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Ambienti sospetti di inquinamento o confinati: classificazione e valutazione

Ambienti sospetti di inquinamento o confinati: classificazione e valutazione

Autore: Giuseppe Costa

Categoria: Rischio chimico

14/07/2020

Un contributo sulla valutazione dei rischi negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati. Prima parte: tipologie di ambienti e valutazione dei rischi. A cura di Giuseppe Costa, Dirigente Vicario nel Comando dei Vigili del Fuoco di Venezia.

 

Uno dei temi di cui ci siamo più occupati in questi anni, senza tener conto di questi ultimi mesi dedicati al rischio biologico rappresentato dal nuovo coronavirus, è quello relativo alla sicurezza negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati. I nostri articoli hanno descritto sia i tanti, troppi, incidenti che ancora avvengono in questi spazi confinati, sia gli aspetti normativi, con riferimento particolare al decreto 177/2011, sia gli strumenti disponibili per la prevenzione. E abbiamo ospitato, convinti si possa fare ancora molto per la prevenzione, molti contributi sul tema.

 

Anche oggi ospitiamo un contributo di un nostro lettore, Giuseppe Costa, Dirigente Vicario nel Comando dei Vigili del Fuoco di Venezia, dal titolo “Valutazione dei rischi negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati”. Un contributo molto ricco che abbiamo deciso, d’accordo con l’autore, di dividere in tre parti.   

 

La prima parte che presentiamo oggi si sofferma sulle varie tipologie di ambienti confinati e su alcune indicazioni generali riguardo alla valutazione dei rischi:


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Sicurezza Lavorazioni in Ambienti Confinati - Categoria Istat: C - Attività Manifatturiere

 

Valutazione dei rischi negli ambienti sospetti di inquinamento o confinati (prima parte)

 

TIPOLOGIE DI AMBIENTI CONFINATI E RISCHI ASSOCIATI

 

Si può affermare che nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati non vi sia una definizione univoca di tali ambienti, a causa della loro eterogeneità e della loro non semplice individuazione.

Secondo il documento 80-106/1979 del NIOSH, il National Institute of Occupational Safety and Health (ente Americano responsabile nel condurre ricerche e nel fornire indicazioni ai fini della prevenzione di infortuni e malattie professionali nei luoghi di lavoro), per spazio confinato si deve intendere uno spazio che per conformazione possiede le seguenti caratteristiche:

  • Ha aperture limitate per l’accesso e l’uscita;
  • Ha una sfavorevole ventilazione naturale;
  • Potrebbe contenere agenti chimici pericolosi o permettere il formarsi di atmosfere pericolose;
  • Non è stato progettato per la permanenza di lavoratori.

 

Sulla base di tale definizione però, sarebbero da escludere dal computo degli ambienti confinati, quegli ambienti, come le vasche esterne, che non presentano aperture limitate per l’accesso o una delle altre caratteristiche. A mio parere, le caratteristiche indicate dalla definizione di ambiente confinato del NIOSH, non devono essere considerate tutte e quattro obbligatoriamente presenti ai fini dell’individuazione dell’ambiente confinato.

 

Ai fini della valutazione dei rischi, la Direttiva NIOSH, fornisce la seguente tabella di classificazione degli spazi confinati, riportando le misure di sicurezza da adottare per le varie situazioni in esame.

 

 

L’INAIL, con le linee di indirizzo SGSL per l’implementazione dei sistemi di gestione per la salute e la sicurezza nelle imprese, propone, attraverso l’Allegato 3 (gestione del rischio di infortuni legati agli ambienti confinati), un esempio di suddivisione degli ambienti in diverse tipologie in base alle caratteristiche strutturali e impiantistiche e in relazione alle attività lavorative da porre in essere in tali ambienti.

 

 

È importante non dimenticare che la classificazione degli ambienti confinati deve sempre basarsi sulla valutazione dei rischi presenti in tali ambienti, effettuata preliminarmente alla predisposizione di misure di prevenzione per l’ingresso e di procedure operative e di soccorso da rispettare.

 

LA VALUTAZIONE DEI RISCHI IN AMBIENTI CONFINATI

 

L’analisi e la valutazione dei rischi hanno come obiettivo primario la predisposizione di tutte quelle misure di prevenzione e protezione che devono essere messe in atto per evitare eventi incidentali, mortali o l’insorgere di malattie professionali nei confronti dei lavoratori, ma anche nei confronti degli addetti al soccorso e al salvataggio.

 

L’accesso agli ambienti confinati è permesso solo nei casi in cui, a seguito della valutazione dei rischi, l’attività lavorativa necessaria non può essere svolta dall’esterno.

 

Per poter effettuare una valutazione dei rischi completa risulta necessario reperire ogni tipologia di informazioni disponibili sull’ambiente confinato in esame. I fattori da analizzare saranno in linea generale i seguenti:

  • Le dimensioni, la tipologia, la conformazione strutturale e le dimensioni e tipologie di vie di ingresso nell’ambiente confinato: devono essere valutati tutti gli aspetti collegati alla struttura dell’ambiente di lavoro in modo da poter predisporre le adeguate misure;
  • Le attività eseguite all’interno dello spazio confinato e le sostanze contenute in precedenza: è una fase molto importante in quanto lo spazio confinato viene analizzato tenendo conto dei rischi che possono derivare dalle attività precedenti, le quali possono essere fonte di rischi interferenti con le attività da porre in essere dagli operatori.

Sarà importante venire a conoscenza quali siano le sostanze effettivamente contenute o che erano contenute nello spazio confinato e se tali sostanze siano ancora presenti e in quali concentrazioni (polveri/gas/vapori infiammabili o asfissianti con possibili alte concentrazioni, miscele acide o alcaline polveri ammassate, materiale fluidificato o solidi instabili).

  • La necessità e la frequenza di monitoraggi ambientali all’interno dell’ambiente confinato per la misurazione della presenza di atmosfere pericolose determinate dalla presenza sostanze chimiche o per la misurazione del livello di ossigeno presente.
  • Le attività lavorative che devono svolgersi all’interno dello spazio confinato, i rischi connessi a tali attività e la compatibilità di esse con l’atmosfera all’interno dello spazio confinato.
  • La presenza di possibili collegamenti dell’ambiente confinato con impianti e processi che possono comportare una contaminazione o la creazione di un’atmosfera pericolosa all’interno dell’ambiente confinato.
  • L’ambiente confinato dovrà essere adeguatamente isolato da tali fonti e si dovrà valutare in che modalità evitare l’accidentale apertura di tali collegamenti.
  • Le modalità di soccorso da prevedere in caso di emergenza e le modalità operative da seguire per le attività lavorative nello spazio confinato.
  • I dispositivi di protezione da prevedere in relazione alle risultanze dell’analisi dei rischi presenti nell’ambiente confinato.

 

La valutazione del rischio in ambienti confinati deve prendere in esame ogni singolo pericolo individuato e quantificarlo secondo il metodo di valutazione secondo il quale il rischio è pari al prodotto della probabilità dell’evento per il danno prevedibile.

 

 

Per ogni singolo pericolo individuato si dovrà assegnare un punteggio da 1 a 4 per la probabilità che l’evento possa avvenire e per l’entità del danno prevedibile, secondo il seguente schema, determinando così la matrice del rischio.

 

 

Il risultato ottenuto per ciascun rischio presente nell’ ambiente confinato dovrà essere utilizzato per disporre gli interventi necessari alla riduzione dei rischi: interventi di bonifica, di prevenzione, di messa in sicurezza del sito, ecc…

 

Dopo aver disposto tutte le misure preventive assolutamente necessarie e aver calcolato il rischio per ogni singolo pericolo presente nell’ambiente confinato, si dovrà operare una classificazione dell’ambiente stesso prendendo in considerazione il rischio residuo di maggiore rilevanza. Si avrà di conseguenza la seguente suddivisione:

 

 

 

- fine della prima parte -

 

 

La seconda parte del contributo si soffermerà sui rischi negli ambienti confinati.

 

 

Giuseppe Costa

Dirigente Vicario nel Comando dei Vigili del Fuoco di Venezia

 

 

 

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