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Cosa indica la mozione del Senato sulla sicurezza sul lavoro

Cosa indica la mozione del Senato sulla sicurezza sul lavoro
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Approfondimento

18/09/2023

Il testo della mozione approvata all’unanimità in Senato in materia di salute e sicurezza sul lavoro e l’intervento del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulle attività portate avanti dal Ministero e dal Governo.

Roma, 18 Set – Purtroppo nel nostro Paese, come è successo, ad esempio, tra il 2007 e il 2008 all’indomani dell’incidente alla fabbrica tedesca della Thyssen, l’interesse non solo mediatico, ma anche politico cresce spesso solo in concomitanza di gravi eventi infortunistici.

Ed infatti solo dopo l’ incidente ferroviario (cinque morti) avvenuto a Brandizzo (Torino) e l’esplosione (tre morti) a Casalbordino (Chieti) è stata approvata, il 13 settembre, una mozione in Senato sul tema della salute e sicurezza sul lavoro.

 

Tuttavia l’aspetto più rilevante di questa mozione è che la mozione è stata approvata all’unanimità e non contiene solo parole, ma richiede l’impegno del Governo su 10 diversi punti.

 

Inoltre l’approvazione della mozione è stata preceduta anche da un intervento del ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, che ha fornito alcune informazioni su come si sta muovendo attualmente il Ministero e il Governo su questi temi.

 

Per parlarne ci soffermiamo sui seguenti argomenti:


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OttoUno - D.Lgs. 81/2008
Formazione e informazione generale dei lavoratori sulla sicurezza e salute sul lavoro

 

La mozione del Senato: le considerazioni e rilevazioni

Partiamo innanzitutto dalla “ Mozione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro” approvata in Senato nella giornata del 13 settembre 2023 all’unanimità, con 139 voti e senza contrari o astenuti.

 

Una mozione unitaria che impegna il Governo ad attivarsi per contrastare i decessi e infortuni dei lavoratori sul territorio nazionale.

 

Prima di indicare le richieste al Governo riportiamo alcune considerazioni e rilevazioni presenti nella mozione.

 

Si rileva che “l’ incidente verificatosi a Brandizzo costituisce solo un episodio, pur particolarmente grave, di una serie sanguinosa di decessi e infortuni che si verificano con cadenza giornaliera in danno dei lavoratori sul territorio nazionale. Al riguardo, i dati 2021-2022 sugli infortuni pubblicati dall’INAIL ed elaborati dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente evidenziano che, da gennaio a luglio 2023, il bilancio delle morti sul lavoro ammonta a 559 vittime di cui 430 in occasione di lavoro e 129 in itinere, con una media di 80 decessi al mese”.

Inoltre si considera il dato, ricavabile dai rilievi INAIL, “del sensibile aumento degli infortuni mortali fra i lavoratori più giovani, che ammontano a 196 sinistri con esito fatale tra i 25 e i 39 anni e 22 tra i minori di vent’anni”.

 

Si considera come prioritario “l’obiettivo dell’azzeramento del numero degli infortuni, in particolar modo di quelli mortali, nonché delle malattie professionali, da conseguire attraverso attività sinergiche e virtuose che attivino tutti gli strumenti disponibili (prevenzione, vigilanza, assistenza, repressione, incentivazione delle stesse buone pratiche preventive) fino all’emarginazione delle aziende che reiteratamente violino le norme di tutela della salute e sicurezza e, al contrario, alla valorizzazione delle imprese che assicurino una tutela rafforzata della sicurezza sul lavoro”. E si considera la necessità di “individuare un nuovo approccio strategico alla prevenzione degli infortuni sul lavoro che si traduca in azioni sul piano normativo, organizzativo, disciplinare e culturale e che tenga conto, tra l’altro, da un lato, del principio di differenziazione delle attività economiche, e, dall’altro, dell’evoluzione del mondo del lavoro”.

Si rileva poi “la necessità che in sede parlamentare sia svolta una valutazione analitica sull’organicità, esaustività e attualità della normativa di cui al testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sulla presenza di eventuali lacune normative da colmare in relazione a specifici settori produttivi”.

 

La mozione del Senato: le dieci richieste al Governo

Veniamo, dunque, alle dieci richieste che riprendiamo integralmente rimandando a futuri articoli eventuali approfondimenti e commenti.

 

Si impegna il Governo:

  1. a favorire il potenziamento degli organici e delle professionalità degli enti preposti ai controlli in tema di rispetto delle misure di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro;
  2. a valutare l’opportunità di inserire il settore della manutenzione ferroviaria nella categoria dei lavori usuranti di cui al decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67;
  3. ad introdurre disposizioni di carattere premiale in favore delle imprese che assicurino ulteriori e più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e a rafforzare le misure sanzionatorie per le imprese che si rendono responsabili di violazioni in tema di sicurezza;
  4. a procedere alla celere implementazione del fascicolo elettronico di ogni singolo lavoratore per la sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché a prevedere percorsi formativi premiali in punto di sicurezza del lavoro, tarati sulle caratteristiche peculiari dei singoli lavoratori;
  5. ad individuare, per quanto concerne le condizioni di fragilità che aumentano il rischio infortunistico e la morbilità professionale, le best practice in materia di sicurezza del lavoro, con particolare riguardo ai principi di differenziazione ed adeguatezza rispetto alla dimensione aziendale e al tipo di attività produttiva;
  6. a favorire l’avvio di un’attività conoscitiva sulla transizione digitale e sulle nuove tecnologie e il loro potenziale utilizzo ai fini di prevenzione generale e speciale degli infortuni sul lavoro;
  7. ad individuare nuove tecniche di monitoraggio e aggiornamento, in sinergia con l’INAIL, sui dati di rilievo per gli infortuni sui luoghi di lavoro, con l’obiettivo di raggiungere un rafforzamento delle tecniche e degli istituti di prevenzione e migliorare l’adeguatezza degli interventi correttivi rispetto alla tipologia di infortunio;
  8. a valutare l’opportunità di favorire l’interoperabilità e la piena condivisione, tra l’Ispettorato nazionale del lavoro e l’INAIL, delle banche dati rilevanti ai fini delle attività di controllo, nel rispetto della disciplina relativa alla protezione dei dati personali;
  9. ad effettuare una valutazione analitica della possibile relazione causale tra gli istituti del decentramento produttivo, tra cui la subfornitura, il subappalto, e il distacco, da una parte, e l’eventuale abbassamento della soglia delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, dall’altra;
  10.  a promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro in riferimento ad ogni livello di istruzione e formazione, prevedendo altresì il coinvolgimento, con apposite attività formative, delle classi docenti e l’eventuale l’introduzione di un insegnamento ad hoc.

 

L’intervento del ministro del lavoro e delle politiche sociali

Ci soffermiamo poi brevemente su alcune parole della ministra Calderone intervenuta prima dell’approvazione della mozione.

 

Si indica che il miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è una priorità “che va certamente conseguita anche attraverso un continuo e serio confronto con le parti sociali”. Si ricorda l'istituzione del tavolo tecnico sulla sicurezza sui luoghi di lavoro che, “ascoltando e valutando le proposte di tutti gli attori coinvolti, ha lo scopo di elaborare una proposta di revisione dell'impianto normativo vigente per renderlo più attuale, connesso al tessuto produttivo odierno e adeguato ai cambiamenti demografici e digitali e ai processi di transizione verde e a garantire la maggiore diffusione della cultura della sicurezza già a partire dall'istruzione scolastica per preparare le future lavoratrici e i futuri lavoratori”.

 

Si parla poi dell’urgenza di “avviare un corale processo di sensibilizzazione culturale con lo scopo di rendere la sicurezza sul lavoro parte integrante del patrimonio civico di ogni cittadino in ogni fase della sua vita. Questo obiettivo potrà essere raggiunto solo partendo dall'istruzione”.

 

Si indica poi che “è stata intensificata l'attività ispettiva su tutto il territorio nazionale ed è in corso il rafforzamento delle strutture ispettive con l'innesto di nuovo personale qualificato: tra luglio e settembre 2023 sono stati assunti dall'Ispettorato nazionale del lavoro 800 ispettori tecnici da destinare agli uffici territoriali del lavoro, per i quali proprio ieri è stato inaugurato un corso di 175 ore, all'interno del quale sarà anche trattata specificamente la vigilanza in ambito ferroviario. Il tema della qualificazione e della qualità della formazione tecnica degli ispettori che sono deputati al controllo del rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro è una condizione importantissima”.

 

A partire da qualche giorno, d'intesa con il Ministero e l'Ispettorato nazionale del lavoro, è stata avviata “un'attività di vigilanza straordinaria, denominata operazione Safety First, volta a una diffusa e capillare attività di controllo in edilizia e nei cantieri avviati per la realizzazione di progetti di efficientamento e di manutenzione straordinaria di opere infrastrutturali realizzate sulla rete ferroviaria e stradale. Sono stati previsti controlli specifici sui cantieri caratterizzati da una elevata complessità progettuale e difficoltà esecutiva, per cui sono richiesti tempi rapidi di realizzazione o completamento che incidono sull'organizzazione e sulle condizioni di lavoro. I primi dati che emergono dagli esiti delle operazioni ispettive descritte, che sono ancora in corso, ci danno un quadro preoccupante”.

Nella sola giornata di lunedì 11 settembre “sono stati mobilitati 600 ispettori, che hanno verificato 186 cantieri e ispezionato 382 aziende, rilevando delle disapplicazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.

 

E a questa forte azione di contrasto “si accompagnerà una decisa azione di adeguamento della normativa, con una particolare attenzione all'impianto sanzionatorio”.

 

Un ruolo strategico nella protezione dei lavoratori dai rischi per la salute e sicurezza sul posto di lavoro è poi “rivestito sicuramente dalla formazione, pertanto è preminente l'attività diretta a dare attuazione alla disposizione dell'articolo 37 del decreto legislativo n. 81 del 2008. Tra le priorità del 2023 indicate per il Ministero del lavoro e delle politiche sociali rientra il lavoro diretto alla rivisitazione e modifica degli accordi tra Stato e Regioni vigenti in materia di formazione. A questo riguardo è stato costituito un gruppo di lavoro istituzionale chiamato a predisporre una bozza di accordo da sottoporre alle parti sociali, al fine di assicurare il prosieguo dell'iter volto ad acquisire l'intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. Il testo è già stato trasmesso alle parti sociali, siamo in attesa delle osservazioni per poter poi completare in tempi brevissimi l'iter di approvazione. Si tratta di un accordo certamente più adeguato ai tempi e alle evoluzioni del mondo del lavoro, tenendo conto anche dell'esperienza maturata nel corso della pandemia. È stata prevista e disciplinata la formazione del datore di lavoro, oggi divenuta obbligatoria”.

 

Il ministro del lavoro sottolinea poi che la formazionenon è e non può essere percepita come un costo, così come non può essere percepito come un costo tutto ciò che richiede gli adempimenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Le prescrizioni non possono e non devono essere considerate solo dei formali adempimenti. Investire in formazione rappresenta, al contrario, il rafforzamento della consapevolezza che lavorare in luoghi sani e sicuri contribuisce a tutelare la vita delle lavoratrici e dei lavoratori e dunque a contrastare il fenomeno degli infortuni”.

 

E poi alcune indicazioni sulle conseguenze della mozione del Senato, che accoglie anche il parere favorevole del Governo.

 

La ministra indica che gli impegni “che tutti i Gruppi parlamentari propongono oggi al Governo rappresentano delle linee d'azione sulle quali ci sentiamo in dovere di dare riscontro e sui cui in alcuni casi, come ho detto in precedenza, stiamo già operando”.

 

Inoltre si sottolinea che, anche alla luce delle risultanze ispettive, “è necessario definire la proposta relativa alla qualificazione delle imprese rispetto alla sicurezza dei lavoratori, nell'ambito di una più generale e strutturata ipotesi di meccanismi premiali rivolti alle aziende virtuose”.

 

Infine, per una lettura integrale dell’intervento e della mozione rimandiamo al resoconto stenografico della seduta n. 100 del 13/09/2023 presso il Senato della Repubblica.

 

 

Tiziano Menduto

 


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Rispondi Autore: SS - likes: 0
18/09/2023 (03:16:31)
Servono:
- più controlli, più dettagliati. Non è possibile che molti aspetti si verificano solo in caso incidenti gravi. Così, non si mentalizzano ne i datori e ne i lavoratori
- serve un sistema per fermare la finta formazione, tipo mediante comunicazioni preventive dei corsi agli organi di vigilanza con luogo, data ed elenco discenti o sistema telematico di registrazione su una piattaforma ministeriale o regionale
- la formazione a distanza asincrona andrebbe disciplinata con un sistema di riconoscimento facciale mediante webcam tipo come sulla piattaforma Kattedra, così si ha certezza di chi segue il corso di formazione
- serve un sistema telematico dove fare l'upload dei piani di coordinamento per la sicurezza ed i piani operativi di sicurezza dei cantiere temporanei e mobili, prima dell'inizio dei lavori, in modo da obbligare le aziende a prevedere la sicurezza ed inoltre fungerebbe da sistema per evitare falsi post infortuno o controlli
- alle ASL servono di nuovo ingegneri e periti industriali, non possono effettuare le ispezioni con solo medici e tecnici della prevenzione (sono sempre dei sanitari)
- i concorsi degli ispettori vanno aperti ai soli laureati tecnici e con esami incentrati del tutto sul D.Lgs. 81/08 e norme tecniche (non è possibile che passano gli esami laureati materie diverse che rispondono meglio a domande non attinenti al ruolo da svolgere)
- vanno responsabilizzati maggiormente anche i lavoratori che spesso sono i primi a fuggire dal rispetto delle regole
- le norme e gli accordi stato regioni devono essere discussi e concordati con le associazioni principali del settore (vedi AIFOS) e gli ordini professionali
- va messo un limite a chi può esercitare il ruolo di RSPP e di consulenze in materia di sicurezza sul lavoro (Solo tecnici e laureati in materie scientifiche)
- va controllato il fenomeno della sorveglianza sanitaria erogata da infermieri al posto di medici competenti (si potrebbero caricare il numero di visite annuali e capire chi bara. Per i coordinatori con coordinati il problema non esiste)

Tutto il resto non fa bene ne ai professionisti del settore per bene, ma soprattutto alla prevenzione sui luoghi di lavoro. Resteranno solo chiacchiere
Rispondi Autore: Raffaele Giovanni - likes: 0
18/09/2023 (06:39:03)
Leggendo fugacemente la nota individuo negli interventi predisposti dal governo per meta cose buone ma per il resto tanta "fuffa" frutto che ad essere sentiti dalle commisdioni parlamentari, non sempre sono tecnici reali e del mestiere, ma burocrati, professoroni universitari e tanti organismi (anche sindacali) non del mestiere. Per le cose buone speriamo che partoriscano cose buone e non come ad esempio quanto letto nella bozza dell'ASR di imminente uscita (un mezzo bluff). Sul commento del collega sopra annoto diversi buoni suggerimenti ma anche tante che non condivido.
Autore: Mattia Raffese
18/09/2023 (07:52:46)
Ad ogni uscita di un nuovo decreto che modifica l'81 o anche bozze di ASR leggo spesso commenti, articoli, post, di professionisti del settore che "criticano" quanto scritto dal legislatore e fondamentalmente bollano gli atti come poco incisivi o scritti da chi non è competente sulla materia. Salvo rarissimi casi, a questi commenti non seguono mai reali proposte di come intervenire concretamente. Considerato che ogni contributo è sicuramente utile, credo però che tutto ciò rischi solo di aumentare la "fuffa" sulla materia e poco contribuisca a migliorare, fattivamente, la normativa di riferimento.
Sarebbe bello poter leggere, ad esempio, una bozza di ASR sulla formazione scritta dalle associazioni che riuniscono i professionisti così da avere contezza, nero su bianco con articoli, commi etc., di come idee general generiche che si leggono possano trovare reale applicazione pratica, da parte di chi è esperto pratico della materia. Ogni tanto qualcuno ci prova, ma con contenuti spot (pubblicati qua e la), sicuramente ottimi e applicabili, ma isolati. Se non veicolati dalle associazioni più rappresentative mai arriveranno all'attenzione del legislatore.
Rispondi Autore: Dani Mass - likes: 0
18/09/2023 (07:38:48)
Non mi aspetto nulla di eccezionale da questo governo visto cosa stanno facendo negli altri settori.
Una cosa su tutte: sbloccare i decreti attuativi sulla formazione obbligatoria del datore di lavoro.
Rispondi Autore: Nicola - likes: 0
18/09/2023 (07:49:53)
Concordo con l'utente Raffaele. Bisognerebbe che una buona volta l'apparato normativo fosse rivisto da chi è veramente sul campo e si sbatte tutti i giorni per applicare le leggi. Esempio ne è la bozza del nuovo accordo sulla formazione: creerà più caos nei controlli e la necessità di fare tanta carta totalmente inutile.
"Mi piace" l'idea di percorsi personalizzati di formazione per singolo lavoratore, molto facile da attuare, come no!. Cose scritte da chi vive in un mondo parallelo. Per non parlare dello "zero infortuni"..........
Rispondi Autore: Gianluca Angelini - likes: 0
18/09/2023 (08:37:29)
Non è che c'è meno fuffa delle altre volte. E' tutta fuffa come le altre volte. Sono tutte cose già proposte e riproposte e mai realizzate (la formazione sulla sicurezza nelle scuole: quella attuale è veramente ridicola; il registro formativo del cittadino; gli interventi premiali, ...). Il D.Lgs. 81/08 è, appunto, del 2008. Siamo quasi a fine 2023. Quindici anni. Dico quindici anni e queste cose tutte già previste nella delega al governo e nel D.Lgs. 81/08 e s.m.i. ora vengono riproposte come impegno unanime. Si dirà, ma prima questi non erano al governo. Siamo sicuri? E dell'ASR sulla formazione che doveva essere pronto a giugno del 2022? Ne vogliamo parlare? Siamo un Paese senza futuro.
Rispondi Autore: Giancarlo Giannone - likes: 0
18/09/2023 (09:33:06)
Sono anni, anzi decine di anni, che sento questi slogan, ormai non ci crede più nessuno. Per quanto riguarda il condividere alcune decisioni con altri soggetti privati (quali poi e con quali criteri sceglierli) e agli ordini professionali, oggi ci vogliono 10/15 anni per un ACS, vogliamo vedere qualche risultato tangibile tra 30/40 anni?
Rispondi Autore: Giancarlo Giannone - likes: 0
18/09/2023 (09:39:15)
Leggo ora un articolo di Repubblica che la bozza Stato-Regioni porta da 16 a 10 le ore di formazione per i lavoratori dei settori a rischio alto. Di primo acchitto non mi sembra che sia coerente con le mozioni indicate dell'articolo.
Rispondi Autore: Giovanni Ravasio - likes: 0
18/09/2023 (14:34:25)
Concordo con quanto sopra segnalato da Giancarlo Giannone in merito alla diminuzione delle ore di formazione obbligatoria. Nella Bozza Stato Regioni non viene più considerata la differenza tra i livelli di rischio (Ateco), e la formazione specifica diventa di 6 ore per tutti i settori, e quindi la formazione obbligatoria per l'ex rischio alto passa appunto da 16 a 10 totali (4+6). Inoltre, sempre nella Bozza, la formazione obbligatoria per i datori di lavoro può essere svolta anche online, rischiando così di perdere di sostanza e significato.
Rispondi Autore: federico b. - likes: 0
18/09/2023 (16:50:07)
ho letto anche io la bozza dell'accordo, abbiamo sempre sentito "ci vuole più formazione" "bisogna investire nella formazione", ma in realtà la formazione specifica a medio e alto rischio passa a 6 ore complessive, ovvero un corso unico uguale per tutti; anche il corso RSPP ddl diventa di 8 ore per tutti + (pare) un modulo di 6 ore per edilizia; il corso ddl 16 ore per tutti (e anche qui sembra 6h in più per gli edili).
Insomma non mi pare che si vada nella direzione annunciata, il problema lo conosciamo bene, chi scrive le leggi è gente che non è mai stata in una officina, una produzione, una logistica o un cantiere, ma solo in parlamento o aule di tribunali.
Rispondi Autore: Lulca - likes: 0
18/09/2023 (17:41:48)
Bisogna chiarire una volta per tutte se per più formazione si intende più ore a prescindere o se si vuole parlare di più efficacia della formazione, a prescindere da un monte ore minimo previsto dalla norma. Io credo nella seconda strada, una formazione di qualità, basata sulla valutazione dei rischi, sulla realtà aziendale, sulle mansioni, che coinvolga i lavoratori e che si ripeta in continuo, ogni giorno di lavoro con metodi e tecniche comunicative di impatto. Allora se questo è ciò che il mondo dei professionisti della formazione dovrebbe dare andrebbe addirittura superato totalmente il monte ore minimo (4+6 in questa bozza) rimettendo al Datore di Lavoro la valutazione della tipologia, durata, frequenza, etc., della formazione per i propri lavoratori; dandone evidenza e verificandone costantemente i gradi di miglioramento necessari.
Se invece si invocano cambiamenti ma poi ci si limita sempre e solo al binomio più ore, più sicurezza, si risolve poco.
Qui con tutti i limiti del testo troviamo una bozza che da un valore minimo (4+6) per tutti e dice "caro datore di lavoro, valuta i rischi e individua TU il grado di formazioni ideale per la tua realtà aziendale. A me sembra una grande novità anche da un punto di vista concettuale e di approccio. Forse non siamo ancora pronti però.
Rispondi Autore: Stefano - likes: 0
18/09/2023 (19:14:18)
Come mai non è stato pubblicato il mio commento ??
Rispondi Autore: Carmelo Catanoso - likes: 0
18/09/2023 (19:51:24)
Per Mattia Raffese.
Veramente noi tecnici le proposte le facciamo.
Ad esempio, il sottoscritto le proposte le ha fatte anche su Puntosicuro.
Altri colleghi le hanno fatte su altre testate e in convegni e seminari.

Parlano di"Patente a punti"per le imprese?
Scritto articolo su PS a Nov 2019.

Parlano di formazione?
Scritto articoli su PS dal 2016 in poi.

Proposte migliorative?
Scritti su PS 4 o 5 articoli di cui l'ultimo a luglio scorso.
E così via.

Poi se a scrivere un ASR ci si mette gente che, per mestiere, si occupa di vigilanza facendosi aiutare da qualcuno che si occupa di formazione professionale nelle regioni, i risultati sono quelli che vediamo dal 2006 in avanti.

Se non si ha alcuna empatia organizzativa, produttiva, relazionale, ecc. del mondo del lavoro (non lo si conosce dal di dentro con le sue mille sfaccettature) in quanto si è visitatore occasionale dell'ambiente di lavoro, il semplice buon senso farebbe propendere per organizzare dei gruppi di lavoro anche e soprattutto con soggetti presi dal mondo del lavoro con comprovata e riconosciuta professionalità e non perché appartenenti a quella istituzione o perché professionisti della rappresentanza datoriale o sindacale.
Poi, andando a vedere sul sito del MinLavoro i soggetti a cui è stato affidato un incarico di consulenza per la SSL, capiremmo subito che si continua a pensare alla SSL come si faceva ai tempi dei decreti presidenziali degli anni '50.

Purtroppo, come diceva Manzoni, in tempi di crisi, il buonsenso se ne sta nascosto per paura del senso comune.
Ed in Italia siamo perennemente in crisi.

Autore: MF
20/09/2023 (08:06:56)
È proprio questo ciò che intendevo. Ci sono tanti contributi su riviste specialistiche, forum, etc. sul tema prodotti da vari validissimi professionisti. Alcuni più generici (che difficilmente si potrebbero tramutare in proposte emendative) e altri più orientati ad una immediata "applicazione" anche formulando nel dettaglio le disposizioni di legge " auspicate". Questi però rimangono, per il mio modo di vedere, una ottima espressione del singolo ma rilegati al più o meno ampio respiro che la testata, il social, il mezzo di comunicazione può offrire e difficilmente influenzeranno il "legislatore" . Allora dico perché non proporre in modo unitario da parte di tutte o almeno la maggior parte della associazioni che riuniscono i professionisti di salute e sicurezza ( e tutti noi ne conosciamo) questi contributi in modo completo, dettagliato e pubblico? L'associazione riconosciuta può essere "sentita" dal Ministero / Governo / Parlamento e può arrivare direttamente alle orecchie di chi le norme le sta scrivendo, ufficialmente.
Rispondi Autore: Stefano B. - likes: 0
19/09/2023 (09:45:47)
"obiettivo dell’azzeramento del numero degli infortuni" Ci si potrebbe fermare qui, sta cosa l'ha scritta qualcuno che non sa una sverza di sicurezza sul lavoro.
"più controlli".. ok, sicuramente una bella cosa ma.. proviamo a dare un numero di quante aziende controllate all'anno sia accettabile, 20%? 30%? Ecco, ora proviamo a pensare a quale impianto dovrebbero avere gli enti di controllo. Ok, quindi risolvere con più controlli è una cazzata, andiamo avanti.
"rafforzare le misure sanzionatorie". Ok, qui proprio non hanno capito un cazzo. Si sa dai tempi del Beccaria che un aumento sconsiderato delle pene NON SERVE A NULLA nella diminuizione dei reati.

Tutto ciò è sconfortante.
Rispondi Autore: Alex Sonny - likes: 0
21/09/2023 (12:49:20)
leggo che l'obiettivo è l'azzeramento degli infortuni (soprattutto i morali) e delle malattie professionali. Pura utopia! E' come svuotare il mare con un secchiello.

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