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Spazi confinati: la gestione dei rischi nelle cantine vinicole

Spazi confinati: la gestione dei rischi nelle cantine vinicole
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Spazi confinati

02/04/2019

Un documento dell’ATS Pavia sul lavoro in spazi confinati nelle cantine vinicole riporta utili indicazioni operative per la gestione dei rischi. La normativa, lo scopo del documento e l’analisi del fenomeno infortunistico.

Pavia, 2 Apr – Se nei luoghi di lavoro il progresso tecnologico, in molti casi, ha allontanato l’operatore dalle fonti di pericolo, nella filiera della produzione del vino “rimangono ancora alcuni coni d’ombra non diversamente eliminabili in termini di rischio: l’accesso di lavoratori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ne è un esempio”.

 

In questi ambiti lavorativi gli infortuni che si verificano sono di una gravità estrema e l’analisi degli incidenti occorsi evidenzia “una strutturale grave mancanza di formazione ed addestramento e una inadeguata progettazione e organizzazione” anche durante gli interventi di soccorso.



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A ricordarlo, riportando utili informazioni sulla sicurezza nelle cantine vinicole, è un documento prodotto dall’ ATS Pavia - correlato ad uno specifico progetto che prende spunto dall’analisi del fenomeno infortunistico nell'Oltrepo' pavese, zona di coltivazione della vite e di trasformazione delle uve – dal titolo “Lavoro in spazi confinati nelle cantine vinicole. Indicazioni operative per la gestione dei rischi”.

 

Questi gli argomenti affrontati nell’articolo:

 

 

 

 

Le cantine vinicole e la normativa sugli spazi confinati

Nella prefazione del documento, scritto da Gioia De Paschale, Antonio Bordati, Cristina Gremita (Unità Operativa Prevenzione Sicurezza Ambienti lavoro - ASl Pavia) e Adriano Bacchetta (European Interdisciplinary Applied Research Center for Safety – Parma), si sottolinea che è proprio la rilevanza in Provincia di Pavia del settore vitivinicolo ed il “verificarsi di gravissimi infortuni causati dall'esposizione a gas asfissianti nelle cantine” che hanno indirizzato gli attori della prevenzione del territorio verso “la ricerca di soluzioni tecniche e procedurali al fine di evitare tali eventi”.

 

Si ricorda poi che, riguardo al tema degli spazi confinati, il legislatore ha ritenuto necessario fornire indicazioni operative che “consentissero un’uniforme applicazione normativa e, al contempo, una maggiore attenzione da parte di tutti gli operatori verso tali obblighi”. E con questi presupposti è stato promulgato il Decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011, n. 177 - Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, a norma dell’articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. E le cantine vitivinicole “rientrano pienamente nell’ambito di applicazione di tale norma”.

 

Lo scopo del documento sulle cantine vinicole

Il documento sottolinea che ogni realtà aziendale “deve strutturarsi adeguatamente per garantire la sicurezza dei propri operatori, a cominciare dalla predisposizione di un’approfondita e corretta valutazione dei rischi, attuando un addestramento efficace, prevedendo l’impiego di attrezzature idonee e pianificando sia le attività ordinarie, sia gli scenari di emergenza e le relative operazioni da porre in essere”. E inoltre, in caso di attività di terzi, è importante “elaborare un Documento Unico Valutazione Rischi Interferenziali esaustivo, quale strumento operativo necessario per garantire le attività di cooperazione, coordinamento ed informazione reciproca delle imprese coinvolte e verificare che la catena degli appalti e subappalti non porti aziende o artigiani a operare in attività per le quali non sono né formati né attrezzati”.

 

In relazione  a quanto indicato sopra, lo scopo del documento – che chiaramente “non costituisce o sostituisce la valutazione che ogni datore di lavoro deve effettuare sul tema della gestione degli ambienti confinati” - è quello di “aiutare tutti i soggetti comunque interessati, datori di lavoro, supervisori e gli stessi lavoratori, nell’applicazione delle misure di salute e sicurezza e nel riconoscere i pericoli, ponendo in essere adeguate misure di gestione e controllo del rischio e dei comportamenti individuali, in modo da proteggere la salute e la sicurezza di tutti i membri dell’organizzazione e per prevenire gli infortuni”.

 

In questo senso viene fornita una “raccolta di istruzioni di lavoro elaborate e condivise con gli addetti del settore, rese disponibili sia sotto forma di materiale informativo da distribuire direttamente ai lavoratori, sia quali ausili didattici”. E se queste istruzioni non possono, né devono, costituire “modalità operative semplicemente e direttamente replicabili”, devono portare chi ne applica i principi a “definire uno schema di analisi che ne consenta la contestualizzazione rispetto allo specifico contesto operativo”.

Si segnala poi che il documento è strutturato in “schede”: alcune schede “trattano argomenti in modo più didattico-descrittivo, altre costituiscono veri e propri strumenti tecnici di lavoro”.

 

Il fenomeno infortunistico nelle cantine

Il documento, che riporta molti esempi di infortuni, spesso di esito mortale, avvenuti nelle cantine vinicole, riporta alcune utili indicazioni sul fenomeno infortunistico negli ambienti confinati e in presenza di gas asfissianti.

 

Vari casi avvenuti negli ultimi anni “indicano le diverse condizioni che concorrono al determinarsi di tali eventi:

  • lavorazioni svolte all’interno di autoclavi e cisterne, quali il lavaggio delle stesse e la rimozione di residui depositati dal vino ivi stoccato e non rimovibili con lavaggio dall’esterno;
  • operazioni svolte in aree della cantina non adeguatamente ventilate durante la fermentazione dei mosti, quali locali interrati o seminterrati, con conseguente accumulo di CO2 nei medesimi;
  • ispezione visiva di contenitori nei quali era presente azoto dopo lo svuotamento del vino ivi contenuto”.

 

E in generale, continua il documento, negli incidenti si rileva “l’assenza di idonee procedure di lavoro, con particolare riferimento al mancato controllo dell’atmosfera del luogo confinato, la non disponibilità o il non corretto uso di dispositivi di protezione individuali, non adeguati sistemi di sorveglianza dell’attività a rischio e di gestione dell’emergenza; la sottovalutazione, comunque, dei rischi correlati alle diverse operazioni”.

E non sono poi da trascurare le condizioni di pericolo che “vengono a configurarsi durante le operazioni di rifacimento o ripristino delle superfici interne dei vasi con uso di prodotti chimici impermeabilizzanti”.

 

E si segnala poi che se in passato il rischio principale di morte nelle cantine era “costituito da asfissia in presenza di elevati quantitativi di CO2”, negli ultimi anni l’innovazione tecnologica ha introdotto “l’uso di elementi chimici sotto forma di gas – azoto ed argon - finalizzati a preservare la qualità del vino” portando, tuttavia, anche “nuovi rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori”.

 

L’indice del documento

Concludiamo l’articolo rimandando alla lettura integrale del documento e riportandone l’indice:

 

INTRODUZIONE

APPROFONDIMENTO STORICO: Il vino nell'antica Roma

IL VINO ITALIANO DEGLI ANNI 2000

La produzione di vino in Lombardia ed in Provincia di Pavia

La produzione di vino in Oltrepo

 

IL CICLO PRODUTTIVO

Descrizione generale del ciclo produttivo

Le fasi del ciclo produttivo

Correzioni e trattamenti del vino

Fasi conclusive del processo

Lavorazioni di cantina accessorie

Vini diversi, processi differenti

 

L'INSEDIAMENTO CANTINA

LA CANTINA: ATTREZZATURE E MACCHINE

PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO PRESENTI NEGLI INSEDIAMENTI DI TRASFORMAZIONE DELL'UVA

IL FENOMENO INFORTUNISTICO NELLE CANTINE

Infortuni mortali e gravi nelle cantine

Casistica infortuni mortali e gravi

Infortuni mortali in ambienti sospetti di inquinamento o confinati

 

LAVORO IN AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO O CONFINATI

Definizioni

Normativa specifica. Il DPR 177/2011

Il Decreto legislativo 81/2008

Individuazione degli ambienti confinati o sospetti di inquinamento nelle cantine

 

IL PROCESSO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

VALUTAZIONE DEI RISCHI IN AMBIENTI A SOSPETTO DI INQUINAMENTO O CONFINATI

Rischi da esposizione a gas e vapori

 

MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE IN AMBIENTI A SOSPETTO DI INQUINAMENTO O CONFINATI

CONTROLLO DELL'ATMOSFERA IN UN AMBIENTE SOSPETTO DI INQUINAMENTO

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

DPI per protezione apparato respiratorio

 

LA SORVEGLIANZA SANITARIA

INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ADDESTRAMENTO

PROCEDURE PER L'ESECUZIONE DELLE ATTIVITA' IN AMBIENTI CONFINATI

ATTIVITA' ORDINARIA IN AMBIENTI CONFINATI

Misure e precauzioni preliminari

 

PIANO DI EMERGENZA

ATTREZZATURE PER IL SALVATAGGIO

CHIAMATA DI EMERGENZA

CERTIFICAZIONE DEI CONTRATTI DI LAVORO

Allegato 1 Collaudi e verifiche impianti

Allegato 2 Misurazioni eseguite nell’Oltrepo’ pavese

Allegato 3 Ventilazione degli ambienti confinati

Allegato 4 Controllo dell'atmosfera

Allegato 5 Schema indicativo di permesso di lavoro per attività svolte con personale interno

 

SOLUZIONE TECNICA 1

SOLUZIONE TECNICA 2

PROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

BIBLIOGRAFIA

 

Tiziano Menduto

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

ATS Pavia, “ Lavoro in spazi confinati nelle cantine vinicole. Indicazioni operative per la gestione dei rischi”, scritto da Gioia De Paschale, Antonio Bordati, Cristina Gremita (Unità Operativa Prevenzione Sicurezza Ambienti lavoro - ASl Pavia) e Adriano Bacchetta (European Interdisciplinary Applied Research Center for Safety – Parma), edizione 2015/2016 (formato PDF, 7.03 MB).

 

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