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Sicurezza sul lavoro: commissione interpelli e corto circuito istituzionale

Sicurezza sul lavoro: commissione interpelli e corto circuito istituzionale
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Normativa

20/06/2017

In materia di sicurezza e salute molti ambiti istituzionali, commissioni e comitati sembrano essere fermi. Le riflessioni sulle cause e una lettera di alcuni RLS al Presidente della Repubblica per riportare operatività nella Commissione Interpelli.

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Formazione e informazione generale dei lavoratori sulla sicurezza e salute sul lavoro

 

 

Benché in Italia questa descrizione di una “tutela efficace” possa sembrare più un auspicio che la normalità - come mostrano i reiterati ritardi nella decretazione o, più semplicemente, nel recepimento delle direttive europee - ci sono momenti in cui alcune situazioni rendono più difficile l’approdo per norme, risposte di chiarimento a interpelli, circolari e, comunque, novità in materia di sicurezza.

 

Vediamone insieme alcune:

- una fase politica non chiara, con continui rimandi al voto e prospettive mutate rispetto alle intenzioni di chi, attraverso il referendum costituzionale, aveva proposto una diversa ripartizione delle competenze in materia di sicurezza sul lavoro;

 

- un rallentamento della Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro che, in mancanza di un decreto che le permetta di ricostituirsi nella forma indicata dai decreti attuativi del Jobs Act, stenta a riprendere interamente le sue funzionalità;

 

- la nascita dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro che, istituto con il Decreto legislativo n. 149 del 14 settembre 2015, ha avuto solo con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 109 del 26 maggio 2016 un regolamento di disciplina dello Statuto. Ispettorato in cui sono confluite, rimuovendole dal Ministero del Lavoro, diverse risorse umane competenti in materia di sicurezza e salute. Anche in questo caso, malgrado l’Ispettorato sia già attivo, si è in attesa di una definizione chiara dell’articolazione con il ministero;

 

- l’arresto, avvenuto qualche mese fa, dell’Ing. Michele Candreva, un funzionario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con vari compiti strategici in materia di sicurezza, ad esempio relative a opere provvisionali e verifiche periodiche. L’arresto, l’inchiesta relativa e le accuse di corruzione non solo potranno avere ripercussioni sul mondo amministrativo e professionale che ruotava intorno al funzionario, ma già ad oggi hanno creato, in sede ministeriale, nuovi problemi da risolvere - ad esempio la copertura dei ruoli rimasti vacanti – e solidi equilibri da ritrovare;

 

- la stasi della Commissione per gli interpelli prevista dall’articolo 12 comma 2 del Testo Unico in materia di salute e sicurezza nel lavoro e istituita con Decreto Direttoriale del 28 settembre 2011. Una Commissione ferma da molti mesi per il passaggio di  alcune competenze al nuovo Ispettorato nazionale e la mancanza di una nomina o di chiarimenti relativamente alla presidenza.

 

È evidente che, partendo dalle considerazioni fatte, si spiegano in questo modo gli inspiegabili ritardi accumulati su vari decreti, linee guida, circolari  (ad esempio il decreto “rischi bassi”, i provvedimenti sui porti, le indicazioni in tema di alcool e droghe, le precisazioni sull’accordo Stato-Regioni del 7 luglio 2016, …). E, alla luce di ciò, diviene ancora più pressante la continua richiesta, fatta spesso dalle parti sociali, di una strategia di prevenzione nazionale chiara ed efficace.

 

Tuttavia per esemplificare questa situazione di “impasse” istituzionale, in materia di salute e sicurezza, ci soffermiamo in particolare sui problemi della Commissione Interpelli, Commissione che abbiamo rilevato più volte essere essenziale – anche se spesso non risolutiva – nell’interpretazione della ricca, ma complicata normativa in materia di sicurezza. Commissione che, infatti, fornisce con le sue risposte agli interpelli criteri interpretativi, benché non cogenti (non creano direttamente un obbligo), che hanno una funzione direttiva per l’esercizio delle attività di vigilanza.

E lo facciamo riprendendo e pubblicando una lettera aperta inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in cui alcuni Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS) del settore ferroviario, prendendo spunto da una questione specifica di categoria, denunciano il corto circuito creato da alcuni provvedimenti correlati ai decreti attuativi del Jobs Act.

 

Questa la lettera che ha per oggetto la “paralisi istituzionale della “Commissione per gli Interpelli” di cui all'articolo 12 del Decreto Legislativo 81/2008”.

 

 

Egregio Presidente,

 

Le scriviamo nella nostra qualità di Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza del settore ferroviario per segnalarLe la paralisi della Commissione per gli Interpelli di cui all'articolo 12 del Decreto Legislativo 81/2008, meglio noto come Testo Unico sulla sicurezza del lavoro; Organismo istituito presso il ministero del lavoro e composto da rappresentanti dello stesso ministero, di quello della Salute nonché delle Regioni. Esso svolge la delicatissima funzione di fornire agli Organismi di Vigilanza, Ispettori ASL e Ispettori del lavoro, indicazioni ed interpretazioni univoche su scala nazionale per l'applicazione omogenea delle leggi in materia di salute e sicurezza del lavoro.

 

A differenza di altre Commissioni svolge un lavoro importantissimo con effetti diretti e concreti sul reale funzionamento e sull’efficacia dell'attività istituzionale relativa alla vigilanza nei luoghi di lavoro.

 

La Commissione, pur avendo una grande mole di lavoro arretrato e istruttorie già completate, non si riunisce da circa sei mesi. Ciò sembrerebbe legato, a seguito dell’adozione del Job act, all'istituzione del nuovo Ispettorato Nazionale del Lavoro il quale avrebbe assorbito tutto il personale già dipendente del Ministero del lavoro, titolare per legge a presiedere e gestire la Commissione per gli Interpelli. Il ministero, con un approccio freddamente burocratico, ad oggi non avrebbe né prorogato gli incarichi ai membri precedenti né nominato i nuovi componenti.

 

Insomma, la causa di quello che a noi pare una sorta di 'pasticcio burocratico' risiederebbe, in origine nella mancata previsione da parte degli estensori della riforma, degli effetti pratici sui vari istituti giuridici già esistenti, e successivamente nel mancato intervento correttivo alle distorsioni prodotte dalla riforma da parte dei vertici ministeriali.

 

Il nostro interesse al pieno funzionamento di questo Organismo non è limitato alla sola pratica “dell'Interpello” che ci riguarda da vicino, già istruita ed in via di definizione, sulla spinosa ed urgente questione del micidiale pedale a Uomo Morto in via di reintroduzione nelle cabine di guida dei treni ma - come lavoratori, RLS e cittadini – anche al suo buon funzionamento ed a quello della macchina amministrativa in generale.

 

Possiamo inoltre ipotizzare un analogo interesse alla ripresa delle attività della Commissione da parte delle Regioni, dei Sindacati, delle imprese e degli Ordini professionali, tutti soggetti legittimati a rivolgersi alla Commissione, presso la quale in effetti hanno depositato numerosi Interpelli rimasti inevasi.

 

Per i motivi e le criticità esposte ci rivolgiamo a Lei, non prima di aver chiesto e sollecitato delle informazioni in merito ai responsabili del ministero del Lavoro, rimaste senza esito.

 

Poiché riteniamo l'organicità delle leggi e la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori temi e valori di rango costituzionale, siamo fiduciosi in un suo autorevole intervento quale garante della nostra Carta fondamentale su un tema così rilevante e di stringente attualità.

 

Siamo fortemente preoccupati per la paralisi di fatto di una importante funzione istituzionale e per questo confidiamo che vi sia - nell'ambito delle prerogative del Presidente, nei modi e nei tempi che Ella riterrà opportuni - la possibilità di un Suo legittimo interessamento, finalizzato a ripristinare al più presto l'operatività della Commissione.

 

Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, settore ferroviario

 

Personalmente non saprei se la causa di questo blocco della Commissione Interpelli si possa imputare all’adozione del cosiddetto “Jobs Act”, ma sicuramente questo blocco si inserisce in una fase di grave “impasse” della funzionalità di alcuni organi predisposti, con varie essenziali funzioni istituzionali, alla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

 

Per questo motivo non rimane che augurarsi non solo che la lettera arrivi al destinatario, ma che il Presidente della Repubblica intervenga affinché ministeri, commissioni, comitati, direzioni generali e ispettorati siano messi in grado di svolgere con efficacia il loro importante lavoro.

 

 

Tiziano Menduto



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Rispondi Autore: RAFFAELE Giovanni - likes: 0
20/06/2017 (10:58:27)
Egr. Dr Menduto chi vivrà vedrà , da operatore della sicurezza sono deluso per tutte le mancate iniziative sollevate e mai attuate o prese in considerazione dalla parte politica del nostro paese, in primis .... su chi deve legiferare in materia di sicurezza .... per evitare sovrapposizioni e le moderne repubbliche di francesciello ... provincia o regione che vai norme che trovi ... ecc. ecc.

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