Come favorire la sicurezza degli operatori sanitari nell’Unione europea?
Bilbao, 19 Feb – Non è la prima volta che l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) affronta il tema della sicurezza dei lavoratori di un comparto, quello sanitario e socio-assistenziale, che impiega circa l'11% dei lavoratori dell'Unione europea (dati Eurostat, 2020). Ed è ancora attivo il progetto di ricerca dell’EU-OSHA, dal titolo “Il settore dell’assistenza sociosanitaria e la sicurezza e la salute sul lavoro (SSL)” (2022-2026) che ha l’obiettivo di fornire conoscenze basate su dati concreti sulle diverse sfide che il settore si trova ad affrontare per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei suoi lavoratori, al fine di aumentare la consapevolezza e orientare il processo di elaborazione delle politiche e delle strategie di prevenzione.
Proprio in relazione a questi temi l’Agenzia ha recentemente segnalato la pubblicazione di un report relativo al progetto “Health Risk Outlooks by Social Partners” (HEROS), finanziato dalla Commissione europea, che ha analizzato le sfide e i rischi per la sicurezza e la salute sul lavoro degli operatori sanitari nell'Unione europea.
Nel report si ricordano le principali sfide identificate nel progetto per gli operatori sanitari: l'invecchiamento della forza lavoro, la carenza di personale, i bassi salari, gli orari di lavoro prolungati, la molteplicità delle mansioni e il sottofinanziamento. E in termini di rischi, si parla di carenza di personale, di sovraccarico di lavoro, di stress lavorativo, di violenze e molestie sul lavoro e di burnout.
Ci soffermiamo dunque, in relazione al Progetto HEROS, sul “Final Project Report (2021-2023)” che raccoglie un'analisi multilivello degli interventi di politica sanitaria e di sicurezza per identificare modi efficaci di garantire una migliore protezione dei dipendenti sul posto di lavoro.
L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- Il comparto e gli operatori sanitari: il progetto HERO
- Gli operatori sanitari: i principali risultati del progetto
Il comparto e gli operatori sanitari: il progetto HEROS
Con questo progetto si è cercato di capire come le parti sociali (sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro) a livello nazionale ed europeo contribuiscono e possono contribuire alla sicurezza sul lavoro nei settori ospedaliero e dei servizi sociali (con particolare attenzione ai servizi di assistenza agli anziani).
Si ricorda che questi settori sono caratterizzati da rischi simili per la salute dei lavoratori, come emerso durante la pandemia da COVID-19, ma anche da fattori molto diversi (organizzazione, fornitori, dimensioni, pubblico/privato, profit/no profit, sistemi diversi di relazioni industriali e strutture di rappresentanza dei lavoratori).
In ogni caso l'idea sottesa nel progetto è che i pazienti e gli utenti dei servizi sociosanitari siano sicuri quando i lavoratori sono sicuri.
Il report analizza l'eventuale coordinamento degli interventi politici in materia di salute e sicurezza tra i livelli europeo, nazionale e organizzativo nei due settori, nonché il ruolo delle parti sociali.
Inoltre, data la natura multilivello delle politiche di salute e sicurezza sul lavoro (dal livello europeo, a quello nazionale, a quello organizzativo), è stata condotta un'analisi comparativa delle politiche di salute e sicurezza sul lavoro e del coinvolgimento delle parti sociali in sei Paesi caratterizzati da diversi sistemi di relazioni industriali e da diverse strutture di rappresentanza dei lavoratori in materia di salute e sicurezza sul lavoro: Germania, Italia, Lituania, Polonia, Svezia e Regno Unito.
Gli operatori sanitari: i principali risultati del progetto
Veniamo ad alcuni dei principali risultati del progetto, come descritti nel sommario del “Final Project Report”:
- i rischi per la salute e la sicurezza degli infermieri e degli operatori sanitari sono simili in tutti i Paesi e comprendono, soprattutto, rischi fisici (movimentazione dei carichi, mal di schiena, esposizione a farmaci tossici nocivi, ferite da taglio, violenza da parte di pazienti e utenti) e psicologici (in particolare burnout professionale e affaticamento);
- i rischi per la salute e la sicurezza sono esacerbati nei Paesi in cui è maggiore la carenza di personale, il turnover e la mancanza di competenze adeguate;
- la legislazione nazionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro è la principale fonte di regolamentazione delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro in tutti i Paesi, ma le variazioni dipendono, ad esempio, dalla copertura dei rischi fisici e psicologici o dal coinvolgimento delle parti sociali a livello settoriale e organizzativo;
- la contrattazione collettiva a livello settoriale nei singoli Paesi è di importanza complementare alla legge. Concentrandosi principalmente sulla retribuzione e sull'orario di lavoro, la contrattazione collettiva contribuisce al carico di lavoro e alla fidelizzazione del personale, che si sono rivelati elementi fondamentali per un ambiente di lavoro sicuro e di buona qualità;
- le soluzioni tecnologiche per gestire i rischi sul posto di lavoro (ad esempio, ausili per il sollevamento dei pesi) sono talvolta disponibili ma non vengono utilizzate per mancanza di tempo durante i lunghi orari di lavoro degli operatori sanitari e assistenziali;
- la misura in cui le parti sociali sono coinvolte nella definizione delle politiche e delle misure di salute e sicurezza è fondamentale per migliorare l'informazione sui problemi e favorire la messa in atto di soluzioni in materia di salute e sicurezza;
- il rispetto degli standard di SSL stabiliti a livello nazionale varia da uno Stato membro all'altro e dipende in larga misura dai meccanismi di applicazione e dalle istituzioni. La SSL è considerata costosa e le sanzioni sono talvolta ritenute più efficienti dal punto di vista economico; l'applicazione deve essere combinata con conoscenze, competenze e risorse umane e finanziarie sufficienti;
- le strutture di rappresentanza dei lavoratori in materia di salute e sicurezza sul lavoro possono avere un impatto positivo sull'applicazione delle norme. Ciò è particolarmente vero nei casi di studio in cui esistono sistemi misti - sindacali e non - di rappresentanza dei lavoratori per la salute e sicurezza;
- le condizioni di salute e sicurezza sono specifiche del luogo di lavoro, soprattutto nel settore dell'assistenza a causa dell'ampia varietà di fornitori di assistenza nei vari Paesi e all'interno di essi; una politica di salute e sicurezza unica potrebbe quindi non essere adatta”.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del report che presenta vari studi di casi:
- Case Study Germany Hospital Sector
- Case Study Germany Social Care Sector
- Case Study Italy Hospital Sector
- Case Study Italy Social Care Sector
- Case Study Lithuania Hospital Sector
- Case Study Lithuania Social Care Sector
- Case Study Poland Hospital Sector
- Case Study Poland Social Care Sector
- Case Study Sweden Hospital Sector
- Case Study Sweden Social Care Sector
- Case Study UK Hospital Sector
- Case Study UK Social Care Sector
- EU Case Study EU-level Hospital Sector
- Case Study EU-level Social Services Sector
RTM
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Rispondi Autore: abele - likes: 0 | 20/02/2024 (08:43:24) |
...e anche questa volta, mentre parliamo dell'ennesimo "omicidio" sul lavoro, non troviamo, tra tutti quelli che stipendiamo in Europa, qualcuno che traduca in italiano un testo prodotto dalla comunità... che tristezza! |