AVVELENATI NELLA CELLA FRIGORIFERA
Ancora una volta la mancanza di una corretta gestione della sicurezza in azienda ha causato delle vittime: due operai sono morti avvelenati dai gas utilizzati per la maturazione delle mele in una cella frigorifero di un grande magazzino frutta a Plaus, in Val Venosta (BZ).
I due operai romeni sono morti, insieme a un terzo compagno, erano incaricati da una ditta di risistemare la pavimentazione di uno dei magazzini dell'azienda frutticola. Il lavoro era stato programmato di notte per consentire durante il giorno le normali attività. Poco dopo le 22, i tre operai si sono fermati per mangiare sempre all'interno del magazzino.
Due di loro sono però entrati in una grande cella frigorifera (probabilmente per mangiarsi una mela) dove i frutti vengono conservati. Ma si tratta di celle frigo particolari dalla cui aria viene tolto l'ossigeno per consentire al solo azoto di conservare la frutta. I due operai sono quindi rimasti storditi nella cella. Quando si è accorto della mancanza dei due, il compagno è uscito in cerca di aiuto ma nel frattempo i due operai sono morti asfissiati.
Secondo i primi accertamenti erano presenti le segnalazioni di pericolo all’esterno della cella ma sembra che il portellone fosse stato manomesso con una manopola di sicurezza smontata.
Comunque siano andate le cose realmente siamo sicuramente di fronte almeno ad una mancata informazione nei confronti degli operatori della ditta esterna sui rischi presenti nell’azienda (che in questo caso doveva essere effettuata anche nelle lingua rumena dei due operai). Inoltre, un luogo di pericolo come questo tipo di celle, deve avere un sistema di controllo che impedisca accessi di personale non autorizzato e, se come sembra, questo sia stato manomesso, un sistema procedurale che ne consenta l’immediata scoperta.
Inoltre, in caso di lavori notturni o in luoghi isolati, deve essere previsto un ulteriore sistema di controllo e monitoraggio proprio per consentire un soccorso immediato in caso di malore.
In questi casi, l’intervento di soccorso ai due infortunati (il trascinamento all'esterno della cella) poteva essere effettuato anche dal terzo operaio, ma solo se l’intervento fosse stato possibile in completa sicurezza: ad esempio se la vicinanza delle vittime all’ingresso della celle poteva permettere un intervento in “apnea”, altrimenti le vittime sarebbero state non solo due.
Fonte: Adnkronos,Il Giorno, TGCOM.
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