World Mental Health Day: la salute mentale e le tecnologie digitali
Bilbao, 16 Ott – Il 10 ottobre di ogni anno si tiene, promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità ( OMS - WHO), la Giornata mondiale della salute mentale (World Mental Health Day - WMHD) per sensibilizzare sui problemi connessi alla salute mentale.
E sempre più emerge – come ricordato in una pagina web dell’OMS - come tra questa parte rilevante della nostra salute e il mondo del lavoro ci sia una importante connessione. Non solo ambienti di lavoro sicuri e sani possono fungere da fattore protettivo per i lavoratori, ma le cattive condizioni di lavoro, che magari espongono i lavoratori anche a discriminazioni e molestie, possono comportare rischi significativi che influenzano la salute mentale e la qualità della vita.
Dunque è necessaria un’azione urgente per garantire che il lavoro prevenga i rischi per la salute mentale e protegga e sostenga il benessere dei lavoratori.
Proprio partendo da questa esigenza anche l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) celebra il World Mental Health Day pubblicando – in occasione della campagna “ Lavoro sano e sicuro nell’era digitale” - una relazione sull’impatto della digitalizzazione sulla salute mentale dei lavoratori.
Nel report “Digital technologies at work and psychosocial risks: evidence and implications for occupational safety and health” (Tecnologie digitali sul lavoro e rischi psicosociali: evidenze e implicazioni per la sicurezza e la salute sul lavoro) - curato da Maria Cesira Urzí Brancati – si ricorda che l’uso delle tecnologie digitali sul luogo di lavoro è associato a rischi psicosociali come il sovraccarico cognitivo, l’incertezza lavorativa, la mancanza di fiducia e l’isolamento. Tuttavia questi rischi possono essere prevenuti, nei luoghi di lavoro, mediante una serie di iniziative e strumenti, come ad esempio una valutazione del rischio che riguardi anche le tecnologie digitali e la considerazione del loro impatto sui lavoratori.
Nel presentare il documento l’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- Lavoro e salute mentale: la nuova pubblicazione e le nuove sfide
- Lavoro e salute mentale: la robotica avanzata e l’intelligenza artificiale
- L’indice del documento EU-OSHA
Lavoro e salute mentale: la nuova pubblicazione e le nuove sfide
La relazione presenta i risultati di una revisione di più di un centinaio di documenti pubblicati dall'Agenzia europea sul tema della digitalizzazione e delle implicazioni in materia di sicurezza e salute sul lavoro (SSL). L'obiettivo è quello di individuare e discutere i fattori di rischio psicosociale più frequentemente associati alla digitalizzazione dei processi lavorativi.
Si parte da una definizione di digitalizzazione come il processo di integrazione delle tecnologie digitali in tutti gli aspetti della società umana, trasformando profondamente il modo in cui lavoriamo, comunichiamo e garantiamo la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. E chiaramente la digitalizzazione riguarda molti ambiti, come l' intelligenza artificiale, la robotica avanzata, le tecnologie per il lavoro a distanza, l'internet of things (IoT), i big data, i dispositivi indossabili, le piattaforme online, … E per questo motivo, l'analisi dell'impatto della digitalizzazione sui rischi psicosociali si concentra, nel report, su tutte queste tecnologie.
Si ricorda poi che l'introduzione di tecnologie digitali può migliorare le condizioni di lavoro e ridurre i rischi professionali; ad esempio, la robotica avanzata può migliorare la SSL togliendo le persone dai lavori pericolosi e riducendo l'esposizione a rischi fisici, chimici ed ergonomici. Inoltre i sistemi di intelligenza artificiale possono svolgere compiti di routine che possono causare stress, sovraccarico di lavoro, disturbi muscoloscheletrici a causa della loro natura ripetitiva. Allo stesso modo, i dispositivi indossabili possono consentire una gestione proattiva dei rischi per la SSL, fornendo dati in tempo reale sulle condizioni ambientali, sulla postura dei lavoratori e su altri fattori critici.
Però la digitalizzazione pone nuove sfide modificando le dinamiche del lavoro.
Ad esempio, i robot intelligenti possono aumentare il rischio di incidenti e mettere sotto pressione i lavoratori; il monitoraggio digitale pervasivo abilitato dall'intelligenza artificiale può influire negativamente sulla salute mentale dei lavoratori a causa della sensazione di perdita di controllo sul lavoro, dell'invasione della privacy e dell'aumento dell'insicurezza e dello stress.
Inoltre, la digitalizzazione porta con sé nuove forme di organizzazione del lavoro, come il lavoro flessibile e a distanza. Se da un lato gli accordi di lavoro flessibile possono avere effetti positivi e migliorare l'equilibrio tra lavoro e vita privata, dall'altro possono portare a orari di lavoro irregolari, a un aumento della richiesta di disponibilità permanente e a un'attenuazione dei confini tra lavoro e vita privata.
Infine, l'aumento dell'uso di robot e macchine intelligenti sul posto di lavoro, insieme alle modalità di lavoro a distanza, può ridurre le opportunità di interazione sociale e di sostegno tra colleghi e quindi portare a un maggiore isolamento sociale.
Comprendere l'impatto della digitalizzazione sui rischi psicosociali è fondamentale per la creazione di ambienti di lavoro più sicuri nel contesto del cambiamento tecnologico.
Lavoro e salute mentale: la robotica avanzata e l’intelligenza artificiale
Tra le tante tecnologie analizzate il documento si sofferma, ad esempio, sulla robotica avanzata e sull’intelligenza artificiale, con riferimento alle macchine intelligenti che raccolgono, analizzano dati e prendono decisioni.
Sebbene l’utilizzo di questi sistemi sia attualmente limitato (il 5% degli intervistati nell'ambito dell'indagine OSH Pulse utilizza macchine con intelligenza artificiale e il 3% cobot), la potenziale diffusione futura di queste tecnologie evidenzia l'importanza di comprenderne gli eventuali rischi.
Infatti se la robotica avanzata e l'intelligenza artificiale possono offrire molte opportunità, possono anche presentare rischi per i lavoratori, che possono essere fisici, organizzativi e psicosociali.
Dalla revisione emerge che il sovraccarico cognitivo è il rischio più frequentemente segnalato. Un rischio che è principalmente associato all'adozione di tecnologie che automatizzano i compiti cognitivi, con conseguenti preoccupazioni dovute alla necessità di monitorare e interagire con sistemi complessi. Ciò può portare a stress e a una diminuzione della soddisfazione lavorativa. Le aziende stanno affrontando questo rischio offrendo una formazione completa, una comunicazione chiara e strutture di supporto.
Un altro rischio significativo è la paura di perdere il lavoro o, comunque, l'insicurezza del posto di lavoro. Un rischio che è legato alla depressione, all'ansia e all'esaurimento emotivo.
Per prevenire questo rischio è necessario il coinvolgimento dei lavoratori nel processo di implementazione di queste tecnologie, oltre a comunicazioni chiare da parte della direzione e alla fornitura di servizi di supporto psicologico.
Non bisogna poi dimenticare che la costruzione della fiducia verso queste nuove tecnologie richiede trasparenza sulle capacità e sui limiti dei sistemi robotici, una loro introduzione graduale e forme di riqualificazione dei lavoratori.
Rimandiamo alla lettura integrale del documento che riporta molti altri dettagli e si sofferma sui rischi, per la salute mentale, delle varie tecnologie connesse alla digitalizzazione.
L’indice del documento EU-OSHA
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento “Digital technologies at work and psychosocial risks: evidence and implications for occupational safety and health” e ne riportiamo l’indice.
Executive summary
1 Introduction
2 Digitalisation and psychosocial risks: definitions and empirical evidence
2.1 Defining psychosocial risks
2.2 Empirical evidence from OSH Pulse and ESENER surveys
3 How different digital technologies influence the presence of psychosocial risks in the workplace
3.1 Advanced robotics and artificial intelligence
3.2 Smart digital systems
3.3 Digital platform work
3.4 Remote working
3.5 Artificial intelligence for worker management (AIWM)
4 Current legislation and good practices
4.1 Artificial intelligence (including AIWM)
4.1.1 Current legislation
4.1.2 Good practices
4.2 Telework
4.2.1 Current legislation
4.2.2 Good practices
4.3 Digital platform work
4.3.1 Current legislation
4.3.2 Good practices
5 Conclusions and policy pointers
5.1 Policy pointers
References
Appendices
Appendix 1 — Case studies in advanced robotics and artificial intelligence
Appendix 2 — Case studies on platform work
List of Tables
List of Boxes
RTM
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