto allo grassaggio dei metalli”, Inail/ex Ispesl (formato PDF, 177 kB).
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