RLS: con quali competenze affrontare la complessità del mondo del lavoro?
Milano, 16 Ott – Il seminario “Le competenze non tecniche a supporto del ruolo del RLS”, che si è tenuto a Milano il 27 marzo 2019, presso il “ Centro per la Cultura della Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita”, ha permesso di approfondire l’importanza della presenza, nei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), anche di competenze diverse dalle competenze tecniche, come le abilità cognitive, comportamentali e interpersonali. Competenze utili specialmente in una realtà sociale e lavorativa caratterizzata da una grande complessità e variabilità.
Per approfondire questi aspetti ci soffermiamo in particolare su due interventi al seminario milanese. Il primo sul tema delle competenze non tecniche (NTS) e il secondo sulla gestione della complessità da parte degli RLS.
Questi gli argomenti affrontati nell’articolo:
- Avere la consapevolezza di una situazione per decidere
- Le sette competenze non tecniche
- Come gestire la complessità
- L’importanza delle competenze cognitivo relazionali
Avere la consapevolezza di una situazione per decidere
L’intervento “Le competenze non tecniche: queste sconosciute”, a cura di Luca Santopolo (Consiglio Direttivo AiNTS), si sofferma innanzitutto sulla consapevolezza situazionale, sull’importanza di “riuscire ad avere la consapevolezza di una situazione per poter prendere le giuste decisioni”.
A questo proposito si indica che la consapevolezza situazionale è costruita dalla percezione di:
- “Elementi ambientali
- Comprensione del loro significato
- Capacità di proiezione sul futuro
- Effetti del loro cambiamento che è fortemente dinamico”.
Infatti “non l’incapacità o la disattenzione, ma la mancanza di consapevolezza della situazione è stata identificata come una delle cause primarie negli incidenti attribuibili agli errori umani”. Ed essere consapevoli “deriva da competenze non tecniche, da attitudini, aspetti caratteriali, dall’esperienza”.
Essere consapevoli – continua il relatore - significa:
- “Identificare gli input dell’ambiente e saperli interpretare correttamente
- Individuare le persone e gli eventi chiave”.
Le sette competenze non tecniche
La relazione indica poi che nella cultura della sicurezza “è necessario soffermarsi su processi trascurati quali la percezione del rischio, l’attribuzione di significato, la decisione e l’orientamento discrezionale della propria condotta, ponendo l’accento su ciò che è definito human factor”.
E, a proposito dell’importanza delle competenze non tecniche, si sottolinea “l’impossibilità di una gestione dei problemi sulla sicurezza legati solo agli aspetti tecnologici e sulle competenze prettamente tecniche”. La mancanza di NTS “genera gli errori, aumentando la possibilità di evento avverso”.
A questo proposito il relatore ricorda le sette NTS, già presentate anche in precedenti articoli di PuntoSicuro, con riferimento a:
- consapevolezza situazionale
- decision-making: “capacità di adeguata definizione dei problemi, di considerare le opzioni e di implementare la scelta”;
- comunicazione: il relatore ricorda che “le persone si ricorderanno di te non per quello che hai detto, ma per come lo hai detto”;
- team-work: “capacità di supportare, risolvere i conflitti, scambiare informazioni e coordinare le attività”;
- leadership: “ottimale utilizzo dell’autorità, capacità di pianificazione, di dare priorità e gestire i carichi di lavoro”;
- gestione stress: “identificare i sintomi dello stress, i suoi effetti e implementare strategie di coping”;
- fronteggiare la fatica: “identificazione dei sintomi di fatica, implementazione di strategie efficaci di risoluzione”.
Si indica, infine, che è importante “creare una cultura della consapevolezza che investe la qualità dell’attenzione, il non lasciarsi fuorviare dalle proprie aspettative o dalle routine”. Bisogna focalizzarsi su “elementi che a prima vista appaiono insignificanti ma che possono rappresentare le prime avvisaglie di un pericolo”.
Come gestire la complessità
Nell’intervento “Gestire la complessità: il ruolo degli RLS”, a cura di Renata Borgato (collaboratrice Facoltà di Psicologia Università Milano Bicocca), si ricorda che per esercitare efficacemente il proprio ruolo, “il RLS oggi deve essere in grado di orientarsi in un contesto VUCA:
- Volatily: la volatilità fa “riferimento alla natura e alle dinamiche del cambiamento, alla velocità degli elementi che producono il cambiamento”;
- Uncertainty: l’incertezza è in riferimento alla “molteplicità delle forze in campo, mancata chiarezza degli esiti, rottura del meccanismo causa effetto e confusione nei confini organizzativi”;
- Complexity;
- Ambiguity.
Si segnala che si passa “da un contesto organizzativo, produttivo e relazionale stabile alla disrumptive innovation”, un processo per cui un prodotto o un servizio già esistenti creano “un nuovo mercato” e destabilizzano i competitor.
Si indica inoltre che:
- “cambia la composizione della forza lavoro (età, etnia, religione, genere, competenze) e potenzialmente aumentano i conflitti, i disagi, lo stress, la fatica mentale
- cambia l’organizzazione del lavoro (es. smart working)”.
E in prospettiva, “cambia il contesto in cui un complesso insieme di nuove tecnologie viene applicato in larga scala ai sistemi produttivi manufatturieri e ai servizi di massa (sanità, trasporti, banche, pubblica amministrazione, scuola)”.
Spinge in questa direzione “la disponibilità di tecnologie 4.0”, cioè di quell’insieme integrato “di esseri umani, oggetti e sistemi che creano una rete digitale allo scopo di creare maggiore valore attraverso l’incremento della produttività”.
Senza dimenticare che “il saldo positivo o negativo dell’uso delle tecnologie in termini di salute e sicurezza oltre che di produttività deriverà dall’uso che verrà fatto di esse e delle relazioni umane”.
L’importanza delle competenze cognitivo relazionali
La relatrice indica che il modo con cui gli RLS reagiscono in questo contesto fluido è “il terreno su cui si misura la reale efficacia della loro funzione di rappresentanza”.
Rimandiamo alla lettura integrale dell’intervento che riporta alcune utili riflessioni sull’apprendimento, e ci soffermiamo sulle conclusioni dell’intervento che ricorda come oggi servano non competenze, ma metacompetenze.
Inoltre “dato che le competenze tecniche sono rapidamente obsolete” occorre che un RLS “sappia perfezionare le competenze cognitivo relazionali (life skill)”, abilità di vita “cruciali nel processo di sviluppo individuale e nell’adattamento per tutto l’arco della vita individuate dall’OMS” (Organizzazione mondiale della Sanità).
La relazione riporta, infine, un elenco di life skill:
- “Presa di decisione
- Problem solving
- Pensiero critico
- Pensiero creativo
- Relazione interpersonale
- Autoconsapevolezza
- Empatia
- Gestione delle emozioni e dello stress”.
Cui si aggiungono anche:
- “Consapevolezza situazionale
- Gestione o partecipazione nei gruppi
- Uso della leadership o della followership”
- “Gestione delle risorse umane
- mindfullness in azienda
- Ascolto organizzativo
- Resilienza
- Gestione dei conflitti
- comunicazione”.
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
“ Le competenze non tecniche: queste sconosciute”, a cura di Luca Santopolo (Consiglio Direttivo AiNTS), intervento al seminario “Le competenze non tecniche a supporto del ruolo del RLS” (formato PDF, 1.44 MB).
“ Gestire la complessità: il ruolo degli RLS”, a cura di Renata Borgato (collaboratrice Facoltà di Psicologia Università Milano Bicocca), intervento al seminario “Le competenze non tecniche a supporto del ruolo del RLS” (formato PDF, 729 kB).
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