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Veneto e COVID-19: le regole per strutture residenziali e semiresidenziali

Veneto e COVID-19: le regole per strutture residenziali e semiresidenziali
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Coronavirus-Covid19

05/08/2020

Una ordinanza della Regione Veneto fornisce le disposizioni in materia COVID-19 per le strutture residenziali e semiresidenziali extraospedaliere dedicate ad anziani, disabili, minori, dipendenze e salute mentale.

 

Venezia, 5 Ago – Come ricordato anche in altri articoli del nostro giornale, è evidente che per il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2 le strutture residenziali e semiresidenziali extraospedaliere dedicate ad anziani, disabili, minori, dipendenze e salute mentale hanno necessità di una particolare attenzione nelle strategie di sanità pubblica.

 

Infatti le popolazione ospite delle strutture residenziali per anziani, “che nella maggioranza dei casi è costituita da soggetti di età superiore ai 65 anni, affetti da patologie croniche, neurologiche e da disabilità, rappresenta una categoria particolarmente fragile”. Inoltre nelle strutture residenziali e semiresidenziali extraospedaliere sono “ospitati anche soggetti affetti da disabilità, da patologie psichiatriche e persone con dipendenza da sostanze/gioco d'azzardo, persone più vulnerabili rispetto alla popolazione generale a causa delle peggiori condizioni di salute in quanto maggiormente esposte a fattori di rischio quali fumo, uso di droghe, scarsa igiene, stress psico-fisico, cattiva alimentazione o pregresse patologie infettive e croniche”. E dunque sono “da considerarsi anch'essi soggetti fragili e potenzialmente a maggior rischio di infezione da SARS-CoV-2”.

 

Senza dimenticare che nei luoghi chiusi “il virus può essere introdotto e circolare tramite il personale lavorativo, i nuovi ingressi o i familiari in visita”. E all'interno di comunità chiuse, “quali possono essere, ad esempio, anche le comunità educative per minori, i primi casi sospetti vanno tempestivamente diagnosticati per identificare rapidamente i focolai e garantire adeguate misure di contenimento”.

 

A ricordare con queste parole la necessità di una particolare attenzione verso alcune categorie di soggetti più vulnerabili all’emergenza COVID-19 sono delle linee di indirizzo regionali pubblicate nella Regione Veneto come allegato dell’Ordinanza n. 61 del Presidente della Giunta Regionale.

 

L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:

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Valutazione del Coronavirus negli ambienti di lavoro
Valutazione di tutti i rischi specifici in un unico software

 

L’Ordinanza della Regione Veneto e l’obiettivo delle linee di indirizzo

Il documento “Linee di indirizzo Strutture residenziali e semiresidenziali extraospedaliere per anziani, disabili, minori, dipendenze e salute mentale” è dunque allegato alla Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale N. 61 del 22 giugno 2020 recante “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da virus COVID-19. Ulteriori disposizioni”. E nell’Ordinanza si ricorda che tali linee di indirizzo fanno riferimento alle linee di indirizzo elaborate congiuntamente dalla Direzione "Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria" e dalla Direzione Servizi Sociali della Regione del Veneto, valutate con parere favorevole dal Comitato Scientifico "COVID-2019 in Regione Veneto" e costituiscono aggiornamento e integrazione delle "Linee di indirizzo Strutture residenziali extraospedaliere-Indicazioni per l'accoglienza di nuovi ospiti e l'accesso di familiari, visitatori e di altro personale esterno" (allegato 3, Ordinanza n. 55 del 29 maggio 2020).

 

 

 

Al di là delle successive Ordinanze della Regione Veneto in materia Covid-19, che vi invitiamo a verificare anche in relazione alla vigenza di questo documento, le linee di indirizzo allegate all’ordinanza 61/2020 rappresentano un esempio di regole e semplificazioni legate alla Fase 3 dell’evoluzione epidemiologica, rispetto alle regole precedenti.

 

E tali linee di indirizzo nascono, come indicato in premessa, per mantenere la massima attenzione nei confronti dei gruppi di popolazione in cui la diffusione del virus SARS-CoV-2 ha avuto un impatto rilevante, con particolare riferimento ai soggetti più anziani e a coloro che presentano delle condizioni cliniche che espongono ad un maggior rischio di complicanze.

Tuttavia – continuano le linee di indirizzo venete – “in relazione ai dati raccolti, che sono in continua fase di consolidamento, si evidenzia ad oggi un andamento decrescente del trend epidemiologico, con una trasmissione virale locale limitata anche nella popolazione anziana e in quella ospite delle residenze extraospedaliere”. E si assiste “ad una progressiva diminuzione dei ricoveri e dei decessi correlati a COVID-19”.

 

In particolare i modelli organizzativi delineati in tale Piano “contengono le misure di prevenzione e altre azioni specifiche da attuarsi nello specifico contesto della struttura con il supporto dei Dipartimenti di Prevenzione, oltre che misure di monitoraggio circa l'adempimento delle indicazioni fornite ad ogni singola struttura”. Risulta necessario “provvedere a rafforzare ulteriormente alcune misure di prevenzione e contrasto alla diffusione del virus all'interno delle suddette strutture, al fine di gestire con maggior sicurezza sia l'accesso di nuovi ospiti non autosufficienti e non assistibili a domicilio, supportando le famiglie sulle quali durante il periodo emergenziale ha gravato il lavoro di cura e di assistenza, sia le visite in struttura da parte di familiari e/o conoscenti, considerato il loro valore affettivo e sociale, di particolare rilevanza per il benessere psico-fisico delle persone istituzionalizzate. Pertanto, le indicazioni di seguito formulate trovano applicazione nei confronti di anziani, disabili, minori, dipendenze e salute mentale, categorie già indicate nella nota regionale prot. n. 122366/2020, compatibilmente con le specificità di detti target di utenza e di ogni singola struttura”.

In definitiva le presenti Linee di indirizzo “costituiscono una versione ad interim, che fornisce indicazioni valide per la gestione dell'attuale scenario epidemiologico e andrà rivalutata nel tempo in considerazione delle eventuali nuove indicazioni di carattere scientifico, delle raccomandazioni nazionali ed internazionali e in funzione dell'evoluzione dell'epidemia. Cambiamenti significativi della situazione epidemiologica o di altre variabili di contesto comporteranno l'aggiornamento del documento”.

 

Le misure generali di prevenzione e mitigazione del rischio

Riprendiamo innanzitutto dal documento le indicazioni generali operative "fase 3" che “vanno adattate ad ogni singola struttura, individuando le misure più efficaci in relazione al contesto specifico”.

 

Si parte dalle misure generali di prevenzione e mitigazione del rischio che sono “non derogabili”, in quanto “fattori di protezione ‘chiave’ in ogni contesto di comunità (strutture residenziali e semiresidenziali per persone non autosufficienti, persone con disabilità, persone affette da patologie psichiatriche, persone con dipendenza da sostanze/gioco d'azzardo, minori)”, e che includono “le seguenti azioni e comportamenti igienico-sanitari standard rispetto ai quali l'ente gestore deve provvedere sensibilizzando gli ospiti/utenti e gli operatori:

  • praticare frequentemente l' igiene delle mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o con soluzioni/gel a base alcolica e in tutti i momenti raccomandati (prima e dopo il contatto interpersonale, dopo il contatto con liquidi biologici, dopo il contatto con le superfici);
  • evitare di toccare gli occhi, il naso e la bocca con le mani;
  • tossire o starnutire all'interno del gomito con il braccio piegato o di un fazzoletto, preferibilmente monouso, che poi deve essere immediatamente eliminato;
  • evitare contatti ravvicinati mantenendo la distanza di almeno un metro dalle altre persone, in particolare con quelle con sintomi respiratori;
  • in caso di febbre e/o sintomi respiratori (e/o gastrointestinali in particolare nei bambini) non uscire di casa e contattare il proprio medico curante;
  • indossare la mascherina ed eseguire l'igiene delle mani prima di indossarla e dopo averla rimossa ed eliminata;
  • praticare un'accurata igiene degli ambienti e delle superfici con particolare attenzione a quelle che più frequentemente vengono toccate o manipolate o sulle quali possono depositarsi goccioline prodotte con il respiro, il parlato o colpi di tosse e starnuti;
  • aerare frequentemente i locali e privilegiare le attività all'aria aperta evitando i luoghi chiusi e affollati”.

Si indica poi che “nell'obiettivo di garantire il distanziamento interpersonale ed evitare assembramenti di persone all'interno delle strutture residenziali e semiresidenziali, a tutela sia degli ospiti/utenti sia dei visitatori/fornitori, si raccomanda che gli enti gestori, d'intesa con il Medico Competente e il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP), provvedano ad organizzare gli accessi alla struttura secondo criteri che riducano il più possibile il numero di persone compresenti, rendendolo compatibile con gli spazi disponibili”.

 

Le indicazioni sugli accessi di persone esterne

Veniamo poi ad alcune indicazioni sugli accessi di persone esterne (familiari/congiunti e operatori esterni).

 

Si indica che l'ente gestore “deve porre in atto ogni possibile misura tesa ad evitare l'ingresso, anche temporaneo, nella struttura di casi sospetti/probabili/confermati di COVID-19, in quanto ciò rappresenta un fondamentale aspetto di prevenzione e protezione. In particolare, l'ente gestore deve impedire l'accesso a persone che presentino sintomi di infezione respiratoria acuta, anche di lieve entità, o che abbiano avuto un contatto stretto con casi di COVID-19 sospetti/probabili/confermati negli ultimi 14 giorni. A tal fine a necessario mettere in atto un sistema di valutazione per chiunque debba accedere alla struttura residenziale o semiresidenziale in modo tale da consentire l'identificazione immediata di persone che presentino sintomi simil-influenzali (tosse secca, dolori muscolari diffusi, mal di testa, rinorrea, mal di gola, congiuntivite, diarrea, vomito) e/o febbre”.

 

In particolare si raccomanda che “tale valutazione preveda:

  • misurazione della temperatura (con termometri a distanza che non comportano il contatto, o termoscanner fissi, ove disponibili);
  • ricordare all'ingresso tutte le norme comportamentali e le precauzioni raccomandate per la prevenzione dell'infezione da SARS-CoV-2”.

 

Si indica che “considerato il benessere psico-fisico degli ospiti delle strutture residenziali per il quale risulta fondamentale la dimensione affettiva e sociale della relazione con i familiari e/o altri congiunti, tenuto conto, a questo riguardo, dell'attuale andamento discendente del trend epidemiologico, si precisa che le visite sono consentite nel quadro delle misure generali di prevenzione e protezione richiamate al Paragrafo precedente. Pertanto, al fine di ulteriormente facilitare gli incontri con i familiari/congiunti le indicazioni già fornite con precedenti comunicazioni vengono con il presente atto confermate e opportunamente aggiornate”.

 

Tuttavia gli enti gestori devono provvedere mediante specifici “protocolli per l'accesso di familiari e visitatori che contemplino:

  • ingressi limitati (per ogni ospite, la visita dovrà prevedere al massimo 2 persone contemporaneamente presenti ed una durata indicativa di 30 minuti) e scaglionati, limitando il numero di visitatori contemporaneamente presenti, secondo una specifica organizzazione che consenta lo svolgimento delle visite nel rispetto delle regole di distanziamento sociale, provvedendo mediante la prenotazione degli accessi dei visitatori così da evitare assembramenti anche negli spazi dedicati all'attesa dell'ingresso e compatibilmente con gli spazi disponibili;
  • al momento della prenotazione l'ente gestore valuta lo stato di salute del visitatore attraverso la compilazione di un breve questionario come da Allegato 1” (checklist di valutazione all’ingresso del visitatore);
  • “sottoscrizione preventiva di un patto di responsabilità reciproca tra l'ente gestore della struttura residenziale e i familiari/congiunti dell'ospite, come da Allegato 2, per il rispetto delle regole di contrasto alla diffusione del virus che prevede, tra l'altro, l'autodichiarazione circa la non presenza nell'ambito del proprio nucleo familiare di persone con febbre o sintomi di malattia respiratoria e, nel caso in cui un componente del nucleo familiare dovesse presentare questi sintomi nei giorni successivi la visita, l'impegno ad informare la struttura;
  • conservare l'elenco delle prenotazioni e delle visite per un periodo di 14 giorni, il questionario relativo allo stato di salute (checklist di cui all'Allegato 1) viene riproposto al momento dell'accesso del visitatore e viene datato e controfirmato dallo stesso;
  • controllo dei visitatori rispetto al rischio di infezione da SARS-CoV-2 e il divieto di accesso alla struttura da parte di visitatori che presentino segni o sintomi suggestivi dell'infezione (es. febbre (> 37,5°C), tosse, difficoltà respiratoria, congiuntivite) o che risultano contatti stretti di persona sospetta o confermata COVID-19;
  • utilizzo costante e corretto della mascherina chirurgica da parte di tutti i visitatori;
  • prevedere l'utilizzo della mascherina chirurgica anche da parte degli ospiti che ricevono le visite;
  • far eseguire al visitatore l'igiene delle mani all'ingresso in struttura;
  • preferire per le visite, in particolare per la stagione primaverile ed estiva e compatibilmente con le condizioni dell'ospite, gli spazi esterni nel rispetto delle regole di igiene e sicurezza;
  • escludere, in questa fase, ogni accesso di familiari e/o altri congiunti all'interno dei nuclei di degenza; è possibile una deroga solo per i casi di estrema necessità o indifferibilità (es. nel caso di fine vita) e su autorizzazione della Direzione sanitaria o, per le strutture che non prevedono questa figura, su autorizzazione dell'ente gestore d'intesa con il Medico curante di riferimento, che provvederanno a definire anche le modalità di accesso in sicurezza;
  • per le visite condotte all'interno della struttura individuare spazi e luoghi dedicati, che garantiscano il rispetto del distanziamento sociale e delle norme igieniche;
  • limitare al minimo il transito del visitatore per gli spazi comuni, prevedendo per le visite orari adeguati e compatibili alle restanti attività di ospiti e operatori;
  • idonea aerazione del locale dove a avvenuta la visita;
  • detersione e sanificazione degli ambienti al termine della visita con particolare attenzione agli elementi che vengono più frequentemente toccati con le mani e alle superfici di appoggio;
  • presenza di dispenser di soluzione idroalcolica nello spazio dove avviene la visita.

 

Concludiamo la presentazione delle linee di indirizzo che risultano un esempio, variabile a seconda delle norme e delle fasi epidemiologiche, di organizzazione in uno degli ambiti lavorativi che sono più a rischio per le caratteristiche dell’emergenza COVID-19, ricordando che tali linee di indirizzo forniscono anche informazioni su:

  • sensibilizzazione e formazione dei visitatori;
  • rapporti con fornitori, manutentori e altri operatori esterni;
  • protocolli di monitoraggio;
  • norme specifiche per servizi semiresidenziali per persone con disabilità;       
  • norme specifiche per servizi semiresidenziali dell'area salute mentale.

 

 

RTM

 

 

Scarica i documenti da cui è tratto l'articolo:

Regione Veneto, “ Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale n. 61 del 22 giugno 2020 - Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da virus COVID-19. Ulteriori disposizioni” (Formato PDF, 221 kB)

 

Regione Veneto, “ Linee di indirizzo Strutture residenziali e semiresidenziali extraospedaliere per anziani, disabili, minori, dipendenze e salute mentale”, Allegato A all’Ordinanza n. 61 del 22 giugno 2020 (formato PDF, 473 kB). 

 

 

Scarica la normativa nazionale di riferimento:

DECRETO-LEGGE 30 luglio 2020, n. 83 - Misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica da COVID-19 deliberata il 31 gennaio 2020.

 

Testo del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 coordinato con la legge di conversione 17 luglio 2020, n. 77, recante: «Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19».

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 14 luglio 2020 - Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 11 giugno 2020 - Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

 

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