I disturbi della voce negli insegnanti: quale prevenzione?
I disturbi della voce negli insegnanti: quale prevenzione?
Lo sviluppo delle tecnologie e dei processi lavorativi, nonché l’evoluzione delle norme sulla sicurezza, hanno comportato una progressiva diminuzione degli infortuni lavorativi e delle malattie professionali, senza però ridurre il fenomeno a dimensioni marginali.
I due principali, anche se non unici, strumenti di prevenzione dettati dalla normativa di recepimento delle Direttive comunitarie, sono rappresentati dalla valutazione dei rischi connessi alle mansioni svolte e dalla informazione e formazione dei lavoratori. Contemporaneamente alla diminuzione di alcuni rischi “storici”, aumentano però nuove forme di malattie professionali, anche per effetto della mancanza di adeguate misure preventive, protettive e di controllo. In alcune professioni, in cui rientrano in particolar modo gli insegnanti, lo sforzo vocale può comportare l’insorgenza di una patologia, rappresentando un rischio emergente, intendendo con questo termine “qualsiasi rischio professionale che sia nuovo e in aumento”.
Sono state coinvolte n. 260 scuole della regione Marche, inoltrando ai Dirigenti scolastici, una lettera di presentazione (preannunciata in alcuni casi telefonicamente) atta ad illustrare gli obiettivi del lavoro ed a richiedere la collaborazione di tutti i docenti mediante la compilazione on line di un questionario, onde poter coprire un territorio più ampio possibile.
L’analisi dei 330 questionari ha permesso di raccogliere informazioni più precise circa lo stato di salute della voce degli insegnanti della regione Marche, fornendo elementi significativi in termini di riconoscimento di fattori di rischio ancora poco considerati.
Il campione è rappresentato per il 74,2% dal sesso femminile, le fasce di età più rappresentative si collocano tra i 36 ed i 65 anni. Si evidenzia che, relativamente agli aspetti sanitari, il 91,8% dichiara di percepire la propria voce abbassata o affaticata ed il 72,2% di soffrire di disturbi della voce (raucedine, abbassamento improvviso, laringite, ecc…). Da notare è che solo il 14,5% ha partecipato a corsi di formazione sul corretto uso della voce tenuto da personale qualificato.
Le patologie derivanti dall’uso non corretto della voce, devono essere valutate dai datori di lavoro e nello specifico dal dirigente scolastico, cui il D.M. n° 292/1996 attribuisce il ruolo datoriale e le responsabilità indicate dall´art.18 c.1 del D. L.gs. 81/2008. In tale contesto assume un ruolo fondamentale non solo tale figura, ma tutti gli attori della prevenzione, nonché il Medico Competente che effettua la sorveglianza sanitaria, ricordando che scopo primario di una corretta pratica di medicina del lavoro non è semplicemente effettuare accertamenti sanitari, ma anche preoccuparsi della salute dei lavoratori e della loro capacità lavorativa, con l’obiettivo di tutelarle, mantenerle e promuoverle, così come indicato nel codice internazionale di etica per operatori di medicina del lavoro (ICOH).
Solo una reale presa di coscienza del problema può condurre ad acquisire consapevolezza dei comportamenti vocali che gli insegnanti devono assumere per evitare di danneggiare la fine struttura delle corde vocali, ciò può essere reso possibile mediante l’attuazione nelle scuole di un programma di formazione ed educazione sanitaria per tutti i docenti. Da non sottovalutare sono inoltre le condizioni fisico-ambientali, o meglio l’adeguatezza acustica delle aule scolastiche; una cattiva acustica delle aule può avere conseguenze negative sia per gli allievi che insegnanti, rallentando il processo di apprendimento dei primi ed inducendo affaticamento nei secondi.
Fai clic qui per scaricare la tesi di laurea
Fonte: AIFOS
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Rispondi Autore: Andrea Angelo Bordiga - likes: 1 | 05/02/2018 (19:40:24) |
Tesi di Laurea molto interessante anche se segnalo le seguenti inesattezze/criticità/commenti -Non è vero che le malattie professionali siano in continua riduzione come premesso nell'introduzione. In realta negli ultimi anni cè stato un aumento progressivo delle malattie professionali e solo nel 2017 cè stata un deflessione. - sarebbe stato interessante sapere oltre alle malattie professionali voce correlate riconosciute da INAIL anche quante siano state quelle denunciate e NON riconosciute , che di solito si aggirano intorno al 60% delle denunce. -Sempre in ambito statisticoINAIL mi sono sorpreso di vedere cosi poco coinvolte le scuole primarie/infanzia che nella mia esperienza hanno un più elevato rischio (anche intuitivamente comprensibile) - Sarebbe stata utile una scheda di massima da utilizzare come strumento di valutazione del rischio fonatorio da utilizzare nel settore istruzione ma anche in altri (call centers, artisitico ecc) - Non si è messo abbastanza in evidenza che la normativa attuale non prevede la sorveglianza sanitaria per il rischio fonatorio a fronte di malattie professionali ufficialmente riconosciute ad esso legate ed anche il richiamo del art. 184 del DLGs 81/08 non riguarda il rischio fisico fonatorio come specificato dall'art. 180. Gli "appigli" per giustificare la sorveglianza sanitaria negli insegnanti a fronte di una valutazione dei rischi positiva è l'art. 15 comma 1 lettera L o l'art. 41 comma 1 lett B. Personalmente tenderei ad utilizzare quest'ultima modalità per sottoporre a sorveglianza sanitaria gli insegnanti che ne facciano richiesta magari a seguito di VHI distribuito a tutti. Aspetto cortese replica dell'autore Grazie |