Inail: il piano triennale di prevenzione e il parere del CIV
Roma, 15 Feb – “Formulare politiche di prevenzione in un mondo caratterizzato da rischi emergenti e nuovi, non ancora pienamente conosciuti e quantificabili. E allo stesso tempo intervenire efficacemente per ridurre quelli tradizionalmente noti”.
Questo è il duplice risultato “che il piano triennale per la prevenzione dell’Inail intende perseguire, per declinare la propria missione istituzionale coerentemente con la Strategia europea per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027, nonché con l’Agenda ONU 2030. Documenti strategici che invitano ogni livello istituzionale ad anticipare i cambiamenti determinati dalle transizioni verde, digitale e demografica per migliorare la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali”.
Questo è l’incipit del “Piano triennale della prevenzione 2022-2024” deliberato dal Consiglio di amministrazione Inail con deliberazione 25 ottobre 2022, n. 252.
Piano triennale di prevenzione che è stato successivamente approvato con Delibera del 28 dicembre 2022 n. 15 da parte del Consiglio di indirizzo e vigilanza (CIV) dell’Inail anche con riferimento ad alcune osservazioni contenute in un parere allegato alla delibera.
Ricordiamo che il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail, come indicato sul sito dell’Istituto, “definisce i programmi e individua le linee di indirizzo dell'Istituto, determina gli obiettivi strategici pluriennali, esercita le funzioni di vigilanza ai fini della realizzazione degli obiettivi e della corretta ed economica gestione delle risorse”.
Per presentare brevemente il piano dell’Inail e le osservazioni del CIV, l’articolo affronta i seguenti argomenti:
- Le indicazioni del piano triennale della prevenzione 2022-2024
- Il consiglio di indirizzo e vigilanza: la delibera e il parere sul piano triennale
- Il piano triennale della prevenzione 2022-2024 e le osservazioni del CIV
Le indicazioni del piano triennale della prevenzione 2022-2024
Nell’introduzione del Piano triennale della prevenzione 2022-2024 si indica che “comprendere e anticipare i cambiamenti che espongono il lavoro a nuovi rischi è la funzione che Inail deve interpretare, anche arricchendo i contenuti dei propri strumenti operativi - come questo Piano triennale — per traguardarli oltre il loro breve orizzonte temporale, e ancorarli a previsioni di sviluppo di medio lungo periodo”. E “in tale prospettiva temporale estesa — l’Italia del 2030 – è necessario considerare l’impatto sul mondo del lavoro di fenomeni come le pandemie, l’impatto del climate change, la digitalizzazione dei luoghi di lavoro nei servizi, l’impatto della robotizzazione in ampi settori della manifattura e della logistica ecc. Fattori che descrivono un panorama composto di nuovi rischi e incertezze, a causa di trasformazioni che spiazzano le nostre conoscenze e molte delle forme di precauzione conosciute in precedenza”.
Per affrontare uno scenario di tale complessità – continua l’introduzione del Piano triennale - le politiche della prevenzione “devono fondarsi su studi e ricerca dei fenomeni emergenti, su innovazione delle soluzioni di protezione, sul trasferimento tecnologico al sistema delle imprese”. E per affrontare una sfida di tale portata, Inail “agisce come nodo istituzionale primario della rete nazionale per sicurezza del lavoro, assieme con gli altri player istituzionali, promuovendo il dialogo sociale con le rappresentanze del lavoro e delle imprese, con l’associazionismo per la tutela dei diritti della persona, in continua relazione con la rete nazionale e internazionale della ricerca scientifica, con il sistema educativo e della formazione, infine con gli enti del territorio che ben conoscono le condizioni dei propri sistemi economici locali”.
Si indica poi che una seconda componente del Piano “è quella che porta la vista su un orizzonte più lontano e traccia le linee di sviluppo delle politiche di Inail con riferimento alle grandi trasformazioni che il lavoro sta conoscendo in Italia: l’evoluzione demografica e l’ invecchiamento, la transizione verde e digitale, la robotizzazione dell’industria e della logistica, il lavoro agile e in qualsiasi luogo, il cambiamento climatico”. Infatti queste transizioni “mettono alla prova gli strumenti e le conoscenze acquisite, e rendono necessari aggiornamenti costanti delle ‘regole di sicurezza’, fino a spingere le politiche della prevenzione verso l’adozione di strumenti finora impiegati per tutt'altre finalità: basti pensare, per fare un unico ma emblematico esempio delle trasformazioni in atto, alla necessità di adottare sempre più diffusamente strumenti di previsione metereologica mirati per proteggere i lavoratori esposti ai fenomeni climatici estremi”.
Infine, il terzo e ultimo tassello concettuale del Piano è relativo all’esigenza di “preparare le future coorti di lavoratori a reagire (interpretare, riconoscere, anticipare) a circostanze impreviste che pure interverranno sul loro cammino professionale. Si tratta in questo caso di interventi che partono di necessità dalla scuola e dai cicli educativi primari, perché teorizzano una funzione di sicurezza attiva della persona - del lavoratore - prima ancora che del luogo in cui si lavora”.
Il consiglio di indirizzo e vigilanza: la delibera e il parere sul piano triennale
Dopo aver brevemente presentato il Piano veniamo alla Delibera del 28 dicembre 2022 n. 15 del Consiglio di indirizzo e vigilanza (CIV) dell’Inail che ricorda come il Decreto Legislativo 81/2008 attribuisce all’INAIL “compiti di informazione, formazione, assistenza, consulenza e promozione della cultura della prevenzione e il compito di svolgere e promuovere programmi di studio e ricerca scientifica e programmi di interesse nazionale nel campo della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, della sicurezza sul lavoro e della promozione e tutela della salute negli ambienti di vita e di lavoro”.
La delibera, come detto in apertura, approva il “Piano triennale per la prevenzione 2022-2024”, di cui alla deliberazione del Consiglio di amministrazione del 25 ottobre 2022, n. 252, e chiede di considerare il parere della Commissione Politiche per la Prevenzione e la Ricerca del 14 dicembre 2022, parte integrante della delibera.
Segnaliamo che nel citato “parere” si indica che la rafforzata sinergia tra le attività di ricerca e quelle prevenzionali “risulta un elemento determinante per la costruzione dl strumenti prevenzionali e per la diffusione della cultura della salute e sicurezza sul lavoro”. E che un punto focale del Piano è rappresentato dalla necessità di investire in “attività curriculari che possano formare le future generazioni di lavoratori con interventi a partire dalla scuola e dai cicli educativi primari attraverso azioni sinergiche di collaborazione tra tutti i soggetti istituzionali, Ministero dell‘Istruzione, Regioni, Uffici scolastici regionali e Istituti scolastici”.
Il piano triennale della prevenzione 2022-2024 e le osservazioni del CIV
In conclusione, riprendiamo dal parere della Commissione Politiche per la Prevenzione e la Ricerca e della delibera 15/2022 alcune delle conclusioni/richieste contenute.
In particolare si chiede agli Organi di gestione di:
- “anticipare le trasformazioni del processo produttivo attraverso azioni utili a prevenire rischi derivanti dall’ innovazione tecnologica e da nuove forme di organizzazione del lavoro a tutela delle persone che lavorano, anche in ottica di reinserimento lavorativo, per garantire condizioni di benessere;
- attivare, nell’ottica della continuità delle scelte operate dalla Direzione Centrale Prevenzione, la collaborazione con i Dipartimenti della Ricerca e le Consulenze dell’Istituto considerate le profonde trasformazioni del mondo del lavoro determinate dalle innovazioni tecnologiche che rimandano ad analisi complesse basate sempre più su differenti saperi;
- proseguire ad ampliare la rete di collaborazione con enti e amministrazioni, ordini professionali, enti e organismi bilaterali, con i diversi soggetti del sistema prevenzionale nazionale individuati all’art. 10 del d.lgs. n.81/2008, Parti sociali e Organismi paritetici (ex art.51 del d.lgs 81/2008 e s.m.) e, attraverso accordi, con i grandi gruppi industriali pubblici e privati nell’ambito della programmazione del PNRR finalizzata al trasferimento delle conoscenze ed implementando l’azione di assistenza ed il supporto alle imprese (artt. 9 e 10 del d.lgs n. 81/2008 e s.m.);
- prevedere maggiori interventi mirati relativi a tematiche su Amianto, cadute dall’alto e sui nuovi rischi in quanto sono già in atto lavori di normazione che possono rappresentare la base per ulteriori progetti, per regolamentarle dove le disposizioni legislative hanno lasciato incognite sulle quali la normazione può offrire maggiori opportunità di soluzione anche attraverso il finanziamento della diffusione delle norme tecniche, anche di natura volontaria;
- velocizzare il processo già in corso del Bando ISI sul piano procedurale individuando altre modalità di finanziamento/sovvenzioni per ridurre i tempi di concessione, incrementando costantemente la quantità di risorse impegnate ed effettivamente spese per la prevenzione e migliorare il rapporto e la comunicazione con gli utenti attraverso la semplificazione degli adempimenti;
- realizzare iniziative formative relative a rischi emergenti e ad attività ad alto rischio con i fondi stanziati in Relazione programmatica nel 2022;
- realizzare nel triennio un ambiente di consultazione interattivo sul portale istituzionale (Repository) che organizza tutto il patrimonio informativo dell’Istituto dedicato in particolar modo a micro, piccole e medie imprese, e del SINP (Sistema informativo nazionale per la prevenzione), inteso come condivisione di informazioni che risultano indispensabili per definire le future politiche di intervento e le azioni da mettere in atto;
- incrementare la capacità di utilizzo delle risorse finanziarie finalizzate in particolare all’organizzazione e all’erogazione di corsi di formazione nonché alla realizzazione di iniziative rivolte a promuovere la cultura della salute e sicurezza anche in riferimento alla prevenzione delle molestie e violenze nel mondo del lavoro, come previsto dalla legge n. 4/2021, prevedendo il pieno impegno delle risorse stanziate annualmente;
- trasmettere semestralmente al CIV un monitoraggio sull’utilizzo dei fondi effettivamente impiegati nelle diverse tipologie di bandi (ISI, Formazione e Informazione) utili ad una visione di insieme per la valutazione dei processi e dei risultati”
Rimandiamo alla lettura integrale sia del Piano triennale della prevenzione 2022-2024, articolato in tre parti (quadro di riferimento normativo, rischi e strumenti), sia del Parere della Commissione del CIV sul piano triennale stesso che riporta specifiche indicazioni per ogni parte del Piano.
Tiziano Menduto
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