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D.Lgs. 81/2008: il ruolo e gli spazi della contrattazione collettiva

D.Lgs. 81/2008: il ruolo e gli spazi della contrattazione collettiva
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: RLS

08/09/2023

Una tesi di laurea si sofferma sulla salute e sicurezza dei lavoratori nella contrattazione collettiva. Il D.Lgs. 81/2008, le funzioni della contrattazione collettiva e la sicurezza partecipata.

Brescia, 8 Set – Se per molto tempo nel mondo del lavoro l’attenzione alla tutela della salute e sicurezza ha faticato ad entrare nelle aziende e nella loro organizzazione, negli anni sessanta e settanta, dello scorso secolo, si è cominciato a intravvedere “un radicale cambio di prospettiva, teso a ridefinire il binomio salute-lavoro, che si rifletteva nell’inserimento di originali disposizioni contrattuali per il controllo delle condizioni ambientali, a garanzia della salubrità degli spazi di lavoro e di una tutela dai rischi ex ante e non solo a ristoro del danno avvenuto”.

 

E se la prevenzione è oggi uno dei principi fondamentali su cui si basa la normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, con particolare riferimento al Decreto legislativo 81/2008, può essere interessante verificare anche “il ruolo assunto dall’autonomia negoziale collettiva nel regolare gli aspetti connessi alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, partendo dagli spazi ad essa concessi dal Legislatore”.

 

A presentare una ricerca in tal senso è una tesi di laurea che è stata premiata all’edizione 2020 del “Premio tesi di laurea nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro e sostenibilità” che organizza la Fondazione AiFOS, in collaborazione con l’Associazione AiFOS e la partnership, dal 2022, di PuntoSicuro.

 

La tesi “Salute e sicurezza dei lavoratori nella contrattazione collettiva: una prospettiva multilivello” è stata elaborata, nell’anno accademico 2018/2019, da Marco Contu per il Corso di laurea in Relazioni di lavoro (Dipartimento di Economia Marco Biagi, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia). Una tesi che parte da uno sguardo storico su questo “radicale cambio di prospettiva”, che passa in rassegna i principali interventi normativi e analizza le scelte concretamente effettuate dalle associazioni sindacali e datoriali (alla data di elaborazione della tesi), nel succedersi dei livelli contrattuali e dunque nei tavoli di trattativa interconfederali, nazionali di categoria, aziendali.

 

 

Per presentare la tesi di laurea ci soffermiamo sui seguenti argomenti:

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Il D.Lgs. 81/2008 e le funzioni della contrattazione collettiva

La tesi si sofferma sui vari possibili spazi di intervento, in materia di salute e sicurezza, della contrattazione collettiva.

 

Volendo individuare dei criteri nel coinvolgimento della contrattazione collettiva da parte del D. Lgs. 81/2008 (Testo Unico - TU), si possono “distinguere alcune funzioni ad essa affidate”.

 

Ad esempio una “funzione specificativa e integrativa del dettato normativo, derivante da una delega esplicita, il cui adempimento è funzionale al completamento del disegno riformatore e che può esplicitarsi tanto in ottica generale quanto con riferimento a specifici settori o attività”. La tesi si riferisce “in primis alla regolazione degli istituti sindacali, in particolare a quella che è la materia più cospicua rinviata alla negoziazione delle Parti, la disciplina del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza”, per la quale “non mancano limiti e prescrizioni minime di legge entro cui l’autonomia collettiva deve muoversi o clausole di salvaguardia in caso di inerzia e mancanza di accordi collettivi”.

Marco Contu si sofferma anche su alcuni aspetti connessi al settore agricolo e parla poi di un “altro spazio di intervento aperto alla contrattazione collettiva, «anche aziendale».

 

Si fa riferimento alla definizione delle modalità di interruzione della prestazione dei lavoratori videoterminalisti (articolo 175, comma 2 TU - Le modalità di tali interruzioni sono stabilite dalla contrattazione collettiva anche aziendale), intesi come coloro che utilizzano ‘un’attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali’.

Infatti – continua la tesi – “per via dei rischi insiti nell’utilizzo continuativo e duraturo di questi strumenti – si pensi ai potenziali danni alla vista, ai problemi legati alla postura ed all’affaticamento fisico o mentale, alle condizioni ergonomiche – i lavoratori hanno il diritto ad una interruzione dell’attività, mediante pausa o cambiamento di attività; anche in questo caso la normativa ricorre alla tecnica della salvaguardia, prevedendo, nel caso di assenza di una previsione contrattuale, il diritto ad una pausa di quindici minuti ogni centoventi minuti di applicazione continuativa al videoterminale”.

 

Si fa riferimento poi a una funzione di parametro normativo della contrattazione collettiva, “dove la contrattazione viene assunta a parametro di riferimento ai fini di sostanziare determinate tutele”.

È il caso, ad esempio, “dell’ articolo 26, comma 6, in tema di appalti; qui si prevede un obbligo in capo agli enti aggiudicatori, a che ‘nella predisposizione delle gare di appalto e nella valutazione dell’anomalia delle offerte nelle procedure di affidamento di appalti di lavori pubblici, di servizi e di forniture’, valutino che il valore economico delle offerte sia adeguato e sufficiente rispetto al costo del lavoro e ai costi previsti per la sicurezza; in particolare il valore del costo del lavoro, al quale fare riferimento per valutarne la congruità, è quello determinato dai contratti collettivi stipulati dai sindacati comparativamente più rappresentativi e, in assenza di un contratto applicabile, si farà riferimento al CCNL ‘del settore merceologico più vicino a quello preso in considerazione’”.

 

Infine c’è una funzione di semplice riferimento e si richiamano l’articolo 4, comma 3 e l’articolo 3, comma 10:

  • “il primo è relativo al computo dei lavoratori nelle attività stagionali; il TU nello stabilire che il personale ivi impiegato vada computato ‘a prescindere dalla durata del contratto e dall’orario di lavoro effettuato’, rimanda alla contrattazione collettiva nazionale l’individuazione di attività stagionali diverse da quelle già riconosciute tali dal D.P.R 1525/1963.
  • Il secondo è invece relativo ai lavoratori subordinati che effettuano una prestazione continuativa a distanza; per la verifica della corretta attuazione della normativa sulla sicurezza a questa tipologia di lavoratori, gli accessi al luogo di lavoro da parte del datore, dei RLS e delle autorità competenti, dovranno avvenire ‘nei limiti della normativa nazionale e dei contratti collettivi’.

 

Tuttavia dinanzi “a spazi di intervento così limitati per la contrattazione collettiva”, la tesi segnala “le recenti vicende sulla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nell’emergenza del coronavirus” e all’importanza dei protocolli firmati tra le principali confederazioni dei datori di lavoro e i sindacati.

 

L’autonomia negoziale collettiva e la sicurezza partecipata

Rimandando alla lettura integrale della tesi, che riporta altre analisi su vari aspetti del sistema delineato dal Testo Unico e su varie intese interconfederali, veniamo ad alcune sue conclusioni.

 

La tesi indica che si può affermare che “l’autonomia negoziale collettiva svolge un ruolo certamente importante in materia di salute e sicurezza, pur nei limiti intrinseci legati al campo di azione attentamente perimetrato dal Legislatore”. E quest’ultimo, “assumendosi il compito di dettare il contenuto minimo degli obblighi di sicurezza e determinando le concrete misure preventive da intraprendere, ha di fatto sottratto tali profili alla negoziazione delle Parti”.

 

Tuttavia si sottolinea che se il D.Lgs. 81/2008 “relega la contrattazione collettiva alla regolazione degli istituti sindacali, in primis delle rappresentanze per la sicurezza in azienda, dall’altra è proprio questa la base per dar vita, sì alla tanto decantata sicurezza partecipata, ma a sua volta anche alla possibilità di una più consapevole contrattazione SSL, proprio grazie alla presenza di RLS legati alle strutture sindacali e alla loro conoscibilità delle specifiche situazioni di pericolo”.

 

La tesi si sofferma, nella seconda e terza parte, sul ruolo della contrattazione collettiva e delle relazioni industriali e analizza la contrattazione collettiva nazionale nel settore metalmeccanico e la contrattazione collettiva nazionale nel settore chimico e affini (in entrambi i casi sono analizzati cinque contratti collettivi nazionali).

Si indica, in conclusione, che i contenuti dei contratti aziendali “mostrano che qualcosa si sta muovendo, anche in maniera molto innovativa, ma c’è da temere che non siano rappresentativi della realtà, o per lo meno rappresentano una realtà che si muove a due velocità. Da una parte grandi gruppi industriali e alcune aziende virtuose in cui è più facile un radicamento sindacale e quindi la creazione di tavoli di confronto e la capacità di una negoziazione ad ampio raggio; dall’altra tante realtà produttive e aree del Paese in cui ancora si fatica ad affermare la presenza di rappresentanze per la sicurezza o andare oltre un loro riconoscimento formale”.

 

Si sottolinea, infine, che “l’aumento esponenziale delle denunce di tecnopatie legate a malattie dell’apparato muscolo-scheletrico, l’evolversi delle modalità di interazione tra uomo e macchina, la digitalizzazione dei processi produttivi, l’estendersi dei confini spazio-temporali del lavoro, il confondersi di questi ultimi con i tempi di vita, ci mostrano oggi più che mai, pur nel turbine di cambiamenti rispetto alla fabbrica novecentesca, come l’organizzazione del lavoro continui a essere una variabile dipendente rispetto alla sicurezza del lavoro”. E per avere un impatto sui livelli di salute e sicurezza sarà sempre più decisivo “contrattare accordi gestionali e conquistare spazi di condivisione decisionale - superando il ruolo meramente consultivo dei RLS - sugli assetti organizzativi, sulle mansioni, sull’orario di lavoro, sulle modifiche al ciclo produttivo, sugli investimenti negli impianti e nei macchinari”.

 

L’indice della tesi di laurea

Concludiamo inserendo l’indice e rimandando alla lettura integrale della tesi “Salute e sicurezza dei lavoratori nella contrattazione collettiva: una prospettiva multilivello” che è scaricabile anche attraverso il portale BTS “ Biblioteca Tesi Sicurezza”, una biblioteca virtuale dedicata alle tesi di laurea in materia di salute e sicurezza sul lavoro e sostenibilità che hanno partecipato al “Premio tesi di laurea” dal 2013 ad oggi.

 

Introduzione

 

I La tutela prevenzionistica nella contrattazione collettiva. Dalla conflittualità degli anni sessanta al Testo Unico per la sicurezza

1.1 Dalle lotte operaie contro le nocività alla contrattazione collettiva dell’ambiente di

lavoro

1.2 Verso un nuovo quadro normativo: l’impulso della Riforma Sanitaria e della Comunità Europea

2.1 Il ruolo dell’autonomia collettiva dopo il TU del 2008 e le scelte interconfederali

2.2 I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

2.2.1 Il numero dei RLS e le modalità di elezione e designazione

2.2.2 Attribuzioni e prerogative dei RLS

2.2.3 La formazione e le tutele

3. Dalla dimensione interconfederale a quella settoriale: premessa e inquadramento

 

II Il ruolo della contrattazione collettiva e delle relazioni industriali in alcuni settori: il livello nazionale

 

Parte I. Il settore metalmeccanico

1.1 La contrattazione collettiva nazionale nel settore metalmeccanico

1.2 Gli organismi di partecipazione e confronto

1.2.1 Gli Osservatori

1.2.2 Le Commissioni

1.3 RLS e formazione

1.3.1 Gli aspetti formativi

1.4 L’ambiente di lavoro e i registri informativi

1.5 Le tutele per i lavoratori malati

 

Parte II. Il settore chimico

1.1 La contrattazione collettiva nazionale nel settore chimico e affini

1.2 Gli organismi di partecipazione e confronto

1.3 RLS e formazione

1.3.1 Gli aspetti formativi

1.4 L’ambiente di lavoro e i registri informativi

1.5 Le tutele per i lavoratori malati

 

III Il ruolo della contrattazione collettiva aziendale

1.1 La contrattazione collettiva aziendale

1.2 Gli organismi di partecipazione aziendale

1.3 RLS e formazione

1.4 Sicurezza degli impianti e degli spazi

1.5 Le tutele per i lavoratori malati

1.5.1 Le misure per i lavoratori più anziani

1.5.2 Programmi per la salute e il benessere

 

Conclusioni

 

Allegati

Allegato 1. Tabella dei contratti collettivi nazionali del settore metalmeccanico

Allegato 2. Tabella dei contratti collettivi nazionali del settore chimico e affini

Allegato 3. Tabella dei contratti collettivi aziendali del settore metalmeccanico

Allegato 4. Tabella dei contratti collettivi aziendali del settore chimico e affini

 

Bibliografia

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Salute e sicurezza dei lavoratori nella contrattazione collettiva: una prospettiva multilivello”, tesi realizzata, nell’anno accademico 2018/2019, da Marco Contu per il Corso di laurea in Relazioni di lavoro - Dipartimento di Economia Marco Biagi, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia (formato PDF, 1.58 MB).

 

 

Il link per accedere alla Biblioteca Tesi Sicurezza.

 


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Rispondi Autore: Fausto Oggionni - likes: 0
10/09/2023 (09:51:52)
Interessante spunto, in particolare per le discussioni sugli aspetti premiali legati ai risultati della sicurezza melle contrattazioni interne alle aziende.

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