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Imparare dagli errori: come si arriva ad una situazione di pericolo
Suva: quasi l’80% degli infortuni è dovuto a un errore umano. Un video formativo affronta le cause di un infortunio sfiorato: la sottovalutazione dei rischi, la sopravvalutazione delle abilità e l’inganno delle “esperienze fortunate”.
L’idea di questo film parte dal dato che “
quasi l’80% degli infortuni sono dovuti a un errore umano”.
Errori che generalmente dipendono dalla tendenza a
sottovalutare i pericoli e a sopravvalutare se stessi e le proprie abilità.
Pur comportandoci in modo rischioso spesso “la fortuna ci assiste e non ci facciamo male”. A quel punto ci convinciamo erroneamente che ci andrà sempre bene e ci meravigliamo quando arriva l’infortunio.
Come spezzare questo circolo vizioso?
Se non basta il solito invito all’attenzione, e magari i lavoratori non hanno nemmeno la
percezione del rischio, la prima cosa da fare è sensibilizzarli continuamente con esempi di
incidenti, come noi di PuntoSicuro facciamo da diverso tempo con
questa rubrica e Suva fa egregiamente con questo film.
"
Lunedì mattina" illustra gli effetti di un
errore umano e racconta di due colleghi che escono dallo spogliatoio per avviarsi al lavoro.
Uno di loro “evita per un pelo di farsi male alla trapanatrice”.
Ma come sono arrivati a questa situazione di pericolo? Il film cerca di capirlo elencandone le cause in ordine cronologico:
- problemi privati: il lavoratore ha subìto un incidente stradale durante il fine settimana con uno strascico emotivo e la conseguente tendenza alla distrazione. Consiglio: se un superiore si accorge che un dipendente è molto distratto o agitato e rischia seriamente di subire un infortunio “può ad esempio affidargli una mansione non pericolosa oppure rimandarlo a casa finché ha risolto il problema”;
- affaticamento: il “dipendente non ha chiuso occhio durante la notte e quindi non è in condizioni di svolgere il lavoro senza pericoli”. Consiglio: come indicato prima, il superiore deve mandarlo a casa invitandolo “a ripresentarsi in azienda solo dopo che ha dormito a sufficienza”;
- sottovalutazione del rischio di caduta: il lavoratore non ha allacciato la scarpa e inciampa. Consiglio: “ribadire le regole di sicurezza e spiegare perché occorre rispettarle e farle rispettare”;
- pigrizia e fretta di timbrare: nella caduta l’operaio rompe la manica della tuta, ma non cambia la tuta perché altrimenti timbra in ritardo. Consigli: oltre a ricordare la necessità di una tuta integra magari si potrebbero lasciare a portata di mano delle tute di riserva accanto al posto di lavoro. O magari considerare il tempo necessario al cambio degli abiti e ad indossare la tuta come parte integrale dell’orario di lavoro;
-
disinteresse delle esperienze acquisite: il collega di lavoro invita il lavoratore a cambiare la
tuta, “perché potrebbe essere pericoloso”, ma il protagonista ignora il consiglio (“È una vita che faccio ‘sto lavoro, e non è mai successo niente”). Consigli: il collega potrebbe insistere, magari formulando una frase in prima persona: “Guarda che è pericoloso. Non voglio essere IO a dover dire a tua moglie che hai perso un braccio”;
- comportamento del superiore: il superiore non interviene per invitare il protagonista a cambiare la tuta e lo mette sotto pressione rimproverandolo e facendogli notare che è in ritardo con il lavoro. Consigli: un corso “di conduzione del personale e di comunicazione” per il superiore;
-
distrazione: mentre lavora alla trapanatrice, il lavoratore telefona e non presta molta attenzione a quello che sta facendo. Consigli: oltre a eliminare le fonti di
distrazione sul lavoro si possono anche mettere in atto misure tecniche, come “una schermatura sulla trapanatrice per escludere che la manica si impigli o venga trascinata”;
-
sottovalutazione del rischio alla trapanatrice: il protagonista sottovaluta il rischio perché
sopravvaluta le proprie abilità (“sto attento”),
sottovaluta i rischi (“non è pericoloso”), si lascia “trarre in inganno” dalla propria esperienza (“non è mai successo niente”). Consigli: attività di formazione e informazione ed eventuale “imposizione delle regole di sicurezza, specie se si constata che i dipendenti tendono a fare le cose senza riflettere”.
N.B.: I riferimenti legislativi riportati riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti illustrati sono comunque utili per aumentare la consapevolezza dei rischi
Tiziano Menduto
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