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Le immagini dell’insicurezza
Trento, 01 Mar - Statisticamente gli infortuni derivanti dalle cadute dall’alto si piazzano - ormai da troppi anni - al primo posto di una tragica classifica.
Guardando le foto che scattiamo, riceviamo e pubblichiamo, ritengo che il tragico primato sia a tutti gli effetti esemplificativo di una situazione che, a mio avviso, si sta aggravando.
Le fotografie di oggi ci mostrano un insieme di situazioni di lavoro che, durante la fase di posa di pannelli fotovoltaici sulla copertura di una villetta, vengono eseguite in modo scorretto.
Si parte dal sistema utilizzato per la movimentazione di persone e materiali che non è certamente corretto. Ricordiamo, a solo titolo di esempio, che le piattaforme di lavoro elevabili non possono essere utilizzate come punto di sbarco in copertura, procedura che invece viene eseguita abitualmente, anche nel caso in esame.
Si passa poi all’esecuzione di un’attività di movimentazione e posa dei materiali compiuta in totale assenza di opere provvisionali di protezione e/o DPI anticaduta.
Anche in questo caso è fondamentale ricordare che per tutte le attività in quota è necessario prevedere delle protezioni collettive e solo quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione si devono impiegare i DPI.
Nella sequenza possiamo – purtroppo – apprezzare come la lavorazione venga scorrettamente eseguita: un operatore preleva i pannelli dalla piattaforma (ed in alcuni casi, foto 03 e 04, posizionando un piede sulla piattaforma e l’altro sulla copertura, non oso immaginare cosa potrebbe succedere in caso di spostamento accidentale della piattaforma così sollecitata), si sposta lungo il colmo del tetto e poi verso il basso della falda frenando la propria discesa puntandosi sugli elementi della sottostruttura dei pannelli, si china – infine - per il posizionamento del pannello.
Da considerare anche il seguente dato tecnico: indicativamente il peso di un pannello fotovoltaico delle dimensioni di quelli fotografati è tra i 18 ed i 25 kg e pertanto anche gli aspetti legati alla movimentazione manuale dei carichi non sono certamente secondari in un’operazione di questo tipo.
Che dire: la sequenza ci illumina seriamente su come – ancora una volta – esiste una totale mancanza di rispetto non solo delle regole, ma della propria vita.
Si ringrazia la Geom. Isabella Andreatta per le fotografie.
Farina Geom. Stefano, Responsabile Nazionale Comitato Costruzioni di AiFOS
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: RAFFAELE Giovanni ( Ispettore Lavoro ) - likes: 0 | 01/03/2013 (17:52:52) |
Non si possono commentare situazioni del genere, l'evidenza dei fatti pericolosi è sotto gli occhi di chi vuol capire.... senza parole.... malauguratamente non è il solo mio povero sud ad operare così ( senza enfasi o giustificazione alcuna ) |
Rispondi Autore: Sandro Cimaroli - likes: 0 | 04/03/2013 (09:52:45) |
Se i lavoratori si fossero rifiutati di eseguire quel lavoro in quel modo, il loro Datore di Lavoro avrebbe trovato altre persone disposto a farlo, e chissà anche a minor costo.......... Il lavoratore comunque ha sempre la sua responsabilità, ma forse è il caso di spostare l'attenzione su di chi permette di far eseguire tali "lavori" ! |