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Infortuni sul lavoro in calo nel 2005, ma nel 2006…
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Per la prima volta le morti bianche sotto quota 1300 e un calo degli infortuni sul lavoro pari al 2,8%.
Accanto a questi dati positivi relativi al 2005, presentati ieri dall’Inail nel Rapporto annuale, si fanno strada segnali preoccupanti per il primo trimestre 2006, nel quale le prime proiezioni registrano un incremento tra il 3 e il 4% rispetto al 2005 nel settore dell'industria e dei servizi.
“Tale aumento – secondo l’Istituto – potrebbe essere correlato ai segnali di ripresa produttiva in atto nel Paese: in questi mesi l’Istat ha rilevato un forte incremento nel fatturato e negli ordinativi industriali"
Per la prima volta le morti bianche sotto quota 1300 e un calo degli infortuni sul lavoro pari al 2,8%.
Accanto a questi dati positivi relativi al 2005, presentati ieri dall’Inail nel Rapporto annuale, si fanno strada segnali preoccupanti per il primo trimestre 2006, nel quale le prime proiezioni registrano un incremento tra il 3 e il 4% rispetto al 2005 nel settore dell'industria e dei servizi.
“Tale aumento – secondo l’Istituto – potrebbe essere correlato ai segnali di ripresa produttiva in atto nel Paese: in questi mesi l’Istat ha rilevato un forte incremento nel fatturato e negli ordinativi industriali"
I dati relativi al 2006 - avverte l’INAIL - “vanno presi come indicazioni di massima, in quanto basate su un periodo di osservazione troppo limitato per formulare previsioni che possano avere una valenza decisiva”.
I numeri del 2005.
939.566 gli infortuni sul lavoro denunciati all’INAIL per il 2005 e rilevati fino al 30 aprile 2006, con un calo del 2,8% rispetto al 2004. Il 2005 riconferma un trend positivo che va avanti ormai da 4 anni. Infatti, nel quinquennio 2001-2005 gli infortuni sul lavoro in Italia sono scesi dell’8,2%: “un decremento che – secondo l’INAIL – assume ancora più valore se si confronta con la crescita occupazionale registrata dall’Istat nello stesso periodo e pari al 4,4%”.
Il calo degli infortuni registrato per l’anno 2005 riguarda esclusivamente i lavoratori di sesso maschile, tra i quali gli infortuni sono diminuiti del 4% rispetto all’anno precedente. Gli infortuni occorsi a lavoratrici sono invece cresciuti. “Tale aumento però – fa notare l’INAIL – va di pari passo con l’incremento dell’occupazione femminile rilevato dall’Istat, che nel 2005 è stato proprio dello 0,5%.”
Gli infortuni stradali, cioèquelli causati dalla circolazione stradale indipendentemente dal fatto che si tratti o meno di infortunio in itinere, sono stati circa126.000, pari a 13,4% del totale.
1.206 i casi mortali relativi al 2005 denunciati al 30 aprile 2006. Nel 2004 i casi denunciati erano stati invece 1.328. Secondo le stime, una volta consolidato, il dato complessivo dei morti sul lavoro per l’anno 2005 sarà pari a 1.280 casi.
Nel 2005 per la prima volta nella storia gli infortuni mortali sono stati meno di 1.300.
Gli infortuni stradali mortali sono stati 638,e ben il 53% degli infortuni mortali; considerando questo dato appare chiaro che i rischi connessi alla guida di automezzi siano spesso non valutati e non siano, quindi, trattati come tali.
I numeri del 2005 per settori.
Dei 939.566 infortuni sul lavoro denunciati nel 2005: 844.852 si sono verificati nell’industria e nei servizi, 66.286 in agricoltura e 28.428 tra i dipendenti dello Stato.
Per quanto concerne gli infortuni mortali, 1.065 sono relativi al settore dell’industria e dei servizi, 127 all’agricoltura e 12 si sono verificati tra i dipendenti dello Stato.
“Nel 2005 - afferma l’Inail - gli infortuni sul lavoro sono diminuiti soprattutto nell’industria (-6,6%), mentre nei servizisi assiste ad un incremento sia per gli infortuni in generale (+0,7%) che per i casi mortali in particolare. Per questi ultimi la crescita dovrebbe attestarsi intorno al 3%.
Secondo i dati Istat, tuttavia, in entrambi i rami di attività si è registrato un incremento occupazionale prossimo all’1%.
Il calo degli infortuni, comunque, è stato più sensibile nel settore manifatturiero e in particolare in tutti quei settori che negli ultimi anni hanno maggiormente risentito della crisi del made in Italy, ovvero l’industria conciaria (calzature, borse e articoli da viaggio) e quella del tessile e abbigliamento (- 12% dei casi, rispetto al 2004), seguite dalla lavorazione dei minerali non metalliferi (materiali per l’edilizia, vetro, ceramica, ecc.) e dall’industria della gomma e plastica, con un calo dell’10% circa per entrambe.”
La riduzione degli infortuni registrata tra il 2004 e il 2005 per il settore dell’industria e dei servizi riguarda tutte le regioni del Centro Nord, mentre in alcune regione del Sud (Calabria, Abruzzo, Molise e Sardegna) si riscontrano modesti incrementi.Il Nord Est ha registrato un calo del 3,9%, sensibilmente superiore alla media nazionale.
“In agricoltura, invece, si assiste ad una diminuzione generalizzata in tutte le regioni ad eccezione della Liguria, che presenta un incremento dell’1%.
Il calo di infortuni in questo settore ha interessato soprattutto la Campania (-13,3%), il Lazio (-10,8%) e la Sicilia (-10,1%). In leggero aumento, infine, gli infortuni dei dipendenti dello Stato che però ha riguardato solo la metà delle regioni del Paese.”
Un calo del 5,3% si registra poi nelle costruzioni, a fronte di una crescita occupazionale del 4,4% (fonte Istat). La diminuzione dovrebbe riguardare anche i casi mortali, i quali, sulla base di stime previsionali dovrebbero attestarsi al di sotto delle 300 unità.
I numeri del 2005.
939.566 gli infortuni sul lavoro denunciati all’INAIL per il 2005 e rilevati fino al 30 aprile 2006, con un calo del 2,8% rispetto al 2004. Il 2005 riconferma un trend positivo che va avanti ormai da 4 anni. Infatti, nel quinquennio 2001-2005 gli infortuni sul lavoro in Italia sono scesi dell’8,2%: “un decremento che – secondo l’INAIL – assume ancora più valore se si confronta con la crescita occupazionale registrata dall’Istat nello stesso periodo e pari al 4,4%”.
Il calo degli infortuni registrato per l’anno 2005 riguarda esclusivamente i lavoratori di sesso maschile, tra i quali gli infortuni sono diminuiti del 4% rispetto all’anno precedente. Gli infortuni occorsi a lavoratrici sono invece cresciuti. “Tale aumento però – fa notare l’INAIL – va di pari passo con l’incremento dell’occupazione femminile rilevato dall’Istat, che nel 2005 è stato proprio dello 0,5%.”
Gli infortuni stradali, cioèquelli causati dalla circolazione stradale indipendentemente dal fatto che si tratti o meno di infortunio in itinere, sono stati circa126.000, pari a 13,4% del totale.
1.206 i casi mortali relativi al 2005 denunciati al 30 aprile 2006. Nel 2004 i casi denunciati erano stati invece 1.328. Secondo le stime, una volta consolidato, il dato complessivo dei morti sul lavoro per l’anno 2005 sarà pari a 1.280 casi.
Nel 2005 per la prima volta nella storia gli infortuni mortali sono stati meno di 1.300.
Gli infortuni stradali mortali sono stati 638,e ben il 53% degli infortuni mortali; considerando questo dato appare chiaro che i rischi connessi alla guida di automezzi siano spesso non valutati e non siano, quindi, trattati come tali.
I numeri del 2005 per settori.
Dei 939.566 infortuni sul lavoro denunciati nel 2005: 844.852 si sono verificati nell’industria e nei servizi, 66.286 in agricoltura e 28.428 tra i dipendenti dello Stato.
Per quanto concerne gli infortuni mortali, 1.065 sono relativi al settore dell’industria e dei servizi, 127 all’agricoltura e 12 si sono verificati tra i dipendenti dello Stato.
“Nel 2005 - afferma l’Inail - gli infortuni sul lavoro sono diminuiti soprattutto nell’industria (-6,6%), mentre nei servizisi assiste ad un incremento sia per gli infortuni in generale (+0,7%) che per i casi mortali in particolare. Per questi ultimi la crescita dovrebbe attestarsi intorno al 3%.
Secondo i dati Istat, tuttavia, in entrambi i rami di attività si è registrato un incremento occupazionale prossimo all’1%.
Il calo degli infortuni, comunque, è stato più sensibile nel settore manifatturiero e in particolare in tutti quei settori che negli ultimi anni hanno maggiormente risentito della crisi del made in Italy, ovvero l’industria conciaria (calzature, borse e articoli da viaggio) e quella del tessile e abbigliamento (- 12% dei casi, rispetto al 2004), seguite dalla lavorazione dei minerali non metalliferi (materiali per l’edilizia, vetro, ceramica, ecc.) e dall’industria della gomma e plastica, con un calo dell’10% circa per entrambe.”
La riduzione degli infortuni registrata tra il 2004 e il 2005 per il settore dell’industria e dei servizi riguarda tutte le regioni del Centro Nord, mentre in alcune regione del Sud (Calabria, Abruzzo, Molise e Sardegna) si riscontrano modesti incrementi.Il Nord Est ha registrato un calo del 3,9%, sensibilmente superiore alla media nazionale.
“In agricoltura, invece, si assiste ad una diminuzione generalizzata in tutte le regioni ad eccezione della Liguria, che presenta un incremento dell’1%.
Il calo di infortuni in questo settore ha interessato soprattutto la Campania (-13,3%), il Lazio (-10,8%) e la Sicilia (-10,1%). In leggero aumento, infine, gli infortuni dei dipendenti dello Stato che però ha riguardato solo la metà delle regioni del Paese.”
Un calo del 5,3% si registra poi nelle costruzioni, a fronte di una crescita occupazionale del 4,4% (fonte Istat). La diminuzione dovrebbe riguardare anche i casi mortali, i quali, sulla base di stime previsionali dovrebbero attestarsi al di sotto delle 300 unità.
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