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Guariniello: sentenza Eternit e omissione di cautele antinfortunistiche

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Rischi da amianto

06/03/2012

PuntoSicuro intervista Raffaele Guariniello, sostituto procuratore e coordinatore del pool relativo alla sicurezza sul lavoro presso la Procura di Torino. L’impatto della sentenza e l’omissione dolosa di cautele antinfortunistiche.

 
Torino, 6 Mar – Il pool di magistrati della Procura di Torino coordinato dal sostituto procuratore  Raffaele Guariniello - un gruppo specializzato nei problemi relativi alla sicurezza sul lavoro e alla tutela del consumatore - è alla base delle più importanti indagini e delle più significative sentenze in materia di sicurezza sul lavoro, prime fra tutte la sentenza ThyssenKrupp e la sentenza Eternit.
La recente sentenza del 13 febbraio 2012, relativa al processo Eternit,  è infatti una sentenza molto importante che avrà grandi ripercussioni non solo nelle aule giudiziarie italiane, ma anche nelle aule giudiziarie di altri paesi europei ed extraeuropei.
 
PuntoSicuro nei giorni scorsi ha presentato le imputazioni - disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche - e le condanne ai due imputati il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis de Cartier De Marchienne.
Abbiamo inoltre intervistato il Procuratore Capo della Repubblica presso il tribunale di Torino Gian Carlo Caselli sul senso della sentenza, sul rischio di smantellamento del pool e sulle norme sulla responsabilità civile dei magistrati.
 
Non potevamo tuttavia astenerci dal raccogliere qualche commento e approfondimento dalla viva voce del Dott. Raffaele Guariniello, che abbiamo intervistato nei giorni scorsi. Un’intervista che non parla solo di Eternit e che, per questo motivo, abbiamo deciso di dividere in due parti.
In questa prima parte non solo chiediamo al magistrato l’impatto nazionale e internazionale della sentenza, ma cerchiamo anche di approfondire il tema delle potenzialità applicative dell’articolo 437 del Codice Penale ( omissione dolosa di cautele antinfortunistiche).
 


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Dopo aver parlato con il Procuratore Capo della Repubblica Gian Carlo Caselli di responsabilità civile dei magistrati e dei rischi di smantellamento del pool torinese che si occupa di sicurezza sul lavoro, con il dottor Guariniello torniamo a parlare di sentenza Eternit, soffermandoci su alcuni punti significativi e cercando di capire di cosa il pool si sta occupando ora… Molti, ad esempio, il Ministro della Salute Renato Balduzzi, hanno parlato, come per il caso Thyssen, di sentenza storica. E lei stesso ha detto che con questa sentenza si realizza un sogno. Ci può raccontare, dal suo punto di vista, quali sono i punti più importanti e innovativi della sentenza e quale sarà il suo impatto sul piano nazionale e internazionale…
 
Raffaele Guariniello: L’importanza è dovuta ad alcuni fattori, primo la dimensione, il numero di morti, l’estensione del disastro che hanno una portata che non si era mai vista in altri processi. Poi ci sono altri elementi. Il fatto che sia stato contestato il dolo (…) con particolare riferimento al profilo relativo all’individuazione dei soggetti responsabili. Riconoscendo il dolo si attribuisce la responsabilità per forza di cose alla politica aziendale della sicurezza. E quindi entrando in gioco la politica aziendale della sicurezza entrano in gioco i vertici, i soggetti che effettivamente hanno esercitato poteri decisionali (…) nella gestione degli stabilimenti. Il fatto che sia contestato il dolo ha determinato anche un impatto sul regime sanzionatorio. Per cui si è arrivati ad una condanna ad una pena (…) equiparabile alla condanna della Thyssenkrupp dove pure era stato contestato il dolo (…).
Questi sono alcuni degli aspetti. Poi c’è un altro aspetto molto importante, il fatto che, a differenza di altri processi che pure abbiamo fatto noi o altri, noi abbiamo un disastro (…) in cui sono coinvolte intere popolazioni residenti, in particolare nello stabilimento di Casale Monferrato.
 
C’erano molti giornalisti anche stranieri alla lettura della sentenza. Sembra che l’impatto della sentenza possa essere dirimente non solo in Italia…
 
R.G.: Certamente. Sabato mattina scorso sono stato a Parigi, dove ho tenuto una conferenza proprio sulle nuove frontiere del diritto penale, in particolare riguardo ai casi Thyssen ed Eternit e lì ho potuto riscontrare come queste sentenze abbiano avuto, abbiano e avranno un impatto a livello internazionale.
Basta considerare il fatto che l’amianto è un problema che non è solo italiano, è un problema che si pone in tanti paesi di tutto il mondo, in Europa e fuori d’Europa.
È indubbio che questo processo, questa sentenza hanno dimostrato la possibilità di fare un processo penale, hanno dato speranza a tanta gente di poter avere giustizia, di poter aver riconosciuto un proprio diritto. E quindi siccome ci sono stabilimenti di questo tipo un po’ dappertutto nel mondo è chiaro che c’è un interesse eccezionale verso questo processo.
Basti pensare, ad esempio, che in Francia i giornali si sono interrogati sul perché in Italia eravamo già arrivati alla sentenza e in Francia per lo stabilimento Eternit si (…) era ancora in fase di istruttoria. È indubbio che questo processo sia un punto di riferimento per tutti i paesi del mondo.
La mia speranza è anche che sia solo il primo di tanti processi che si faranno in tutto il mondo…
 
Entrerei nello specifico di una delle accuse nel processo Eternit: omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche. Ci può raccontare in breve in cosa è consistita questa omissione volontaria e quale sono le potenzialità applicative dell’articolo 437 c.p. (omissione dolosa di cautele antinfortunistiche) nella giurisprudenza post Thyssen ed Eternit…
 
R.G.: Beh sì, un altro aspetto significativo dei due processi, e in particolare del processo Eternit, sta nel fatto che abitualmente in questa materia della sicurezza si contestano i reati di omicidio colposo, di lesione personale colposa. Noi in questi due processi abbiamo messo in luce da una parte la possibile consistenza del dolo e dall’altra abbiamo utilizzato delle norme che non sono norme nuove, ma sono due norme che sfruttano il codice penale del 1930. Non si tratta di reati nuovi, si tratta però di norme che non sono mai state contestate in relazione alla sicurezza. Una di queste è indubbiamente il 437 codice penale, in relazione alla omissione di misure di prevenzione, ad esempio in merito alle ispezioni (…).
 
Quali sono i casi più eclatanti di omissione nel processo Eternit?
 
R.G.: Entrare così nel dettaglio non mi sembra il caso. Ci sono tanti aspetti e profili specifici che sono emersi nel corso del dibattimento…
 
Beh, riguardo al dibattimento mi pare sia emerso che alla base di questa omissione di cautele ci fosse l’idea che un uso controllato dell’amianto potesse far male solo a chi ne abusasse e che fosse importante non allarmare i lavoratori…
 
R.G.: Noi abbiamo mosso questa accusa di non aver adeguatamente informato i lavoratori e le popolazioni. E mi sembra di capire dal dispositivo che il tribunale l’abbia condivisa.
 
Sempre riguardo a Eternit si è parlato anche di un possibile processo Eternit bis in cui la nuova inchiesta potrebbe ipotizzare non più il disastro doloso e l’omissione volontaria di cautele nei luoghi di lavoro, ma anche l’omicidio…
 
R.G.: In questo caso non si fa più il discorso di questi reati collettivi, ma si sta valutando la possibilità di contestare l’omicidio…
 

 
 
Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto
 
 
 
 
 
 
 
 
 



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