Difformità e lacune delle schede di dati di sicurezza: sezioni 2, 3 e 7
Bologna, 15 Ott – L’articolo 35 del Regolamento (CE) n.1907/2006 (il Regolamento REACH) garantisce che sia i lavoratori che i loro rappresentanti possano ricevere da parte dei datori di lavoro informazioni adeguate sui prodotti e agenti chimici ai quali sono esposti nei luoghi di lavoro, tramite le schede di dati di sicurezza (SDS) che devono essere redatte a norma dell’articolo 31 o tramite le schede informative a norma dell’articolo 32.
Il problema è che “affinché la comunicazione attraverso la SDS sia efficace e non un mero adempimento burocratico, il contenuto nelle diverse sezioni deve essere realmente informativo, completo e corretto”. E purtroppo le attività di controllo condotte a livello nazionale evidenziano “carenze nelle informazioni contenute” nelle SDS e “difformità dai requisiti richiesti dalla norma che compromettono, o nel migliore dei casi riducono l’utilità delle SDS per i destinatari”.
A parlarne e a sottolineare le carenze è l’intervento “Scheda di dati di sicurezza: strumento primario per la comunicazione del pericolo e per la scelta delle misure di prevenzione e protezione”, a cura di Ida Marcello e Francesca Marina Costamagna ( Centro Nazionale Sostanze Chimiche Prodotti Cosmetici e Protezione del Consumatore – Istituto Superiore di Sanità). L’intervento si è tenuto al convegno “REACH-OSH 2021 - SICUREZZA CHIMICA - Individuazione e Comunicazione del Pericolo, Caratterizzazione e Valutazione del Rischio, Autorizzazione e Restrizione” (Bologna, 01 dicembre 2021) durante la manifestazione Ambiente Lavoro.
L’intervento fa riferimento in particolare alle carenze riscontrate nei vari “progetti ispettivi a livello europeo del Forum” (Enforcement Forum) dell’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche ( ECHA), “REACH enforcement project (REF), condotti a partire dal 2010”. Il Forum ha pubblicato nel 2019 una " Relazione sul miglioramento della qualità della SDS" (il Report del Forum) che ha individuato una serie di carenze comuni nelle sezioni chiave delle schede dati di sicurezza, proponendo anche una serie di raccomandazioni.
Torniamo a sfogliare l’intervento di Ida Marcello e Francesca Marina Costamagna con riferimento alla pubblicazione “REACH-OSH 2021 - SICUREZZA CHIMICA - Individuazione del Pericolo, Valutazione del Rischio, Valutazione dell’Esposizione, Misure di Gestione del Rischio”, che raccoglie gli atti del convegno.
In questo articolo presentiamo le criticità riscontrate con riferimento alle seguenti sezioni:
- Le difformità delle schede dati di sicurezza: la sezione 2
- Le difformità delle schede dati di sicurezza: la sezione 3
- Le difformità delle schede dati di sicurezza: la sezione 7
Le difformità delle schede dati di sicurezza: la sezione 2
Dopo esserci già soffermati, in un precedente articolo, sulla SEZIONE 1, parliamo ora della SEZIONE 2: identificazione dei pericoli.
Si indica subito che nella sottosezione 2.1 “la Classificazione delle miscele è frequentemente errata a causa delle informazioni sbagliate riportate nella sottosezione 3.2, ad esempio classificazione errata dei componenti o intervalli di concentrazione troppo ampi”.
In particolare, il Report del Forum ha “evidenziato criticità nel 58% delle SDS di sostanze esaminate e nel 39% delle SDS di miscele”.
Inoltre nella sottosezione 2.2 l’Etichettatura risulta “spesso non coerente con la Classificazione della sottosezione 2.1, e gli elementi dell’etichettatura sono incompleti (ad esempio mancano le avvertenze o le indicazioni di pericolo supplementari)”.
Si segnala che la percentuale maggiore di criticità, sia per le schede di dati di sicurezza di sostanze (78%) che per quelle di miscele (58%) è generalmente “relativa alle informazioni supplementari ai sensi degli articoli 25 e 32.6” del Regolamento CLP. Ad esempio, “nel caso dell’indicazione supplementare EUH208 frequentemente il nome della sostanza che provoca allergia non viene indicato correttamente. Il Report del Forum ha evidenziato criticità relative agli elementi dell’etichetta nel 39%” delle schede di dati di sicurezza esaminate.
E un’altra criticità di rilievo è “la mancata coerenza tra la classificazione riportata nella sezione 2 e il contenuto delle altre sezioni. Ad esempio, spesso non viene considerato il pH estremo riportato nella sezione 9 o le informazioni contenute nelle sezioni 11 o 12”.
Si ricorda anche che la sottosezione 2.3, relativa ad Altri pericoli, contiene “generalmente informazioni inadeguate o assenti”. Ad esempio, “non è presente l’indicazione relativa ai criteri come PBT o vPvB. Il Report del Forum ha evidenziato criticità nel 36% delle SDS esaminate, in 56 su 163 la sezione non conteneva dati”.
Gli autori si soffermano anche sulle novità del Regolamento (UE) 2020/878 della Commissione del 18 giugno 2020 che “fa chiarezza” anche su alcune parti relative alla Sezione 2.
Le difformità delle schede dati di sicurezza: la sezione 3
Veniamo alla SEZIONE 3: composizione/informazioni sugli ingredienti.
Gli autori ricordano che, “considerato che nella sottosezione 3.2 la concentrazione viene prevalentemente fornita secondo intervalli percentuali e basando la classificazione sulla percentuale più alta”, il Report del Forum pubblicato nel 2019 “ha evidenziato che la classificazione nella sottosezione 2.1 risultava frequentemente non corretta”.
Va tuttavia sottolineato – continuano gli autori - che in realtà, “spesso la classificazione si basa su una o più concentrazioni reali e questo evidenzia il problema dell'uso scorretto degli intervalli di concentrazione. Inoltre, frequentemente, il numero di registrazione degli ingredienti è mancante anche quando richiesto. Il Report del Forum ne ha evidenziato l’assenza nel 57% delle 169 SDS esaminate”.
Le difformità delle schede dati di sicurezza: la sezione 7
Parliamo, infine, della SEZIONE 7: manipolazione e immagazzinamento, una sezione “di particolare rilievo in ambito occupazionale”.
Il Report del Forum “ha evidenziato che nella sottosezione 7.1 relativa alle Precauzioni per la manipolazione sicura, nel 37% delle 81 SDS esaminate l’informazione era assente o i dati erano inadeguati per l'utente cioè non specifici, ad esempio è stato sottolineato l’uso ricorrente del termine ‘usare una ventilazione sufficiente/buona’”. E anche nella sottosezione 7.2 relativa alle Condizioni per lo stoccaggio sicuro, comprese le eventuali incompatibilità, “il Report del Forum ha rilevato informazioni troppo generiche o non sufficientemente specifiche per essere utili per l'utente evidenziando inoltre che in alcuni casi tutte le informazioni richieste non erano presenti”.
Si indica che questa criticità “potrebbe essere dovuta al testo legale che indica ‘Se pertinente’”: è possibile che il fornitore della SDS “consideri alcune informazioni non rilevanti, ma non lo indichi e lasci semplicemente la sezione vuota”.
Ci sono poi criticità analoghe evidenziate nella sottosezione 7.3 relativa agli Usi finali particolari.
Dal Report del Forum “risulta che nelle 70 SDS esaminate l’informazione era assente in 19 casi e in 5 presente ma inadeguata, cioè generica, con un 34% di non conformità. In generale i dati riguardavano raramente gli usi specifici identificati nella sezione 1.2”.
Sempre il Report sottolinea che “per la SDS di una miscela (senza scenario di esposizione allegato), questa sezione sarebbe una buona opzione per incorporare qualsiasi informazione pertinente derivante dagli scenari di esposizione della sostanza componente, scenari che si applicano alla miscela nel suo insieme”.
In definitiva, quello che si vuole sottolineare è che “informazioni generiche, assenti o lacunose relative alla manipolazione e alla conservazione in sicurezza, determinano informazioni insufficienti per consentire ai lavoratori di manipolare la sostanza/miscela in modo sicuro e per effettuare una valutazione dei rischi” ai sensi del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81.
Anche per quanto riguarda la sottosezione 7.3, “la mancanza di comprensione del tipo di informazioni previste potrebbe essere dovuta al testo legale e ai documenti di orientamento di ECHA che, pur indicando che questa sezione è potenzialmente utile per le SDS delle miscele, non forniscono alcun dettaglio su quali informazioni dovrebbero essere incluse o come dovrebbero essere visualizzate”.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale dell’intervento che si sofferma anche su altre sezioni, oltre alla sezione 1 e a quelle presentate nell’articolo (2,3,7):
- SEZIONE 8: controlli dell’esposizione/della protezione individuale
- SEZIONE 9: proprietà fisiche e chimiche
- SEZIONE 11: informazioni tossicologiche
- SEZIONE 12: informazioni ecologiche.
- SEZIONE 15: informazioni sulla regolamentazione
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Regione Emilia Romagna, Inail, Ausl Modena, “ REACH-OSH 2021 - SICUREZZA CHIMICA - Individuazione del Pericolo, Valutazione del Rischio, Valutazione dell’Esposizione, Misure di Gestione del Rischio”, pubblicazione, a cura di C. Govoni, G. Gargaro, R. Ricci, che raccoglie gli atti dei convegni “REACH-OSH 2021 - sicurezza chimica” e “REACH-OSH 2021 - misurazioni e misure” che si sono tenuti a Bologna durante Ambiente Lavoro 2021 (dicembre 2021).
(formato PDF, 8.98 MB).
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Rispondi Autore: claudio rossi - likes: 0 | 15/10/2024 (09:10:37) |
Il fatto che le SDS spesso siano mal scritte per non dire errate è cosa purtroppo nota e a quanto pare irrisolvibile, visto anche il "peso" politico dei grandi produttori di agenti chimici.... resta sempre l'annosa questione: se la SDS è sbagliata e da questo sbaglio magari deriva un danno al lavoratore, che quota di colpa ha il datore di lavoro? Perchè alla fine a lui si arriva, come sempre... |