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Imparare dagli errori: se i guanti sono inadeguati al rischio di tagli

Imparare dagli errori: se i guanti sono inadeguati al rischio di tagli
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

23/03/2017

Esempi di infortuni correlati all’inadeguatezza dei DPI per la protezione delle mani: l’utilizzo di guanti non adatti al rischio di tagli. Infortuni nella sostituzione dei coltelli di una trancia e nel taglio di una forma di formaggio.

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Brescia, 23 Mar – Attraverso la rubrica “ Imparare dagli errori”, dedicata al racconto e all’analisi degli infortuni lavorativi, in questi mesi PuntoSicuro sta mostrando e analizzando le dinamiche di molti infortuni lavorativi in cui si riscontra anche l’inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale forniti e utilizzati.

 

E la rubrica si è soffermata più volte su alcuni dei dispositivi di protezione individuale più conosciuti, ma non sempre utilizzati adeguatamente: i guanti da lavoro.

 

Ne abbiamo parlato nelle precedenti puntate in relazione ad infortuni in diverse attività e con riferimento a vari rischi meccanici a cui possono essere soggette le nostre mani.

Ci soffermiamo oggi, in particolare, sulla protezione che questi dispositivi, se adeguati ai rischi affrontati, possono offrire in relazione al rischio di tagli.

 

I casi presentati sono tratti, come sempre, dalle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi

 

I casi

Il primo caso riguarda un infortunio durante la sostituzione dei coltelli di una trancia.

Un lavoratore deve sostituire i coltelli della trancia.

Con la mano sinistra sostiene la lama e gli spessori del peso di circa 15/16 kg cercando di far combaciare i fori presenti sulla lama con quelli del portalama, mentre con la destra infila la prima vite di fissaggio.

Probabilmente, per non aver completamente infilato la vite e a causa del peso che grava sulla mano sinistra, il coltello e gli spessori cadono verso il basso, schiacciando le dita del lavoratore.

Il lavoratore ha subito la ferita del II e III dito mano sinistra e nelle indagini successive all’infortunio si è rilevato che il guanto indossato risultava non idoneo.

 

Questi i fattori causali identificati nella scheda:

- il lavoratore “movimentava il coltello e gli spessori senza apposita attrezzatura”;

- “il guanto non era idoneo”.

 

Il secondo caso riguarda un infortunio avvenuto in attività di taglio di un prodotto alimentare.

Mentre un lavoratore taglia una forma di provolone utilizzando un coltello a lama lunga di circa 40 cm, spinge il coltello verso il basso premendo con la mano destra sulla lama stessa.

La mano gli scivola ed entra in contatto con la parte tagliente della lama procurandosi una lesione al tendine del 1° dito.

Anche in questo caso le indagini successive hanno rilevato che sono stati utilizzati guanti inadeguati.

 

Questi i fattori causali:

- “errore nel taglio di forme di formaggio”;

- “uso di guanti inadeguati”.

 

La prevenzione

Rimandando alla lettura dei vari articoli di PuntoSicuro  dedicate alla presentazione dei guanti di protezione contro i rischi meccanici e, in particolare, contro i rischi di tagli, presentiamo alcune indicazioni - tratte da un documento correlato al progetto multimediale Impresa Sicura, elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail – sui guanti e sui proteggi-braccia di maglia metallica o plastica contro i tagli e contro le ferite causate da coltelli a mano.

 

In un precedente “ Imparare dagli errori” avevamo già ricordato che questi guanti sono “utilizzati in tutte quelle attività in cui il coltello viene avvicinato alla mano e all’avambraccio dell’utilizzatore (ad esempio: nei mattatoi e nelle industrie per la lavorazione della carne compreso il disossamento, così come del pesce e dei molluschi, nella ristorazione industriale). Questa tipologia può offrire inoltre protezione a coloro che lavorano con coltelli a mano in altri ambiti lavorativi (ad esempio nell’industria della plastica, della pelle, del tessile e della carta, nonché nella posa di pavimentazioni e in attività simili)”.

 

Nel documento si indica poi che poiché un guanto a maglia metallica non è elastico, solitamente gli utilizzatori di questi dispositivi “scelgono guanti con misura sufficientemente grande da evitare che diventino troppo stretti durante l’uso”.

 

In particolare possiamo avere:

- guanti piani: “presentano dimensioni posteriori ed anteriori uguali, potendo quindi essere stesi su una superficie piana. Per ottenere una buona adattabilità e comodità d’uso, le loro dimensioni dovrebbero superare quelle della mano dell’utilizzatore da 10 a 15 mm in lunghezza e di 15 mm in larghezza (tali misure vanno effettuate con il guanto steso)”;

- guanti curvi: sono guanti che presentano un numero maggiore di anelli nella parte posteriore. Richiedono una minore lunghezza e larghezza in eccesso rispetto a quelli piani per offrire una buona adattabilità”.

 

Un’altra protezione, come riportato prima, è offerta dai proteggi-braccia che “coprono l’avambraccio a partire dal polsino di un guanto compatibile e devono essere fissati al polsino stesso tramite cinghie o dispositivi di fissaggio oppure tenuti in posizione mediante questo”.

Ad esempio possiamo avere:

- proteggi-braccia rigidi: “sono di plastica o di altro materiale rigido e generalmente sono disponibili in taglie fisse e forniti per potersi adattare solo a particolari taglie di guanti. Essi debbono essere marcati con l’indicazione della lunghezza e viene fissata una relazione tra questo parametro e la lunghezza dell’avambraccio per cui sono stati progettati” (per determinare la lunghezza idonea di tali DPI sul documento sono riportate ulteriori indicazioni, immagini e tabelle). I proteggi-braccia rigidi “presentano la parte terminale, prossimale alla parte superiore del braccio, di forma arcuata per fermare la lama del coltello”;

- proteggi -braccia di maglia metallica e a polsino lungo: “questo dispositivo va scelto in modo che la lunghezza dello spazio tra la parte superiore del polsino lungo o del proteggi-braccio e la parte superiore del braccio, collocato lungo il torace con il gomito flesso a 90°, sia inferiore a 75 mm. Tale distanza può essere minore della lunghezza di 45 mm raccomandata per i proteggi-braccia rigidi su cui il bordo rivoltato tende a battere contro la parte superiore del braccio”.

 

Ricordiamo, in conclusione, che nel documento di Impresa Sicura si forniscono poi informazioni su altre tipologie di dispositivi di protezioni delle mani dai tagli.

 

 

Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 3705 e 5526 (archivio incidenti 2002/2012).

 

 

Tiziano Menduto



Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: aldo bellitti - likes: 0
24/03/2017 (09:11:05)
un caso interessante si verificava di recente in fonderia ,il lavoratore si scottava per l'ingresso di materia le incandescente nel guanto utilizzato. lo stesso guanto era di tipologia in uso in edilizia

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