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Energia e mobilita’ da migliorare

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Energia e mobilità sono tra i punti critici della situazione ambientale in Italia, descritta dal diciottesimo rapporto annuale Ambiente Italia, realizzato da Legambiente.
“L’Italia ha bisogno di infrastrutture utili e pulite per contrastare i mutamenti climatici, l’inquinamento, la congestione da traffico: servono impianti eolici e solari, rigassificatori, metropolitane, ferrovie. […]”, ha proposto Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente.
Di seguito riportiamo alcuni dati descritti nel Rapporto.

Energia. Riguardo all’energia, secondo Legambiente, con un andamento in controtendenza rispetto ai trend dei maggiori Paesi europei, l’Italia vede calare il contributo delle rinnovabili ai consumi energetici complessivi: nel 2005 le fonti rinnovabili hanno pesato il 6% in meno sul mix energetico, per effetto soprattutto della riduzione della produttività degli impianti idroelettrici. Nel settore elettrico, l’incidenza delle rinnovabili nell’ultimo quinquennio è stata del 17,6%, un punto in meno della media dei precedenti cinque anni. Le fonti fossili coprono l’88% dei consumi energetici.
L’energia eolica  rimane la fonte pulita più diffusa in Italia con 6 MW eolici ogni 1000 abitanti; pochi rispetto ai  20 della Spagna, ai 52 della Germania, ai 73 della Danimarca.
Il livello d’efficienza delle centrali termoelettriche passa dal 40,1% del 2000 al 40,2% del 2004; “8 punti percentuali in meno rispetto alla media europea”.
Le emissioni di gas serra sono cresciute del 12,1% rispetto ai livelli del 1990, mentre in Europa c’è stata nello stesso periodo una contrazione di circa mezzo punto percentuale.

Mobilità. L’Italia è il Paese europeo dove le persone si spostano di più a motore (mediamente ogni abitante fa 15000 chilometri l’anno, +31% rispetto alla media europea e addirittura +60% rispetto alla Germania). E nel trasporto terrestre l’automobile copre circa l’82% della domanda. In Italia ci sono 60 macchine ogni 100 abitanti, 10 in più rispetto agli altri Paesi europei, e si vendono appena 24 biciclette ogni 1000 abitanti, metà della media europea.
“I risultati di questa congestione  - afferma Legambiente - sono sotto gli occhi (e il naso) di tutti: livelli record di polveri sottili (le nostre città, soprattutto quelle settentrionali, sono le più inquinate in Europa da Pm10), centri urbani dove ci si muove con una esasperante lentezza, una elevata incidentalità stradale (93 morti per milione di abitanti, due in più rispetto alla media Ue).”

Ricerca e sviluppo. L’Italia spende per ricerca e sviluppo “meno della metà della Germania e un quarto della Svezia, e la bilancia dei pagamenti tecnologici mostra incassi irrisori, un forte deficit e un basso volume d’acquisti e di scambi (le esportazioni italiane di alta tecnologia rappresentano infatti il 7,1% del totale dell’export, contro il 18% della media dell’Unione europea a 25).”

Biologico, certificazioni ambientali, aree protette. La percentuale di superficie agricola coltivata a biologico è doppia rispetto alla media europea, inoltre crescono le certificazioni ambientali. L’Italia è il quarto Paese al mondo per numero di siti certificati ISO 14001, alle spalle di Giappone, Cina e Spagna e seconda solo a Germania e Spagna per la Emas, la certificazione Ue). L’estensione delle aree protette sfiora l’11%.  Ammonta a circa 5 milioni di ettari (il 16,5% del territorio nazionale, in parte sovrapponibile con parchi e aree protette) il patrimonio di Rete Natura 2000, l’insieme delle zone di conservazione speciale definite ai sensi della direttiva europea Habitat e individuate con i siti di interesse comunitario (Sic) e le Zone di protezione speciale (Zps).

Abusivismo. Resta grave  la situazione dell’abusivismo edilizio: nel 2005 sono state più di 30000 le nuove costruzioni illegali, quasi il 109% in più del 2000.

Mare. E’ stabile il dato sulle acque costiere inquinate, con 420 chilometri di costa vietati alla balneazione (5,7% dell’intera costa campionata), di cui oltre la metà (240 chilometri) oggetto di divieti permanenti.

Rifiuti. Finiscono in discarica 296 chili di rifiuti per abitante l’anno contro i 221 della media europea. Le cifre della raccolta differenziata continuano a disegnare un Paese diviso in due: viene recuperato meno del 25% dei rifiuti prodotti, ma nel nord la percentuale supera (in Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige) o avvicina la soglia del 35% fissata per legge, mentre nel sud è inchiodata a livelli minimi che spiegano il peso tuttora preponderante dell’illegalità e della criminalità delle ecomafie.

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