Tumori naso-sinusali: criteri per rilevare e classificare l’esposizione
Roma, 3 Feb – L’art. 244 del Decreto legislativo 81/2008 ha previsto l’istituzione di registri nazionali dei casi di neoplasia di sospetta origine professionale e tra questi il Registro nazionale dei tumori naso-sinusali (ReNaTuNS) che ha tra i suoi obiettivi:
- “stimare l'incidenza dei casi di tumore naso-sinusale in Italia;
- raccogliere informazioni sulla pregressa esposizione ad agenti correlati al rischio di tumore naso-sinusale;
- valutare la rilevanza dell’esposizione a fattori di rischio occupazionale;
- costituire una base informativa per studi analitici di epidemiologia occupazionale;
- fornire informazioni relative alla esposizione a fini preventivi e medico-assicurativi”.
Il problema è che, ad oggi, una parte rilevante del territorio nazionale non dispone ancora del registro “e la capacità di analisi epidemiologica dei dati aggregati e la dimensione degli approfondimenti di ricerca a partire dai dati nazionali sono ancora limitate”.
A ricordare gli obiettivi e i limiti attuali del Registro nazionale dei tumori naso-sinusali è il documento “ ReNaTuNS. Sorveglianza epidemiologica dei tumori naso-sinusali. Manuale operativo” prodotto dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’ Inail. Un manuale che “intende rappresentare un testo di riferimento per la ricerca attiva dei casi”. Infatti “la diffusione di metodi di ricerca attiva delle neoplasie nasali su tutto il territorio nazionale e l’armonizzazione dei criteri di definizione diagnostica e di ricostruzione delle modalità di esposizione agli agenti cancerogeni causali rappresentano un obiettivo di grande rilevanza per la prevenzione primaria nei luoghi di lavoro e daranno un contributo rilevante alla conoscenza del fenomeno dei tumori naso-sinusali in Italia e alle sue cause”.
Dopo aver presentato nei giorni scorsi il documento Inail aver parlato di normativa, esposizioni professionali e agenti cancerogeni, ci soffermiamo oggi sui seguenti argomenti:
- Tumori naso-sinusali: la definizione dell’esposizione professionale
- Criteri per la rilevazione, la classificazione e la codifica dell’esposizione
- Tumori naso-sinusali: le tre liste degli agenti causali
Tumori naso-sinusali: la definizione dell’esposizione professionale
Il documento ricorda che uno degli obiettivi del sistema di sorveglianza epidemiologica è di fare una valutazione delle occasioni di esposizione ad agenti correlati al rischio di tumori nasali e sinusali (TuNS). E la sorveglianza delle esposizioni “è uno strumento fondamentale per la consapevolezza dei rischi, per il riconoscimento della malattia professionale, per esplorare nuove ipotesi eziologiche, per la conduzione di studi epidemiologici e per consentire di verificare l’efficacia delle misure di protezione”.
In particolare la definizione dell’esposizione professionale “si basa essenzialmente su:
- la raccolta dettagliata della storia occupazionale del caso segnalato, tramite intervista diretta, se possibile, o intervista ad un parente; descrizione dettagliata di ogni lavoro svolto tramite le schede occupazione/mansione-specifiche;
- la codifica del settore lavorativo secondo la classificazione delle attività economiche dell’Istat (ATECO 91) e della mansione (codice ISTAT delle professioni 1991; e non obbligatoriamente la codifica ILO - ISCO 19685) deve essere fatta per ogni periodo lavorativo e per ogni cambiamento di mansione”.
Si indica poi che sebbene la definizione dell’esposizione a singoli agenti sia l’obiettivo prioritario, “è però molto importante definire accuratamente il settore lavorativo e la mansione ove la possibile esposizione si sia verificata. L’uso di una classificazione standardizzata per il settore e la mansione svolta permette di poter condurre l’analisi per occupazione/mansione”. Inoltre la revisione delle informazioni raccolte “è fondamentale per poterle poi tradurre in termini di esposizione da parte di esperti igienisti industriali per gli agenti certi o sospetti per i tumori naso sinusali che sono stati collocati in tre diverse liste”.
Criteri per la rilevazione, la classificazione e la codifica dell’esposizione
Veniamo dunque ai criteri per la rilevazione, la classificazione e la codifica dell’esposizione agli agenti cancerogeni coinvolti definizione dell’esposizione.
Questi i criteri di definizione dell’esposizione:
- Codice 1 = Esposizione professionale certa: “Soggetti che hanno svolto un’attività lavorativa implicante l’esposizione all’agente causale considerato. La presenza dell’esposizione a tale agente deve essere documentata da almeno una delle seguenti condizioni:
- dichiarazione esplicita del soggetto intervistato qualora si tratti del caso stesso;
- indagini ambientali, relazioni degli organi di vigilanza, documentazione amministrativa aziendale;
- dichiarazione dei colleghi/datore di lavoro;
- dichiarazione del parente/convivente per periodi di lavoro svolti in comparti in cui vi era esposizione certa all’agente considerato.
- Codice 2 = Esposizione professionale probabile: Soggetti che hanno lavorato in un’industria o in un ambiente di lavoro in cui l’agente considerato era sicuramente presente ma per il quale non è possibile arrivare a documentare/valutare in maniera sicura per carenza o incoerenza di informazioni da questionario.
- Codice 3 = Esposizione professionale possibile: Soggetti che hanno lavorato in un’industria o in un ambiente di lavoro appartenente a un settore economico in cui si potrebbe essere verificata l’esposizione all’agente considerato ma non vi sono notizie sufficienti per documentare tali esposizioni o meno da parte degli stessi.
- Codice 4 = Esposizione familiare: Soggetti esposti in ambiente domestico perché conviventi almeno con un lavoratore esposto assegnabile ai codici 1 o 2.
- Codice 5 = Esposizione ambientale/residenziale: Soggetti non esposti professionalmente e che hanno vissuto in vicinanza di insediamenti produttivi che lavoravano o utilizzavano l’agente considerato oppure hanno frequentato ambienti con presenza di tale agente per motivi non professionali.
- Codice 6 = Esposizione extraprofessionale: Soggetti non esposti professionalmente all’agente considerato ma esposti in ambiti o attività extralavorative (hobbistica, riparazioni di vario genere).
- Codice 7 = Esposizione improbabile: Soggetti per i quali sono disponibili informazioni di buona qualità sulle loro attività lavorative e sulla loro vita, dalle quali si possa escludere un’esposizione all’agente considerato.
- Codice 8 = Esposizione ignota: Soggetti per i quali l’incompletezza e l’insufficienza delle informazioni raccolte e/o il livello delle conoscenze di contesto non consentono di assegnare una categoria di esposizione ma potrebbe essere ancora possibile acquisire ulteriori informazioni utili.
- Codice 9 = Esposizione da definire: Soggetti per i quali è in corso la raccolta delle informazioni per la valutazione dell’esposizione.
- Codice 10 = Esposizione non classificabile Soggetti per i quali non ci sono e non saranno più disponibili informazioni (casi chiusi con intervista impossibile o rifiuto del soggetto o dei parenti e/o inesistenza di altre fonti informative accessibili)”.
Tumori naso-sinusali: le tre liste degli agenti causali
Abbiamo già detto che gli agenti causali presi in considerazione nella definizione dell’esposizione professionale per i casi valutati “sono stati suddivisi in tre gruppi, in base alla forza dell’associazione individuata in letteratura ed in particolare in relazione alle indicazioni IARC” (International Agency for Research on Cancer) per gli agenti cancerogeni.
Presentiamo le tre liste:
Agenti con sufficiente evidenza di cancerogenicità nell’uomo per i TuNS (IARC):
- “ polvere di legno;
- polveri di sughero;
- polvere di cuoio;
- composti del nichel;
- produzione di alcol isopropilico con il procedimento all’acido forte;
- radio-226 e suoi prodotti di decadimento;
- radio-228 e suoi prodotti di decadimento.
Agenti con limitata evidenza di cancerogenicità nell’uomo per i TuNS (IARC):
- composti del cromo VI;
- formaldeide;
- industria tessile;
- lavorazioni di carpenteria e falegnameria tal quali.
Altri agenti rilevati suggeriti dalla letteratura epidemiologica.
- arsenico;
- oli minerali (nebbie di);
- polvere di silice;
- polvere di carbone;
- polvere di cemento;
- nebbie di acidi forti (ad esempio acido solforico, H2SO4);
- asbesto;
- pesticidi;
- tannini;
- esposizione a fumo passivo;
- vernici;
- farina;
- solventi;
- fumi di saldatura;
- altro”.
Ricordando che un allegato del documento presenta una scheda riassuntiva da compilare per ogni tipo di lavoro svolto dai soggetti, riportiamo una tabella in cui vengono presentati “gli agenti su cui fino a ora sono state fatte l’attribuzione e la relativa codifica come da programma di inserimento dati di ReNaTuNS preparato da Inail”.
Ricordiamo in conclusione che il Documento Inail, che vi invitiamo a leggere integralmente, si sofferma poi sui criteri di assegnazione del codice di esposizione, ricordando che il COR (Centro operativo regionale) assegna a ogni segmento di storia lavorativa “uno dei codici di esposizione ed esprime infine un giudizio finale assegnando un livello finale complessivo di esposizione”.
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ ReNaTuNS. Sorveglianza epidemiologica dei tumori naso-sinusali. Manuale operativo”, a cura di Alessandra Binazzi, Lucia Miligi, Lucia Giovannetti, Sara Piro, Alessandro Franchi, Carolina Mensi, Roberto Calisti, Paolo Galli, Angela Camagni, Elisa Romeo, Jana Zajacovà, Denise Sorasio, Angelo d’Errico, Davide Di Marzio, Michela Bonafede, Alessandro Marinaccio e Gruppo di lavoro ReNaTuNS, con il coordinamento scientifico di Alessandro Marinaccio e Alessandra Binazzi (Dimeila), Collana Ricerche, edizione 2020 (formato PDF, 1.59 MB). Allegati questionari: Agricoltura e allevamento animale, Benzinai, Cantieristica navale, Esercizio ferroviario, Galvanica, Gomma - compresa la gomma termoplastica, Impiegati, Industria del vetro, Parrucchieri - estetiste, Portuali, Preparazione e cottura cibi.
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