Il futuro della sicurezza: digitalizzazione e rischi psicosociali
Bruxelles, 10 Feb – Nei mesi scorsi il nostro giornale si è più volte soffermato sul “ Quadro strategico in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027”, un quadro strategico europeo molto importante perché questo documento, che si configura come una Comunicazione della Commissione Europea, individua le sfide e le azioni necessarie per proteggere i quasi 170 milioni di lavoratori presenti nell’Unione Europea da infortuni e malattie professionali.
Un quadro strategico che ha la funzione di mobilitare non solo le istituzioni dell'UE, ma anche gli Stati membri, le parti sociali e tutte le parti interessate al tema della SSL, intorno a specifiche priorità per la tutela di lavoratori e lavoratrici. Priorità che fanno riferimento alla transizione verde e digitale, alle sfide economiche e demografiche e all'evoluzione del concetto di ambiente di lavoro tradizionale, anche con riferimento alle sfide e agli insegnamenti della pandemia da COVID-19.
Proprio in relazione all’importanza del quadro strategico, che avrà un impatto sempre maggiore in relazione all’evoluzione della transizione verde e digitale, torniamo a parlare di questo documento della Commissione europea soffermandoci, in particolare, su alcuni temi:
- Come cambia il mondo del lavoro: digitalizzazione e clima
- Come cambia il mondo del lavoro: la gestione dei rischi psicosociali
- Cosa intende fare la Commissione europea?
Come cambia il mondo del lavoro: digitalizzazione e clima
Prima di affrontare alcuni temi connessi alle indicazioni della Commissione europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro è bene ribadire i tre obiettivi su cui si concentra il quadro strategico 2021-2027:
- Anticipare e gestire il cambiamento nel nuovo mondo del lavoro e dunque migliorare la sicurezza e la salute dei lavoratori in tempi di transizione digitale, verde e demografica;
- Migliorare la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali;
- Aumentare la preparazione per eventuali future crisi sanitarie.
Riguardo al primo obiettivo (anticipazione e gestione dei cambiamenti) la Commissione indica che la “natura di molte mansioni, dei ritmi di lavoro e dei luoghi sta cambiando. Sulla spinta delle transizioni verde e digitale, sono nati lavori che non esistevano dieci anni fa”. Se il Green Deal europeo e le nuove strategie digitali e industriali contribuiranno alla crescita, all'innovazione e alla creazione di posti di lavoro, bisogna tener conto dei cambiamenti demografici quali l'invecchiamento della forza lavoro in Europa che “richiedono una riflessione e una risposta continue. In tale contesto la salute e la sicurezza sul lavoro svolgono un ruolo essenziale poiché, con l'avanzare dell'età dei lavoratori, è necessario adattare l'ambiente di lavoro e le mansioni alle loro esigenze specifiche riducendo al minimo i rischi”.
Si indica poi che i progressi tecnologici offrono e offriranno ai lavoratori “nuove opportunità in tutte le fasi della loro vita e carriera. Le tecnologie digitali possono mettere a disposizione di questi ultimi, compresi i lavoratori con disabilità o anziani, e ai loro datori di lavoro soluzioni digitalizzate per sostenere la salute e il benessere”.
Inoltre questi progressi tecnologici “possono offrire maggiori opportunità di migliorare l'equilibrio tra vita professionale e vita privata sia per le donne che per gli uomini e sostenere l'attuazione della SSL attraverso strumenti accessibili, campagne di sensibilizzazione e ispezioni più efficienti”. Senza dimenticare che “la robotizzazione, l'uso dell' intelligenza artificiale e la maggiore diffusione del lavoro a distanza riducono i rischi associati alle mansioni pericolose”.
Tuttavia le nuove tecnologie pongono anche una serie di sfide dovute a:
- la crescente irregolarità rispetto al momento e al luogo in cui viene svolto il lavoro;
- i rischi connessi ai nuovi strumenti e macchinari.
Si accenna poi ai cambiamenti climatici che “possono inoltre incidere sulla sicurezza e la salute dei lavoratori, ad esempio con l'aumento della temperatura ambiente, l'inquinamento atmosferico e condizioni meteorologiche estreme”.
Riguardo alla modernizzazione e semplificazione delle norme dell'UE in materia di SSL si segnala che negli ultimi anni sono state già aggiornate quattro direttive in materia di SSL (dispositivi di protezione individuale, assistenza medica a bordo delle navi, agenti biologici ed esposizione ad agenti chimici). Inoltre la Commissione ha proposto di “rivedere la direttiva macchine, che affronta i rischi derivanti dalla digitalizzazione e dall'uso di macchine che sono rilevanti anche per la salute e la sicurezza dei lavoratori”.
Inoltre si dovranno rivedere “gli attuali valori limite di talune sostanze pericolose utilizzate nei settori esistenti ed emergenti. Ciò è importante sia per la questione della transizione verde che per la prevenzione delle malattie professionali, in particolare il cancro”. E per quanto riguarda il piombo e il cobalto, “nuovi dati scientifici indicano che i valori limite dovrebbero essere rivisti o, nel caso del cobalto, istituiti. Un'altra sostanza di questo tipo è l'amianto. L'esposizione all'amianto sarà un fattore di rischio per la salute durante l'ondata di ristrutturazioni che mira ad adeguare gli edifici a un futuro a impatto climatico zero nel contesto del Green Deal europeo”.
Come cambia il mondo del lavoro: la gestione dei rischi psicosociali
Sempre riguardo al primo obiettivo la Commissione si sofferma in particolare sul tema dei rischi psicosociali.
Nella comunicazione della Commissione si indica che già prima della pandemia, “circa 84 milioni di persone nell'UE erano affette da problemi di salute mentale”.
Inoltre:
- “la metà dei lavoratori dell'UE considera che lo stress sia comune sul luogo di lavoro”;
- “lo stress contribuisce a circa la metà di tutti i giorni di lavoro persi”;
- “lo stress da lavoro interessa quasi l'80 % dei dirigenti”.
Inoltre si ricorda che a seguito dell’emergenza COVID-19 “quasi il 40% dei lavoratori ha iniziato a lavorare a distanza a tempo pieno” e questo cambiamento ha reso meno netti i “tradizionali confini tra lavoro e vita privata e, insieme ad altre tendenze associate al lavoro a distanza, come la connettività permanente, la mancanza di interazione sociale” e un maggiore utilizzo delle TIC ( Tecnologie dell'informazione e della comunicazione), ha “determinato un ulteriore aumento dei rischi psicosociali ed ergonomici”.
Inoltre la comunicazione segnala che i dati disponibili indicano che “per affrontare i rischi per il benessere psicosociale è necessario un processo articolato in diverse fasi che implichi cambiamenti nell'ambiente di lavoro”. E la Commissione europea “finanzia progetti che affrontano tali sfide”. Tali progetti “mirano a sviluppare e attuare interventi volti a promuovere una buona salute mentale e a prevenire le malattie mentali sul lavoro”.
A questo proposito si ricordano:
- i progetti Horizon 2020 " Magnet4Europe" e " EMPOWER" che “dovrebbero produrre risultati innovativi”;
- il progetto " RESPOND" per i lavoratori del settore sanitario o assistenziale che “mira ad affrontare gli effetti negativi sulla salute mentale dovuti alla pandemia di COVID-19”.
Cosa intende fare la Commissione europea?
In definitiva la Commissione europea intende:
- “aggiornare il quadro legislativo in materia di SSL relativo alla digitalizzazione, rivedendo entro il 2023 la direttiva sui luoghi di lavoro e la direttiva sulle attrezzature munite di videoterminali;
- proporre valori limite di protezione per:
- l'amianto nella direttiva sull' esposizione all’amianto durante il lavoro nel 2022;
- il piombo e i diisocianati nella direttiva sugli agenti chimici nel 2022;
- il cobalto nella direttiva sugli agenti cancerogeni e mutageni nel primo trimestre del 2024;
- avviare una campagna ‘Ambienti di lavoro sani e sicuri’ dell'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OHSA) nel periodo 2023-2025 che verta sulla creazione di un futuro digitale sicuro e sano, affrontando in particolare i rischi psicosociali ed ergonomici;
- in cooperazione con gli Stati membri e le parti sociali, preparare un'iniziativa non legislativa a livello dell'UE in materia di salute mentale sul luogo di lavoro che valuti le questioni emergenti relative alla salute mentale dei lavoratori e presenti orientamenti per l'azione entro la fine del 2022;
- sviluppare la base analitica, gli strumenti elettronici e gli orientamenti per la valutazione dei rischi connessi ai lavori e ai processi verdi e digitali, compresi in particolare i rischi psicosociali ed ergonomici;
- chiedere al gruppo di esperti su forme efficaci di investimento nella salute di formulare un parere sul sostegno alla salute mentale degli operatori sanitari e di altri lavoratori essenziali entro la fine del 2021; e
- garantire un seguito adeguato alla risoluzione del Parlamento europeo sul diritto alla disconnessione”.
Inoltre la Commissione “esorta gli Stati membri a:
- aggiornare i rispettivi quadri giuridici nazionali, in consultazione con le parti sociali, per affrontare i rischi e le opportunità in materia di SSL connessi alle transizioni verde e digitale. Gli Stati membri dovrebbero concentrarsi sull'uso di strumenti digitali per rendere più efficienti le ispezioni del lavoro prevenendo e individuando le violazioni della legislazione;
- ospitare "valutazioni inter pares" che affrontano questioni psicosociali ed ergonomiche sul lavoro; e
- rafforzare il monitoraggio e la raccolta di dati sulla situazione dei rischi mentali e psicosociali in tutti i settori”.
Rimandiamo, in conclusione, ad una lettura integrale del quadro strategico 2021-2027 che riporta ulteriori dettagli sulla “visione” in materia di salute e sicurezza e sulle indicazioni della Commissione europea.
Tiziano Menduto
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