
C’era una volta - Manuale per Costruttore Edile e del Geometra - seconda parte

Nella rubrica "C'era una volta" di oggi, continuiamo ad analizzare il Manuale per Costruttore Edile e del Geometra (Edizioni Cremonese), nella sua quarta edizione, pubblicata nel 1975, a firma del Dott. Ing. Antonello Giori.
La puntata scorsa avevamo trattato la prima parte del capitolo dedicato alle norme sulla prevenzione degli infortuni nell’edilizia ( C’era una volta - Manuale per Costruttore Edile e del Geometra).
Oggi affrontiamo invece il tema dei ponteggi di lavoro e dei castelli di tiro.
Vista l’epoca, parlando di ponteggi, il riferimento principale va a quelli in legname, per i quali viene indicato che essi non vengono esattamente calcolati, ma posti in opera basandosi esclusivamente sull’esperienza. Viene però precisato che questa norma può essere accettata solo se il ponteggio, oltre ad essere proporzionato e idoneo allo scopo, è eseguito a regola d’arte.
Un altro aspetto di rilievo è quello legato “all’accurata verifica del legname da parte di carpentieri specializzati”. Questo aspetto ci ricorda molto quanto ai giorni nostri viene precisato riguardo ai controlli da effettuare sui singoli elementi dei ponteggi metallici.
Un altro parallelismo rispetto ad oggi, lo troviamo nelle dimensioni delle tavole da ponte che sono “comunemente dello spessore di cm. 4 o 5 e larghezza maggiore o uguale a 20 cm. Esse vanno disposte in modo che ognuna appoggi almeno su quattro traversi e si sovrappongano alle estremità per circa 40 cm.”
“Per contrastare la tendenza del ponteggio a rovesciarsi verso l’esterno il ponteggio va ancorato alla costruzione in verticale almeno ogni due piani e in orizzontale un’antenna si e una no”. Considerato il passo delle antenne previsto il valore degli ancoraggi risulta indicativamente attorno ai 20 mq.
Ed è in questo contesto che viene evidenziata anche la necessità di un sottoponte a distanza uguale od inferiore a 2,50 metri.
Altra regola tutt’ora vigente è quella legata ai ponteggi prospicienti le vie di traffico che devono prevedere un robusto tavolato inclinato (parasassi, mantovana) a protezione contro la caduta di materiali dall’alto.
Rimandando alla lettura delle singole pagine che riportiamo, concludiamo l’approfondimento di oggi riportando le regole per una corretta costruzione dei castelli di tiro, modalità tutt’ora interessanti.
CASTELLI DI TIRO
Le incastellature per il sollevamento dei materiali devono rispondere ai seguenti requisiti:
- adeguata resistenza in rapporto ai carichi compreso l'eventuale peso del mezzo di sollevamento (montacarichi a bandiera, ecc.);
- i montanti che sorreggono il braccio dell'elevatore devono essere costituiti da quattro elementi controventati anche nella parte superiore per resistere alle anormali sollecitazioni provocate dall'eventuale impigliamento del gancio o del carico contro l'impalcatura o alle sollecitazioni dinamiche per improvvisa frenata dell'elevatore a pieno carico;
- le incastellature devono essere ancorate alla costruzione ad ogni piano di ponteggio e controventate con elementi posti in modo che le diagonali di due facce opposte siano tra loro incrociate;
- gli impalcati devono essere costituiti da tavoloni di spessore > 5 cm e muniti sui lati prospicienti il vuoto di parapetti e fermapiede. Per Il passaggio della benna o del secchione può essere lasciato un varco, purché in corrispondenza di esso sia applicato un fermapiede più alto dei normali;
- il varco del secchione dove essere ridotto allo stretto necessario e delimitato da robusti sostegni laterali dei quali uno (quello più lontano dall'addetto al tiro) deve prolungarsi sino al piano superiore, in modo da essere assicurato ad elementi fissi dell'impalcatura. Ai sostegni laterali descritti vanno assicurati due robusti staffoni in ferro alti m 1,20 e sporgenti cm 20;
- quando nelle immediate vicinanze del castello di tiro vengono impastati calcestruzzi e malte, o eseguite altre operazioni a carattere continuativo, si dove costruire un solido impalcato ad altezza < 3 m per difendere il posto di lavoro contro la caduta dei materiali dall'alto.
Nella prossima puntata continueremo ad analizzare questo manuale ed affronteremo ulteriori aspetti.
A cura Geom. Stefano Farina, Consigliere Nazionale AiFOS
Fonte: www.sicurezza-ceraunavolta.it
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