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Le ombre dell'informatica: truffa miliardaria a Udine
Il computer nel mondo bancario ha da sempre rappresentato gioie e dolori. Pur essendo un meraviglioso e versatile strumento di lavoro, un semplice terminale può aprire grandi crepe nel sistema di sicurezza interno.
E', infatti, bastata la mano di un dipendente del Banco Ambrosiano Veneto su una semplice tastiera per aprire, nelle finanze della banca, un buco che si aggira tra i 50 e gli 80 miliardi. Attraverso la rete telematica il dipendente, con il probabile contributo di funzionari di istituti di credito dell'ex-Yugoslavia, avrebbe aperto a nome di un imprenditore indiano conti correnti e predisposto finanziamenti che erano coperti da titoli privi di alcuna reale copertura.
Nei confronti del dipendente la procura ha ipotizzato i reati di frode informatica, truffa e appropriazione indebita.
E', infatti, bastata la mano di un dipendente del Banco Ambrosiano Veneto su una semplice tastiera per aprire, nelle finanze della banca, un buco che si aggira tra i 50 e gli 80 miliardi. Attraverso la rete telematica il dipendente, con il probabile contributo di funzionari di istituti di credito dell'ex-Yugoslavia, avrebbe aperto a nome di un imprenditore indiano conti correnti e predisposto finanziamenti che erano coperti da titoli privi di alcuna reale copertura.
Nei confronti del dipendente la procura ha ipotizzato i reati di frode informatica, truffa e appropriazione indebita.
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