Disabilita' e mobbing
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I lavoratori portatori di disabilità psichica sono particolarmente esposti alla violenza morale sui luoghi di lavoro.
Un esempio delle difficoltà gestionali del medico competente di un caso di mobbing relativo ad un lavoratore con gravi problemi psichiatrici è stato illustrato nel Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia, al fine di stimolare la riflessione degli operatori sulle modalità di intervento.
“Occorre scongiurare il pericolo che il Medico Competente, tralasciando di valutare la nocività dell’ambiente di lavoro e la presenza di rischi per la salute del lavoratore (che è appunto il suo specifico compito professionale), finisca per considerare esclusivamente la capacità del soggetto di inserirsi in un ambiente lavorativo ostile e assunto come immodificabile. Viceversa, il compito di modificare l’ambiente e le condizioni di lavoro, controllandone e riducendone il rischio, deriva da un insieme armonico e continuo di operazioni di valutazione del rischio, sorveglianza sanitaria, informazione e formazione dei lavoratori, audit (metodo A.S.I.A.), nel quale il medico competente deve svolgere un ruolo critico di consulenza imparziale.”
“Il medico competente può divenire parte attiva nell’azione di mobbing - precisano gli autori dell’articolo - qualora non si mantenga strettamente aderente al disposto di legge, che impone il giudizio di idoneità solo in riferimento ai rischi professionali valutati, e non l’analisi del disturbo mentale nella sua evoluzione temporale, per chiarire se esso sia correlato con la situazione lavorativa. Un caso di mobbing su un portatore di disabilità psichica, recentemente pubblicato, viene reinterpretato alla luce di queste considerazioni.”
L’articolo è consultabile qui.
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