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Il lavoro precario fa male alla salute?


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Mal di schiena, disturbi del sonno e tensione sono i disturbi più frequentemente accusati dai lavoratori precari che hanno risposto al questionario realizzato dal dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Bologna, in collaborazione con l’ENEA di Bologna su un campione di lavoratori con contratti di lavoro a termine. [Si veda PuntoSicuro n.1082].

La ricerca è stata svolta da novembre 2004 a febbraio 2005, attraverso l’invio di un questionario al domicilio di 4.020 precari, ma solo 822 persone hanno riconsegnato il questionario e 516 sono i questionari ritenuti validi. Il campione non può quindi essere considerato completamente rappresentativo, ma i risultati ottenuti sono un segnale che non può essere trascurato e, secondo gli autori della ricerca, richiede approfondimento.

L’età media degli intervistati, 6 su 10 donne, è di 32 anni. Riguardo al grado di istruzione, il 40,3% del campione è in possesso di diploma, mentre il 36,5% di titolo universitario.
Le risposte relative a sintomi accusati rivelano che il 70% degli intervistati soffre di mal di schiena, il 45% presenta disturbi del sonno, mentre sono colpiti da mal di testa, tensione generalizzata, ansia rispettivamente il 66.5%, 67.6% e 60% degli intervistati.

Bruciori di stomaco, dolori muscolari, alterazioni del battito cardiaco sono alcuni degli altri disturbi che gli autori della ricerca ritengono correlati alla precarietà del posto di lavoro; la ricerca ha infatti dimostrato che in percentuali significative i disturbi insorgono dopo l’inizio del rapporto di lavoro precario oppure, a seguito di questo, si aggravano.

Per valutare il legame tra i disturbi evidenziati e precarietà del lavoro, sarebbe tuttavia interessante confrontare i dati ottenuti con quelli di un campione di lavoratori con “posto fisso”.

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