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Infortuni domestici: i rischi legati all’uso di utensili e attrezzi

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio chimico

13/04/2011

Indicazioni generali per prevenire incidenti legati all’uso di utensili nel lavoro domestico, negli interventi di manutenzione e hobbistica. La sottostima del pericolo, la distrazione, le buone prassi, la valutazione del rischio e l’acquisto consapevole.

 
Trieste, 13 Apr - La pubblicazione " Ministero della salute, offre uno sguardo a 360° sui rischi degli infortuni domestici.
Non si sofferma solo sui rischi usuali, ad esempio quelli di caduta o quelli relativi all’ impianto elettrico, o solo sulle problematiche dei soggetti a maggior rischio ( bambini, anziani e disabili), ma affronta tutti i rischi legati all’utilizzo di utensili e attrezzi nell’ambito del lavoro domestico, degli interventi di manutenzione e dell’hobbistica. Un’analisi dettagliata che  passa in rassegna i pericoli e rischi di attrezzature molto varie, dal frullatore in cucina al decespugliatore in giardino.
 
Prima di affrontarli e indicare le più idonee misure di prevenzione, il documento  sottolinea come “le nostre case, nonostante diano un senso di sicurezza e di protezione, sono un ambiente insidioso all’interno del quale ogni anno circa tre milioni di persone subiscono incidenti di varia natura e gravità, con conseguente ricaduta a carico del servizio sanitario regionale in termini di costi”.
E questo comune senso di protezione, insieme alla “ripetitività di gesti e comportamenti compiuti da sempre, determina troppo spesso una sottostima del pericolo che porta le persone ad esporsi inconsapevolmente al rischio infortunio”.
In realtà i rischi relativi all’uso di attrezzature o dispositivi domestici spesso sono poco diversi dagli analoghi rischi nel mondo lavorativo, solo che per questi ultimi  esiste un ampio retroterra legislativo italiano e comunitario che prevede, misure strutturali, tecnologiche ed organizzative di protezione e prevenzione.
Insomma le fonti di pericolo nelle abitazioni devono essere trattate con lo stesso rigore ad esse riservato negli ambienti lavorativi.
Sono necessari per le abitazioni “chiari criteri di buona prassi domestica, finalizzati allo sviluppo di una cultura della prevenzione, all’adozione sistematica di precise norme comportamentali, alla riduzione dei rischi e quindi dell’incidenza degli infortuni”.
Tre regole basilari per garantire la sicurezza alla propria famiglia ed acquisire la percezione del rischio:
- “porre attenzione ai propri comportamenti e soprattutto alle consuetudini;
-  effettuare delle scelte oculate prima dell’acquisto;
-  osservare quanto riportato sulle etichette e sulle schede di sicurezza dei prodotti, delle attrezzature e delle apparecchiature (le prime cose cestinate insieme a packaging e imballi)”.
 

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Nel capitolo dedicato ai rischi nell’uso di attrezzi e utensili si analizzano anche le motivazioni che spesso sono dietro alle “ distrazioni” che sono alla base di molti incidenti in ambito domestico. E la condizione di “distrazione” è spesso  “conseguente alla automatizzazione del gesto o all’eccessiva confidenza con una determinata gestualità”.
Se, ad esempio, nel guidare un’automobile la nostra attenzione sarà all’inizio ben vigile per poter interpretare ogni informazione utile, “man mano che passa il tempo, però, la guida diventa un’azione ripetitiva e la nostra mente è come se si convincesse che le azioni necessarie si possono svolgere in automatico. Di conseguenza, il nostro stato di attenzione si abbassa”.
E la stessa cosa può succedere in casa, ad esempio nel cambiare una lampadina, nel riparare una presa, nell’utilizzare un elettrodomestico o un’attrezzatura hobbistica, con conseguenze che possono essere gravi e mortali.
 
Vediamo dunque quali possono essere alcune precauzioni aspecifiche da prendere prima di affrontare qualsiasi attività domestica di routine o di bricolage/ fai da te:
- “acquistare sempre attrezzi e/o utensili certificati e conformi alle vigenti normative di sicurezza;
- acquistare ed utilizzare, come avviene in ambito lavorativo, appropriati Dispositivi di Protezione Individuali, sostituendoli con le cadenze stabilite dal costruttore o al primo segno di malfunzionamento o deterioramento;
- utilizzare attrezzi, macchinari ed utensili mantenendoli integri ed in perfetta efficienza, compresi tutti i dispositivi di protezione e/o schermatura forniti a corredo dal costruttore;
- prestare molta attenzione alle cose che facciamo, evitando distrazioni o l’effettuazione di lavorazioni in condizioni di stanchezza ed affaticamento psico-fisico;
- documentarsi, attraverso gli appositi manuali di uso e manutenzione, sulle modalità di utilizzo e funzionamento di attrezzi e utensili, seguendo le indicazioni operative fornite dal costruttore;
- individuare con anticipo tutte le situazioni pericolose, elaborando preventivamente semplici misure cautelative e/o di emergenza, che possono ridurre il rischio infortunio facilitando anche l’arrivo di soccorsi, ove necessario”.
E l’individuazione delle situazioni pericolose “equivale ad eseguire quella che, in ambito lavorativo, corrisponde all’effettuazione della valutazione del rischio da parte del datore di lavoro e rappresenta uno dei principi cardine della prevenzione del rischio infortunio”.
Certo negli ambienti domestici non è un obbligo come nel mondo lavorativo, ma rappresenta un “auspicabile schema mentale, un approccio, una filosofia, orientati alla minimizzazione del rischio per se stessi e per tutti i componenti della famiglia”.
 
Infine alcune indicazioni per riconoscere utensili ed attrezzature sicure ed a norma.
Le attrezzature casalinghe e gli utensili da hobbistica  vengono venduti nei punti vendita più disparati e spesso siamo attratti “da oggetti solo all’apparenza ben costruiti e performanti, provenienti da canali commerciali poco chiari e/o non riconosciuti e che, per il loro costo davvero molto conveniente, si presentano quasi come affari irrinunciabili”.
In realtà un elettrodomestico o un’attrezzatura da bricolage che soddisfa tutti i requisiti ergonomici e di sicurezza ad essa applicabili avrà la cosiddetta marcatura «CE», cioè quell’atto formale con il quale il “fabbricante attesta di avere eseguito tutti gli adempimenti necessari richiesti dalla direttiva macchine e dalle altre direttive applicabili alla macchina”. Un marchio che “non è mai posto sull’attrezzatura come un qualcosa di posticcio facilmente asportabile o cancellabile ma piuttosto stampigliato direttamente sulla struttura portante dell’oggetto o apposto su di essa  attraverso un’etichetta rigida fissata solidamente”.
Inoltre questa marcatura è spesso “riportata su apposita certificazione cartacea a corredo dell’apparecchiatura acquistata”.
 
Negli elettrodomestici o nelle attrezzature alimentate a corrente elettrica il marchio « CE» può accompagnarsi con altri due simboli:
- il marchio «IMQ», che “viene rilasciato, su richiesta del costruttore, dall’Istituto Italiano del Marchio di Qualità per indicare la conformità del prodotto alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano);
- un “doppio quadrato” che indica il cosiddetto doppio isolamento, “ovvero l’appartenenza alla classe II che, per le particolari modalità costruttive volte ad una maggiore tutela dell’utilizzatore, non richiedono neanche la connessione di messa a terra”.
Ad esempio in ambito domestico, esempi di apparecchiature o dispositivi in classe II sono il televisore, la radio, il videoregistratore, il DVD, le lampade da tavolo, il phon, il caricabatteria del cellulare, il trapano, il saldatore a stagno, l’applicatore di colla a caldo,…  
 
Nei prossimi articoli PuntoSicuro entrerà nel dettaglio delle misure di prevenzione specifiche di alcune attrezzature in uso nelle abitazioni.
 
 
 
Infortuni nelle abitazioni. Manuale tecnico per gli operatori della prevenzione”, a cura del Gruppo Sicurezza Abitazioni – Piano nazionale della prevenzione - coordinatore del gruppo di lavoro: Valentino Patussi, con riferimento al capitolo “Rischi legati all’utilizzo di utensili-attrezzi nell’ambito del lavoro domestico, degli interventi di manutenzione e dell’hobbistica” scritto da Fabio Schiavitti  (formato PDF, 8.51 MB).
 


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