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Aziende ad alto rischio in Lombardia
Le aziende ad alto rischio in Lombardia sono aumentate del 28% rispetto a marzo dello scorso anno.
Le provincie con il maggior numero di aziende a rischio sono Milano con 38 aziende al massimo indice di rischio e 57 ad alto e medio rischio (con un aumento del 28%), Bergamo con 20 aziende per entrambi le classi, e Varese con 13 aziende ad altissimo rischio e 15 ad alto e medio rischio.
I dati sono stati comunicati nell'ambito di un convegno, svoltosi a Milano a 25 anni dalla tragedia dell'Icmesa di Seveso e organizzato dall'Associazione Ambiente Lavoro.
Fortunatamente le condizioni di sicurezza sono molto cambiate in questi anni e ora- ha affermato Rino Pavanello- "essere classificati aziende a rischio non significa essere automaticamente una bomba ecologica ma un'azienda che lavora sostanze pericolose. Il rischio è determinato dalle misure di sicurezza adottate".
Il panorama lombardo e nazionale, non è comunque rassicurante, sono 352 le aziende classificate a rischio in Lombardia e circa diecimila in tutta Italia, di cui 1.092 ad alto rischio.
Di queste 404 sono state riconosciute come appartenenti alla classe A1(pericolosissime), mentre 688 appartengono alle classi A2 e B1 (medio pericolo).
Dopo l'entrata in vigore delle cosiddette leggi ''Seveso'', la prima nel 1988 (DPR 175 che recepì la direttiva Cee n. 501 dell'82) e la seconda nel 1999, (D.Lgs 334, che recepì la direttiva del '96) le aziende a rischio hanno messo in campo numerosi accorgimenti di sicurezza.
Sempre più consistente è, infatti,l'adesione delle aziende ai sistemi di certificazione della gestione ambientale.
A Bergamo, per esempio, come ha precisato l'ingegner Alberto Barcella, vicepresidente dell'Unione industriali della Provincia: "Un numero sempre crescente di imprese (oggi sono più di 200) ha ottenuto le certificazioni Iso 14000 e Emas (European management audit scheme)".
Le provincie con il maggior numero di aziende a rischio sono Milano con 38 aziende al massimo indice di rischio e 57 ad alto e medio rischio (con un aumento del 28%), Bergamo con 20 aziende per entrambi le classi, e Varese con 13 aziende ad altissimo rischio e 15 ad alto e medio rischio.
I dati sono stati comunicati nell'ambito di un convegno, svoltosi a Milano a 25 anni dalla tragedia dell'Icmesa di Seveso e organizzato dall'Associazione Ambiente Lavoro.
Fortunatamente le condizioni di sicurezza sono molto cambiate in questi anni e ora- ha affermato Rino Pavanello- "essere classificati aziende a rischio non significa essere automaticamente una bomba ecologica ma un'azienda che lavora sostanze pericolose. Il rischio è determinato dalle misure di sicurezza adottate".
Il panorama lombardo e nazionale, non è comunque rassicurante, sono 352 le aziende classificate a rischio in Lombardia e circa diecimila in tutta Italia, di cui 1.092 ad alto rischio.
Di queste 404 sono state riconosciute come appartenenti alla classe A1(pericolosissime), mentre 688 appartengono alle classi A2 e B1 (medio pericolo).
Dopo l'entrata in vigore delle cosiddette leggi ''Seveso'', la prima nel 1988 (DPR 175 che recepì la direttiva Cee n. 501 dell'82) e la seconda nel 1999, (D.Lgs 334, che recepì la direttiva del '96) le aziende a rischio hanno messo in campo numerosi accorgimenti di sicurezza.
Sempre più consistente è, infatti,l'adesione delle aziende ai sistemi di certificazione della gestione ambientale.
A Bergamo, per esempio, come ha precisato l'ingegner Alberto Barcella, vicepresidente dell'Unione industriali della Provincia: "Un numero sempre crescente di imprese (oggi sono più di 200) ha ottenuto le certificazioni Iso 14000 e Emas (European management audit scheme)".
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