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"Guida in stato di ebbrezza: per l’89% degli italiani e' il pericolo numero uno"

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza stradale

30/06/2003

Lo afferma un sondaggio Eurispes sul livello di gravità delle violazioni del Codice della strada.

Qual è per gli italiani il livello di gravità delle violazioni del Codice della Strada?
Lo ha chiesto l’Eurispes ad un campione di duemila persone.
Dall’indagine emerge che, secondo gli italiani, l’infrazione più grave è la guida in stato di ubriachezza: un comportamento giudicato “molto grave” dall’89% degli intervistati.

Nella graduatoria segue al secondo posto, passare con il rosso; al terzo posto, superare il limite di velocità consentito. Ed infine al quarto posto, parcheggiare sui marciapiedi.

In termini percentuali gli italiani si esprimono nel seguente modo, in riferimento al livello di gravità delle violazioni del codice della strada:
Guidare in stato di ubriachezza: molto grave 89%; abbastanza grave 8,8%; poco grave 0,9%; per nulla grave 1,4%.
Passare con il rosso: molto grave 66,3%; abbastanza grave 22,7%; poco grave 8,6%; per nulla grave 2,5%.
Superare il limite di velocità consentito: molto grave 51,2%; abbastanza grave 30%; poco grave 14,9%; per nulla grave 4%.
Parcheggiare sui marciapiedi: molto grave 26,5%; abbastanza grave: 28,5%; poco grave 29,8%; per nulla grave 15,3%.

Le percentuali variano con il variare delle fasce d’età. L’Eurispes rileva da parte dei più giovani, un maggiore livello di tolleranza nei confronti delle violazioni del codice della strada.

Significativo il confronto, rispetto alle fasce di età, del giudizio sul livello di gravità della guida in stato di ubriachezza:
dai 18 ai 24 anni: molto grave 82,6%; abbastanza grave 12,4%; poco grave 2,4%; per nulla grave 2,6%.
Dai 25 ai 44 anni: molto grave 89,4%; abbastanza grave 8,9%; poco grave 0,7%; per nulla grave 1%.
Dai 45 ai 64 anni: molto grave 93,4%; abbastanza grave 5,8%; poco grave 0,3%; per nulla grave 0,5%.
Ultra 65enni: molto grave 88%; abbastanza grave 9,4%; poco grave 0,6%; per nulla grave 2%.

Come rileva l’Eurispes, “paradossalmente, la frequenza impressionante degli incidenti stradali sembra nascondere la reale portata del fenomeno. La tragica quotidianità dell’evento – cronico e quindi subdolamente normale, e non catastrofico – allontana, nella percezione sociale, una piena consapevolezza della sua gravità e del bisogno improrogabile di nuove misure di prevenzione.”

Si consideri infatti che ogni giorno in Italia diciassette persone muoiono a causa di un incidente stradale, 72 mila sono morte negli ultimi dieci anni. Viene ferita una persona ogni due minuti e si verificano mediamente quasi seicento incidenti al giorno.

Si calcola che un cittadino europeo su ottanta morirà per cause automobilistiche e addirittura uno su tre dovrà, una volta nella vita, essere ricoverato in ospedale in seguito a incidente stradale.

“Non esistono categorie sociali al sicuro: gli incidenti stradali interessano trasversalmente tutti i cittadini delle società tecnologicamente avanzate.” – afferma l’eurispes – “Non solo gli automobilisti, né tantomeno solo i conducenti: un terzo circa delle vittime ha meno di trenta anni di età e ogni anno in Italia, su 100.000 bambini fra i 5 e i 15 anni, ne muoiano in incidenti stradali più di sette.”
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