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Conoscere la lingua italiana per adottare comportamenti sicuri

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Informazione, formazione, addestramento

05/03/2009

Disponibile online un test per la verifica della conoscenza della lingua italiana fra gli stranieri. In caso di risultati insufficienti l’insegnamento della lingua italiana diviene una priorità formativa a cura del datore di lavoro.

Conoscere la lingua italiana per adottare comportamenti sicuri

Disponibile online un test per la verifica della conoscenza della lingua italiana fra gli stranieri. In caso di risultati insufficienti l’insegnamento della lingua italiana diviene una priorità formativa a cura del datore di lavoro.

Pubblicità

Con la Deliberazione della Giunta Regionale (DGR) n. 590 del 13 marzo 2007 nella Regione Veneto è stato possibile finanziare diversi progetti in relazione alla sicurezza e integrazione sul lavoro degli immigrati.
Uno di questi, nato per favorire il problema dell’integrazione dei Promossi in classe”, un test per la verifica della comprensione e della conoscenza della lingua italiana.

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Questo test risponde al dettato del D. Lgs. 81/2008 che esplicita che i contenuti della informazione e della formazione devono essere comprensibili per i lavoratori e consentire loro l’acquisizione delle conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
 
Art. 36.
Informazione ai lavoratori
Comma 4
4. Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo.
 
Art. 37.
Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti
Comma 13
13. Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ove la formazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo.
 
Come indicato nel Testo Unico la conoscenza della lingua italiana da parte dei lavoratori stranieri occupati è dunque un elemento fondamentale per poter comprendere le regole relative alla prevenzione e per poter adottare comportamenti sicuri.
 
“Promossi in classe”, promosso dall’Azienda ULSS n. 22 di Bussolengo (VR),  è formato da un questionario con domande ordinate secondo una difficoltà progressiva ed è stato formulato facendo riferimento ai parametri individuati dal Common European Framework (quadro comune di riferimento per l’apprendimento delle lingue elaborato dal Consiglio Europeo), che individua sei livelli di competenza linguistica (elementare o base A1-A2, intermedio o autonomo B1-B2, avanzato o padronanza C1-C2).
 
Il test “è stato sperimentato in cinque aziende del settore lapideo della Valpolicella (Verona), tra i principali distretti della lavorazione del marmo in Italia, e in una grande azienda alimentare italiana”. Due comparti produttivi caratterizzati dalla alta concentrazione di lavoratori migranti.
In queste aziende è stato riscontrato che “circa 1/4 dei lavoratori sottoposti al questionario non è in grado di comprendere l’informazione e la formazione erogata dall’azienda”.
Il problema si pone sia nel settore lapideo che in quello alimentare e la nazionalità di provenienza dei lavoratori non sembra indicativa delle loro conoscenze della lingua italiana.
Per questi lavoratori l’insegnamento della lingua italiana diviene una priorità formativa e dovrà essere effettuata a cura ed a spese del datore di lavoro, in orario di lavoro tenuto conto dell’organizzazione della produzione aziendale.
 
 
 
“Promossi in classe”, test per la verifica della comprensione e conoscenza della lingua italiana nei percorsi informativi e formativi aziendali - Art. 36 comma 4 ed art. 37 comma 13 D. Lgs. N. 81 del 9 aprile 2008, Regione Veneto, Azienda ULSS 22 (formato PDF, 1.24 MB).
 
  
Tiziano Menduto
 


Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

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Rispondi Autore: Confente Pier Giorgio immagine like - likes: 0
05/03/2009 (09:19)
Mi sembra che l'onere per acquisire la conoscenza della lingua italiana non sia ragionevolmente attribuibile al datore di lavoro bensì al lavoratore (e/o a organizzazioni assistenziali e/o pubbliche.
La conoscenza della lingua italiana diviene elemento base per decidere la adeguatezza del del lavoratore al compito.

Saluti Confente
Rispondi Autore: giacomo calvi immagine like - likes: 0
06/03/2009 (10:06)
buon giorno
sono calvi giacomo

come le giustamente scrive il D.Lgs. 81/2008:

Art. 36.
Informazione ai lavoratori
Comma 4
4. Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo.

Art. 37.
Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti
Comma 13
13. Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ove la formazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo.

ciò non significa, come lei deduce in modo errato che
"come indicato nel Testo Unico la conoscenza della lingua italiana da parte dei lavoratori stranieri occupati è dunque un elemento fondamentale per poter comprendere le regole relative alla prevenzione e per poter adottare comportamenti sicuri."

il testo unico indica di verificare che la lingua utilizzata durante il corso sia comprensibile ai lavoratori immigrati: questo significa che è possibile che, una volta verificata la non conoscenza della lingua italiana, si ipotizzi anche di fare un corso in lingua madre o di utilizzare dei mediatori culturali. Il testo unico non dice che questo non è possibile: dice che i lavoratori devono essere formati ai rischi. l'apprendimento della lingua italiana non è obbligo di competenza per i lavoratori immigrati.

lo strumento per verificare la conosenza della lingua italiana, la lingua veicolare più sesso utilizzata nei percrsi formativi, ma non l'unica, può essere il documento da lei citato dall’Azienda ULSS n. 22 di Bussolengo (VR), che giustamente parla di lavoratori immigrati: il termine "stranieri" è improprio perchè come loro sono stranieri a lei, lei è straniero a loro...

spesso ultimamente mi sono imbattuto in questa poca attenzione al tema dell'immigrazione e soprattutto ai lavortori immigrati e a facile interpretazione del Testo Unico al fine di semplificarne l'attuazione dello stesso.

per questo le rispondo.

buon lavoro
giacomo calvi

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