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Sistemi di gestione e comparto chimico: come gestire gli agenti chimici?

Sistemi di gestione e comparto chimico: come gestire gli agenti chimici?
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio chimico

19/03/2024

Un documento Inail per l’applicazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza nell’industria chimica si sofferma sulla gestione degli agenti chimici pericolosi, cancerogeni, mutageni e reprotossici. Focus sulle schede di dati e lo stoccaggio.

Roma, 19 Mar – Nel settore chimico normalmente “la gestione degli agenti chimici (pericolosi e non pericolosi) comprende differenti procedure in grado di coprire l’intero processo produttivo dell’impresa, dalla fornitura e trasporto delle materie prime fino alla produzione dei prodotti finiti e alla loro immissione sul mercato”. E accanto alla valutazione del rischio connesso, per garantire idonee condizioni di salute e sicurezza “è necessario prendere in considerazione i temi della registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche, della conformità con le norme internazionali che regolano il mercato, dell’autorizzazione alle immissioni sul mercato e della classificazione ed etichettatura, con particolare riferimento agli aspetti di sicurezza e di protezione della salute umana”.

 

A ricordarlo sono le “ Linee di indirizzo per l’applicazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro per l’industria chimica”, un documento prodotto dall’ Inail in collaborazione con Federchimica che vuole fornire alle imprese chimiche “un supporto operativo funzionale all’adozione dei sistemi di gestione, finalizzato ad aumentare il livello di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro”.

 

E di gestione di sostanze/prodotti e di gestione degli agenti chimici pericolosi, cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione il documento parla nel capitolo 8. dedicato alla operatività, uno degli aspetti/requisiti del sistema di gestione, e dunque sui controlli operativi.

 

Parlando di gestione degli agenti chimici l’articolo si sofferma oggi sui seguenti argomenti:


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Il rischio chimico
Materiale didattico per la formazione sui rischi specifici dei lavoratori che utilizzano sostanze chimiche (Art. 37 D.Lgs. 81/08)

 

Settore chimico e gestione delle sostanze: la collaborazione e le emergenze

Riguardo alla gestione di sostanze e prodotti (8.1.3), il documento – curato da Maria Ilaria Barra, Enrico Brena, Lucina Mercadante, Antonio Terracina e Antonio Corvino con la collaborazione di varie realtà – indica che è fondamentale “creare una stretta collaborazione con i trasportatori, i clienti ed altri ‘gestori’ (distributori e utilizzatori di prodotto), volta alla riduzione del rischio legato alla gestione del prodotto stesso”. E l’impresa “deve fornire loro informazioni su salute e sicurezza (almeno quelle previste dalla legislazione vigente in merito) e collaborare al fine di assicurare un adeguato utilizzo, gestione, stoccaggio, trasporto, riciclo e smaltimento oltre a garantire una corretta informazione”.

 

Inoltre nei confronti di trasportatori e distributori “devono essere realizzati verifiche e controlli; nel caso di carenza di azioni correttive a seguito di verifica ispettiva o di eventuali reclami, l’impresa può decidere di intraprendere ulteriori azioni che possono portare fino alla cessazione del rapporto commerciale”.

 

Si segnala poi che la stretta collaborazione con clienti ed altri “gestori” del prodotto “è essenziale per acquisire informazioni dettagliate circa il campo di utilizzo del prodotto ed individuare nuovi usi potenziali e abusi che potrebbero costituire informazioni di ritorno per una nuova valutazione del rischio. Allo stesso modo si devono orientare trasportatori e distributori verso una consapevole gestione del rischio e la sua riduzione”.

 

L’impresa, sempre in relazione all’adozione di un idoneo sistema di gestione, deve poi “avere in atto un sistema per la gestione dell’emergenza in qualsiasi stadio del ciclo di fornitura del prodotto; ciò può includere:

  • capacità di risposta a seguito di incidenti che coinvolgano, ad esempio, le fasi di stoccaggio in serbatoi, immagazzinamento, stoccaggio presso strutture esterne, merci in transito, stoccaggio o deposito temporanei o scarico;
  • messa a disposizione di informazioni per clienti e vettori, per servizi di gestione dell’emergenza o Centri di Emergenza Nazionali (ad esempio, il SET – Servizio Emergenze Trasporti di Federchimica);
  • emergenze di tipo sanitario”.

 

Gestione degli agenti chimici pericolosi: le schede di dati

Si ricorda poi (8.1.4) che particolare attenzione “va posta alla gestione delle sostanze e dei prodotti pericolosi e soprattutto a quelli cancerogeni, mutageni e reprotossici (CMR), poiché i rischi delle varie fasi del processo sono legati alle quantità ed alle caratteristiche di pericolosità”.

 

Si indica che l’impresa “deve adottare e mantenere una procedura operativa atta a garantire l’acquisizione, l’analisi, l’aggiornamento e l’archiviazione delle schede dati di sicurezza di sostanze e miscele pericolose utilizzate nel ciclo produttivo, ivi inclusi eventuali intermedi di produzione”.

 

In particolare, le schede dati di sicurezza aggiornate “devono essere rese disponibili almeno in formato elettronico ai lavoratori e ai RLSSA” (Rappresentanti dei Lavoratori per la Salute, la Sicurezza e l’Ambiente, presenti nel CCNL Industria Chimica).

Si segnala poi che generalmente le schede dati “vengono mantenute aggiornate in un archivio informatico disponibile sulla rete d’impresa; è buona pratica mantenere anche un archivio cartaceo, almeno delle principali sostanze, ad uso delle Autorità di Protezione Civile in caso di emergenza”.

 

Inoltre è raccomandata - almeno per le sostanze/miscele valutate più pericolose- “anche l’affissione in loco di un estratto della scheda, possibilmente in un’unica pagina, nel quale vengano richiamati i principali contenuti quali: nome della sostanza, classificazione ed etichettatura, DPI da utilizzare, avvertenze precauzionali nell’uso, istruzioni in caso di emergenza o primo soccorso”.

 

Gestione degli agenti chimici pericolosi: le procedure di stoccaggio

Il documento indica poi che le imprese devono poi mantenere “procedure di stoccaggio al fine di garantire:

  • l’immagazzinamento sulla base dello specifico rischio soltanto nelle aree opportunamente autorizzate ed attrezzate;
  • la separazione delle sostanze incompatibili;
  • l’aggiornamento continuo dei quantitativi in deposito;
  • l’opportuna pianificazione degli arrivi al fine di garantire il non superamento dei quantitativi autorizzati in deposito;
  • la segnalazione delle aree e dei locali di stoccaggio merci pericolose;
  • il controllo degli accessi ai locali di stoccaggio delle sostanze tossiche o CMR, con accesso consentito al solo personale autorizzato, opportunamente addestrato e dotato dei necessari mezzi e dispositivi di protezione;
  • il controllo periodico dei quantitativi per il rispetto delle eventuali soglie di autorizzazione, con particolare riferimento alle sostanze che ricadono nel campo di applicazione della Direttiva Seveso ter (decreto legislativo 105/15 e s.m.i.)”.

E per questo ultimo punto “va posta particolare attenzione alle sostanze che ricadono nel campo di applicazione del d.lgs. 105/15 e s.m.i (Direttiva Seveso ter), in quanto per tali sostanze deve essere mantenuto un elenco aggiornato con i relativi quantitativi. La frequenza di queste verifiche deve essere fissata dall’impresa sulla base della vicinanza alle soglie, cioè tanto più frequentemente quanto più i quantitativi sono vicini ai limiti di classificazione o ai limiti autorizzati. Tale procedura di verifica potrebbe essere attuata anche dalle imprese che, pur non essendo al di sopra dei quantitativi e quindi non ricadenti nell’ambito di applicazione, detengono e utilizzano le sostanze pericolose di cui agli Allegati 1 e 2 della Direttiva”.

 

Infine, si segnala che nella valutazione degli stoccaggi di sostanze pericolose “devono essere inclusi anche i relativi rifiuti qualora abbiano le medesime caratteristiche di pericolosità”.

 

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento che, in merito al tema dell’operatività connessa al sistema di gestione e, in particolare, alla gestione degli agenti chimici (pericolosi, cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione) si sofferma anche ampiamente sulla valutazione del rischio chimico.

 

 

RTM

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Federchimica, “ Linee di indirizzo per l’applicazione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro per l’industria chimica”, Comitato di coordinamento: Giuseppe Bucci, Alessandra Menicocci, Giovanna Tranfo, Enrico Brena, Ilaria Malerba, Giovanni Postorino; autori: Maria Ilaria Barra, Lucina Mercadante e Antonio Terracina (Inail, Contarp), Enrico Brena e Antonio Corvino (Federchimica) con la collaborazione di Filctem – Cgil, Femca – Cisl, Uiltec – Uil, edizione 2023 (formato PDF, 1,17 MB).

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Nuove linee di Indirizzo per l’applicazione di SGSSL per l’industria chimica - 2023”.

 



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