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Ancora vittime del monossido di carbonio
Nonostante le campagne di informazione rivolte ai cittadini sulla sicurezza degli impianti a gas di uso domestico (caldaia, fornello, scaldabagno,..), purtroppo nel nostro Paese si registrano ancora morti per intossicazione da monossido di carbonio, un composto generato dalla combustione del gas.
Tra il 21 ed il 23 febbraio, si sono verificati tre gravi casi di intossicazione, uno dei quali ha avuto conseguenze letali per una giovane bergamasca, morta a causa delle esalazioni di uno scaldabagno.
Più fortuna hanno invece avuto gli undici intossicati di una cascina in provincia di Pavia dove si stava svolgendo una festa di compleanno che poteva trasformarsi in tragedia…
La prima a sentirsi male è stata la figlia dei padroni di casa, che ha accusato un forte mal di stomaco; poi si è sentita male la madre.
Al pronto soccorso i medici hanno avuto il sospetto di intossicazione e perciò hanno effettato un prelievo di sangue.
Le analisi hanno evidenziato una presenza di monossido molto alta, quindi i medici hanno subito telefonato alla cascina e ordinato di aprire le finestre e uscire.
Nell'appartamento erano presenti anche i soccorritori, che sono finiti anch'essi all'ospedale per un principio di intossicazione.
Anche in questo caso la fuga di monossido di carbonio avrebbe avuto origine da uno scaldabagno.
Altra tragedia è stata evita nel veronese, nell'abitazione di tre donne. E' stata proprio una di loro a chiamare i soccorsi quando ha avvertito i tipici sintomi dell'intossicazione (mal di testa e nausea) e ha notato uno strano torpore delle due amiche.
Ancora da accertare le cause della fuga di monossido di carbonio, anche se prende piede l'ipotesi che i lavori di installazione della cucina, effettuati il giorno prima, non siano stati eseguiti correttamente.
Questi episodi richiamano l'attenzione sul fatto che l'utilizzo di impianti a gas, come abbiamo sottolineato in occasione della presentazione degli opuscoli UNI ''Impariamo a conoscere il gas'' e '' Il gas a regola d'arte'', non deve prescindere da una corretta installazione/manutenzione degli impianti e da comportamenti sicuri da parte degli utenti.
Tra il 21 ed il 23 febbraio, si sono verificati tre gravi casi di intossicazione, uno dei quali ha avuto conseguenze letali per una giovane bergamasca, morta a causa delle esalazioni di uno scaldabagno.
Più fortuna hanno invece avuto gli undici intossicati di una cascina in provincia di Pavia dove si stava svolgendo una festa di compleanno che poteva trasformarsi in tragedia…
La prima a sentirsi male è stata la figlia dei padroni di casa, che ha accusato un forte mal di stomaco; poi si è sentita male la madre.
Al pronto soccorso i medici hanno avuto il sospetto di intossicazione e perciò hanno effettato un prelievo di sangue.
Le analisi hanno evidenziato una presenza di monossido molto alta, quindi i medici hanno subito telefonato alla cascina e ordinato di aprire le finestre e uscire.
Nell'appartamento erano presenti anche i soccorritori, che sono finiti anch'essi all'ospedale per un principio di intossicazione.
Anche in questo caso la fuga di monossido di carbonio avrebbe avuto origine da uno scaldabagno.
Altra tragedia è stata evita nel veronese, nell'abitazione di tre donne. E' stata proprio una di loro a chiamare i soccorsi quando ha avvertito i tipici sintomi dell'intossicazione (mal di testa e nausea) e ha notato uno strano torpore delle due amiche.
Ancora da accertare le cause della fuga di monossido di carbonio, anche se prende piede l'ipotesi che i lavori di installazione della cucina, effettuati il giorno prima, non siano stati eseguiti correttamente.
Questi episodi richiamano l'attenzione sul fatto che l'utilizzo di impianti a gas, come abbiamo sottolineato in occasione della presentazione degli opuscoli UNI ''Impariamo a conoscere il gas'' e '' Il gas a regola d'arte'', non deve prescindere da una corretta installazione/manutenzione degli impianti e da comportamenti sicuri da parte degli utenti.
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