Incendi in edilizia: la catramatura e lo stoccaggio di materiali infiammabili
Roma, 6 Ott – Riguardo agli incendi e alle esplosioni che possono avvenire in edilizia, sono molti i possibili rischi aggiuntivi indotti dai cantieri di ristrutturazione e manutenzione. Ad esempio con riferimento ai lavori effettuati con attrezzature che impiegano fiamme libere (o che producono calore o scintille), allo stoccaggio di materiali infiammabili o, ancora, alle attività negli edifici sottoposti a tutela.
A parlarne, fornendo utili suggerimenti per organizzare idoneamente il cantiere e migliorare la prevenzione, è il documento “ Rischio incendio ed esplosione in edilizia. Prevenzione e procedure di emergenza” nato dalla collaborazione tra Inail e Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Nel capitolo dedicato ai possibili rischi indotti dai cantieri di ristrutturazione e manutenzione (capitolo 3), il documento, dopo aver parlato delle operazioni di saldatura e delle operazioni di smerigliatura, si sofferma sulle lavorazioni per la catramatura indicando che la “posa di guaina bituminosa con l'ausilio di un cannello alimentato a GPL costituisce la lavorazione a fiamma libera ‘per eccellenza’ in un cantiere e spesso fonte d'incendio”.
Nell’articolo affrontiamo dunque i rischi connessi ad un “ lavoro a caldo”, la catramatura, e ci soffermiamo poi brevemente sullo stoccaggio di materiali infiammabili e sulle attività negli edifici sottoposti a tutela:
- Edilizia e attività di catramatura: le indicazioni per la prevenzione
- Edilizia e attività di catramatura: lo stoccaggio dei contenitori di GPL
- Stoccaggio di materiali infiammabili ed edifici sottoposti a tutela
Edilizia e attività di catramatura: le indicazioni per la prevenzione
Durante le lavorazioni per la catramatura, al di là degli altri rischi che le caratterizzano, “sono presenti rischi per la sicurezza e la salute come la scottatura e le ustioni per contatto accidentale con la fiamma del cannello, la quale può provocare l'innesco accidentale d'incendio e di esplosione o perdite di gas con i pericoli che ne conseguono”.
A questo proposito il documento indica che sia l’analisi dei rischi, che le procedure durante e al termine delle lavorazioni”, devono “seguire le seguenti indicazioni:
- trasportare le bombole sul posto utilizzando appositi carrelli o analoghi dispositivi;
- controllare la funzionalità del riduttore di pressione posto sulla bombola;
- controllare l'integrità delle tubazioni in gomma con particolare riguardo ai punti di connessione con la bombola e il cannello;
- controllare l'efficienza del cannello;
- verificare che nelle vicinanze non vi siano materiali infiammabili;
- effettuare un'accurata pulizia della superficie di posa, ponendo attenzione alla eliminazione di scarti di lavorazione (trucioli, polvere ecc.) che potrebbero accendersi;
- distendere le tubazioni in curve ampie lontano dai punti di passaggio, proteggendole da calpestio, scintille, fonti di calore e dal contatto con attrezzature o rottami taglienti;
- non utilizzare la fiamma libera in corrispondenza del tubo e della bombola del gas;
- tenere la bombola in posizione verticale e lontano da fonti di calore;
- porre attenzione a non lambire con la fiamma altri elementi combustibili presenti sulla copertura, come lucernai in materiale plastico, legno strutturale e non di pezzatura minuta ecc.;
- durante pause di lavoro spegnere la fiamma chiudendo le valvole d'afflusso del gas sul cannello e sulla bombola e porre il cannello caldo su apposito supporto e non in adiacenza a materiale combustibile;
- non sottoporre le tubazioni di alimentazione del cannello a trazione;
- non piegare le tubature di alimentazione per interrompere il flusso del gas;
- accendere i cannelli utilizzando appositi accenditori (non usare mai fiammiferi, torce di carta, scintille prodotte da mole o altri sorgenti di fortuna);
- per evitare pericoli di esplosione, se il cannello non si accende tempestivamente, verificare che non si sia accumulato gas in sacche o interstizi o nell'ambiente di lavoro, prima di effettuare altri tentativi;
- in caso di principio di incendio o di fuga di gas, chiudere immediatamente le bombole agendo sulla valvola principale”.
E “le procedure che devono essere seguite una volta terminata la lavorazione sono:
- spegnere la fiamma chiudendo le valvole d'afflusso del gas sul cannello e sulla bombola;
- rimuovere la bombola dal luogo della lavorazione per riporla nell'apposito deposito di cantiere;
- non abbandonare l'attrezzatura sul luogo di lavoro;
- sorvegliare accuratamente l'area operativa per almeno un'ora dopo aver completato le operazioni”.
Edilizia e attività di catramatura: lo stoccaggio dei contenitori di GPL
Chiaramente, con riferimento alle lavorazioni per la catramatura, particolare attenzione deve essere rivolta anche alle “modalità di stoccaggio dei contenitori di GPL, che di fatto, vanno a costituire un deposito temporaneo di gas infiammabile”.
A questo proposito si indica che il quantitativo dei materiali infiammabili o facilmente combustibili deve essere limitato a quello strettamente necessario per il normale svolgimento dell'attività e tenuto lontano dalle vie di esodo; inoltre, il deposito di materiali infiammabili deve essere realizzato in luogo isolato o in locale separato dal restante tramite strutture resistenti al fuoco e vani di comunicazione muniti di porte resistenti al fuoco”.
Si segnala poi che le bombole di gas, quando non sono utilizzate, “devono essere depositate all'esterno del luogo di lavoro, al fine di limitare il coinvolgimento di queste bombole in situazioni che potrebbero verificarsi nel cantiere quando è chiuso, oppure quando sono in corso altre lavorazioni. La presenza del gas infiammabile, infatti, potrebbe configurarsi come l'elemento di amplificazione di un eventuale incendio, aumentandone le conseguenze”.
E, dunque, la localizzazione di un'area o di un locale dove depositare queste bombole diventa “un aspetto di particolare importanza nella gestione in sicurezza del cantiere”.
Si rimanda alle specifiche direttive per quanto concerne i depositi di GPL in bombole.
Stoccaggio di materiali infiammabili ed edifici sottoposti a tutela
Parlando di stoccaggio veniamo invece, più in generale, ai problemi connessi allo stoccaggio di materiali infiammabili.
Nel capitolo 3 il documento ricorda che anche alcuni materiali per isolamento termico in particolari fasi del cantiere possono rappresentare “materiali da ‘attenzionare’ ai fini del rischio d’incendio per la loro elevata capacità di partecipare alla combustione”.
Pertanto, nella gestione del cantiere, “è necessario tenere in considerazione i seguenti aspetti:
- posizionare i depositi di materiale combustibile lontano dalle possibili fonti di innesco come aree in cui vengono effettuare operazioni di saldatura, presenza di sorgenti di calore dovute ad attriti, presenza di apparecchiature per la produzione di calore, presenza di fiamme libere;
- evitare di stoccare grandi quantitativi di materiale combustibile, è buona norma limitare il deposito al normale consumo nel breve periodo;
- individuare le aree di deposito dei materiali avendo cura di mantenere costantemente fruibili le vie di esodo per la tutela dei lavoratori e di garantire l’accesso dei mezzi di soccorso;
- installare la necessaria segnaletica di sicurezza indicante i pericoli presenti e i divieti da rispettare;
- prevedere la presenza di estintori, nel caso in cui siano depositati consistenti quantitativi di materiale combustibile, posizionare estintori carrellati;
- tutte le aree di cantiere ed in particolare i depositi di materiale infiammabile o combustibile, devono essere tenute pulite e in ordine;
- nelle aree di deposito deve essere rispettato il divieto di fumo;
- alla fine della giornata lavorativa deve essere effettuato un controllo di tutte le aree per verificare che non sussistano condizioni per l’innesco di un incendio;
- gli scarti di lavorazione devono essere rimossi quotidianamente e depositati in aree appositamente destinate”.
Il documento si sofferma su altri possibili rischi aggiuntivi relativi ai cantieri di ristrutturazione e manutenzione (anche con riferimento alla presenza di materiali contenenti amianto o ai lavori di scavo in prossimità di tubazioni del gas e cavi di energia elettrica) e riporta utili indicazioni anche per i lavori in edifici sottoposti a tutela.
A questo proposito, dopo aver ricordato che l’Italia “ha un patrimonio di monumenti, centri storici, parchi archeologici e naturali che non ha eguali nel mondo”, si segnala che negli edifici di valore storico-artistico il fine della sicurezza antincendio “deve essere perseguito in maniera coordinata con le esigenze di conservazione del bene tutelato, che spesso non consentono il rispetto di prescrizioni imposte dal classico approccio alla prevenzione incendi”.
A questo proposito ove l'adeguamento risulti troppo invasivo per il bene tutelato “si può ricorrere al procedimento di deroga, o anche all’approccio ingegneristico denominato “Fire Safety Engineering” (FSE), che consiste nel quantificare l’impatto di ogni soluzione tecnica sull’evoluzione dell’incendio, al fine di progettare soluzioni che siano maggiormente proporzionate al rischio reale”.
Rimandiamo alla lettura integrale del documento che riguardo alla sicurezza antincendio degli edifici sottoposti a tutela riporta anche esempi dei particolari pericoli di incendio nelle attività di restauro degli edifici e delle possibili misure di prevenzione.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione, “ Rischio incendio ed esplosione in edilizia. Prevenzione e procedure di emergenza”, documento realizzato in collaborazione con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, a cura di Giovanni Luca Amicucci, Beatrice Conestabile Della Staffa, Francesca Maria Fabiani, Daniela Freda, Alessandro Ledda, Donato Lancellotti, Barbara Manfredi, Federica Paglietti, Arcangelo Prezioso, Giovanna Ricupero, Alessio Rinaldini, Raffaele Sabatino, Maria Teresa Settino, Fabrizio Baglioni, Armando De Rosa, Federico Lombardo, Andrea Marino, Fabio Mazzarella, Francesco Notaro, Antonio Petitto, Amalia Tedeschi – Collana Ricerche - edizione 2020 (formato PDF, 4,70 MB).
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