Come migliorare le condizioni di lavoro nel settore socio-sanitario
Bruxelles, 18 Dic – Come ricordato in molti nostri articoli, il settore dell’assistenza socio-sanitaria, uno dei settori lavorativi più grandi nell’Unione europea, è caratterizzato da condizioni di lavoro difficili, che contribuiscono, tra le altre cose, anche ad un allarmante esodo della forza lavoro e a difficoltà nell'attrarre nuovo personale.
È dunque importante cercare di promuovere in Europa idonee politiche e strategie in grado di migliorare le condizioni di lavoro, la tutela della salute e sicurezza e la gestione dei tanti rischi per gli operatori socio-sanitari.
Con questi obiettivi l’Agenzia EU-OSHA ha pubblicato sul suo sito un interessante rapporto prodotto dalla Federation of European Social Employers che rappresenta la voce europea degli imprenditori attivi nel settore dei servizi sociali. Dove, con “servizi sociali”, si intendono tutti i servizi di assistenza e supporto, specialmente per persone anziane, bambini, persone con disabilità e persone emarginate e svantaggiate.
Ci soffermiamo, dunque, sul documento “Improving working conditions in social services: 10 recommendations” (Migliorare le condizioni di lavoro nei servizi sociali: 10 raccomandazioni) che, in relazione al progetto “IWorCon”, offre una tabella di marcia per migliorare le condizioni di lavoro nei servizi sociali sottolineando, ad esempio, l'importanza della valutazione dei rischi, delle iniziative sanitarie mirate e della formazione in materia di sicurezza sul lavoro.
Nel documento si indica che è necessario dotare, in questo settore, i datori di lavoro di informazioni, risorse e strategie adeguate per gestire e ridurre al minimo i rischi nei luoghi di lavoro, salvaguardando la salute fisica e mentale degli operatori. E i vari partner del progetto IWorCon hanno lavorato su 10 argomenti chiave che attualmente hanno un impatto sulle condizioni di lavoro nel settore.
Per affrontare correttamente questi temi, le dieci raccomandazioni invitano le parti interessate ad adottare un approccio dal basso verso l'alto, coinvolgendo i lavoratori e i loro rappresentanti nel quadro del dialogo sociale.
L’articolo di presentazione del documento si sofferma sui seguenti argomenti:
- Migliorare le condizioni nel settore socio-sanitario: la valutazione dei rischi
- Migliorare le condizioni nel settore socio-sanitario: i rischi fisici
- Indice del documento IWorCon
Migliorare le condizioni nel settore socio-sanitario: la valutazione dei rischi
Partiamo dalla prima raccomandazione relativa alla valutazione dei rischi per la salute e sicurezza sul lavoro,
Si ricorda che la valutazione dei rischi è il processo di identificazione, analisi e valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori ed è la prima azione da attuare per avviare una politica di prevenzione dei rischi.
Si raccomanda poi di effettuare una valutazione non solo a livello di organizzazione, ma anche per ciascuna unità lavorativa. Se la valutazione deve essere oggettiva, analizzando i requisiti del luogo di lavoro e delle posizioni lavorative, le diversità all’interno della forza lavoro non possono essere trascurate. Infatti, i rischi possono essere diversi a seconda del sesso, dell'età, della disabilità e delle caratteristiche fisiche del lavoratore.
Ci sono poi varie proposte e indicazioni su come fare la valutazione del rischio.
Esistono vari metodi, possibilità e step per condurre la valutazione. Ad esempio:
- Identificare i regolamenti e gli standard applicabili per conoscere quelli specifici del settore dei servizi sociali. Questi possono includere leggi relative alla sicurezza, alla salute e al benessere sul posto di lavoro.
- Effettuare una valutazione approfondita del luogo di lavoro nel settore dei servizi sociali. Identificare i rischi potenziali, come quelli fisici, chimici, biologici, ergonomici e psicosociali. Considerare fattori come il sollevamento di carichi pesanti, l'esposizione a sostanze pericolose, lo stress e la violenza.
- Valutare la probabilità che il rischio si verifichi e la gravità delle potenziali conseguenze. Per valutare i rischi si può utilizzare una matrice di rischio. I risultati consentono di costruire un piano d'azione per la prevenzione.
- Identificare i pericoli e valutare la conformità alle norme di sicurezza. L'ispezione deve riguardare tutte le aree, compresi gli uffici, le case degli utenti, quando possibile, i centri comunitari o qualsiasi altro luogo in cui si svolge l'attività dei servizi sociali. Anche le politiche e le procedure di sicurezza devono essere riviste e valutate per verificare se sono complete, aggiornate e comunicate efficacemente ai dipendenti. Le politiche devono riguardare aree quali la segnalazione di incidenti, le procedure di emergenza, l'uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) e la manipolazione di materiali pericolosi, compresi gli aghi. Il datore di lavoro deve rendere le istruzioni il più chiare possibile e assicurarsi che vengano applicate dai lavoratori.
- La valutazione della SSL è un processo continuo. Dovrebbe essere aggiornata regolarmente, soprattutto quando si verifica un cambiamento nell'organizzazione o nell'ambiente di lavoro. Monitorare e valutare costantemente l'efficacia delle misure di sicurezza, aggiornare le politiche e le procedure in base alle necessità e fornire formazione e supporto continui ai dipendenti. L'approccio PDCA (Plan, Do, Check, Act) del project management può essere molto utile in questo ambito.
- Mantenere una documentazione accurata delle valutazioni della SSL, delle sessioni di formazione, degli incidenti e delle azioni correttive intraprese. Questa documentazione è essenziale ai fini della conformità e per monitorare i progressi nel tempo.
Si segnala che seguendo questi passaggi le organizzazioni possono valutare e migliorare efficacemente la sicurezza e la salute sul lavoro dei propri dipendenti.
Il documento si sofferma poi sull’importanza della collaborazione alla valutazione dei rischi per la SSL.
Migliorare le condizioni nel settore socio-sanitario: i rischi fisici
Ci soffermiamo brevemente anche sulla seconda raccomandazione che ha l’obiettivo di migliorare la salute relativamente ai rischi fisici sul posto di lavoro.
Ad esempio, i rischi fisici possono essere intesi come:
- Rischi biologici, che comprendono l'esposizione ad agenti biologici e infezioni. L'esposizione a Covid-19 è considerata un rischio biologico, così come le regolari epidemie di influenza.
- Rischi chimici, che comprendono l'esposizione a sostanze chimiche come i farmaci ma anche i prodotti per la pulizia e la disinfezione.
Ma i rischi fisici possono consistere anche in collisioni, scivolamenti, inciampi e cadute o riguardare la qualità dell'aria, l’esposizione al rumore e alle temperature estreme.
Comprendono anche i rischi ergonomici, che si verificano quando si sollevano e si movimentano persone, si spingono attrezzature, si lavora in posizioni scomode, si eseguono movimenti ripetitivi, si sta in piedi o seduti per lunghi periodi, ecc.
Tra l’altro secondo l'EU-OSHA, nel settore dell' assistenza sanitaria e sociale i problemi di salute fisica più diffusi sono problemi o dolori alle ossa, alle articolazioni o ai muscoli. Si ricorda che uno dei problemi più comuni tra gli infermieri, in relazione ai disturbi muscoloscheletrici, è la lombalgia, dovuta, ad esempio, allo spostamento di attrezzature e pazienti.
Si indica che il primo passo per tutte le misure preventive è una “valutazione olistica” del rischio, che deve considerare le mansioni lavorative e il contesto in cui vengono svolte. Ad esempio, il sollevamento di un carico pesante è diverso a seconda che il lavoratore debba eseguirlo con o senza una pressione temporale. Anche il contesto organizzativo può svolgere un ruolo fondamentale.
Dopo aver accennato ai principi generali di prevenzione della Direttiva quadro UE del 1989, il documento indica che dopo aver evitato alcuni rischi e valutato altri, l'attenzione deve spostarsi sull'organizzazione del lavoro.
Infatti il modo in cui è strutturato il lavoro è cruciale per prevenire gli infortuni e le malattie alla fonte e garantisce che le misure preventive siano accessibili a tutti. Ciò comporta la necessità di affrontare questioni chiave a tutti i livelli gerarchici, come la chiara definizione dei compiti, la definizione di tempi realistici, la fornitura di istruzioni chiare e la concessione di un certo grado di autonomia ai lavoratori nello svolgimento delle loro responsabilità. Anche l'organizzazione dell'orario di lavoro è fondamentale. Ad esempio, è importante evitare di assegnare compiti impegnativi contemporaneamente o ripetutamente agli stessi lavoratori e concedere pause quando necessario. Si ricorda poi che ogni lavoratore è unico e può richiedere adattamenti o sistemazioni specifiche, come nel caso di lavoratori disabili o anziani.
Riguardo alla raccomandazione 2 il documento si sofferma anche sulle attrezzature, sulla comunicazione e sulla necessità di sviluppare un piano d'azione.
Indice del documento IWorCon
Riportiamo, in conclusione, l’indice del documento “Improving working conditions in social services: 10 recommendations”.
Recommendation 1
- OSH risks assessment at organisation level
Recommendation 2
- Improving physical health at work
Recommendation 3
- Improving mental health at work
Recommendation 4
- Management’s training on OSH risks prevention
Recommendation 5
- Managing change
Recommendation 6
- Preventing Occupational Disintegration and Reintegrating Employees
Recommendation 7
- Work-life balance
Recommendation 8
- Managing diversity and gender
Recommendation 9
- Managing age
Recommendation 10
- Improving skills leading to better Jobs
Final remark
Indicators to monitor progress and adapt measures
RTM
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