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Inail: le cadute dall’alto nell’attività di lavoro marittimo
Roma, 5 Mar – L’Inail ha pubblicato un volume dal titolo “Le cadute dall’alto per l’attività di lavoro marittimo: studio della casistica nosologica ed ipotesi di interventi preventivi” che propone un approccio multidisciplinare volto a una migliore valutazione delle cause e conseguenze delle cadute, e in particolare delle cadute dall’alto, di cui spesso sono vittima i lavoratori del settore marittimo. Ne riportiamo un breve estratto con riferimento allavalutazione del rischio e alla disciplina delle cadute dall’alto.
2.3 La Valutazione del Rischio e la disciplina delle cadute dall’alto
[…]
1) Sez. 1.2.2 “valutare i rischi che riguardano la nave, il personale, l’ambiente e stabilire idonee contromisure”.
a) La valutazione dei rischi, richiesta dalla norma, potrà essere sviluppata per tipologia di nave integrando, ove necessario, l’attività di valutazione per impianti e/o operazioni specifiche di singole unità. La valutazione, effettuata con attività esperita anche “on site” e con il contributo di personale esperto nel settore marittimo specifico, dovrebbe portare, di fatto, all’individuazione, almeno, di quanto già in uso nelle “procedure ed istruzioni” dei manuali esistenti (generalmente riportati nel Cap. 12).
b) Si ritiene opportuno, altresì, che sia sviluppata una “procedura standard” di valutazione rischi, da inserire nel manuale, che possa essere applicata nel caso in cui si rendesse necessario eseguire a bordo un’operazione/attività non ancora valutata. La verifica dei rischi, in tale circostanza, dovrà essere sviluppata dalla Company, attraverso i dati forniti dal comando nave ed in applicazione della “procedura standard” sopra richiamata. Resta inteso che tale attività di “risk assessment” deve essere opportunamente documentata e tali documenti devono essere resi disponibili agli auditor, su richiesta, in sede di audit in compagnia.
c) Per quanto attiene, invece, la parte relativa al personale, si ritiene necessario procedere ad una rivisitazione della valutazione dei rischi, finalizzata alla nuova normativa, ritenendo comunque esaustivo quanto già prodotto attraverso l’applicazione dei principi contenuti nella Circolare 09/SM in data 28.11.2006, dell’allora Ministero dei Trasporti, in attuazione dei principi del D.lgs. n. 271/1999. Quanto sopra, fermo restando che la citata valutazione dei rischi sia stata trasmessa per l’approvazione secondo le procedure contenute nel vigente D.lgs. n. 271/1999 e nella Circolare 09/SM sopra richiamata.
d) L’acquisizione di nuova conformità del manuale, inoltre, sarà indispensabile esclusivamente qualora, dalla verifica dei rischi eseguita, si rendesse necessario apportare modifiche sostanziali al capitolo corrispondente ed alle discendenti procedure. Quanto detto, fermo restando un doveroso richiamo alla valutazione eseguita che dovrà, comunque, essere riportata sia nel manuale che nelle procedure aggiornate.
e). Si intende precisare che, ad oggi, l’IMO non ha indicato alcuna metodologia da seguire nel processo di “risk assessment”, lasciando, quindi, la scelta alle singole compagnie che potranno optare, a loro discrezione, per le tecniche più adatte alle diverse situazioni da esaminare. Per quanto attiene la valutazione, completa ed aggiornata, dei rischi per il personale, la stessa potrebbe essere, già, reperita all’interno della documentazione richiesta ai sensi del D.lgs. n. 271/1999 e successive integrazioni. Allo stesso modo, se la compagnia è in possesso di una certificazione ISO14001, per gli aspetti relativi alla protezione ambientale, il Manuale SMS potrebbe rimandare ai documenti del sistema di gestione ambientale ovvero alle valutazioni dei rischi effettuati dalle Società, che gestiscono navi petroliere, per rispondere ai requisiti del TMSA (Tanker Management and Self Assessment).
Inail, “ Le cadute dall’alto per l’attività di lavoro marittimo: studio della casistica nosologica ed ipotesi di interventi preventivi”, edizione dicembre 2013, (formato PDF, 2.3 MB).
Fonte: Inail
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