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Zoonosi nell’industria del cavallo: punture di zecche, zanzare e imenotteri

Zoonosi nell’industria del cavallo: punture di zecche, zanzare e imenotteri

Una guida sulla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori nell’industria del cavallo si sofferma anche sui rischi biologici e sulle zoonosi. Focus sulle zecche, sul virus West Nile e sugli imenotteri.

"La frammentazione delle aziende in piccole realtà, la persistenza di tradizioni nello svolgimento di certe operazioni con il cavallo e nell’uso delle attrezzature, le eccessive complessità procedurali, non hanno facilitato una adozione consapevole e professionale delle misure di sicurezza nell’ industria del cavallo”. E se in questi anni molto si è fatto, “ancora molto resta da fare nella prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali in tale settore”.

 

A ricordarlo, parlando dell’“industria del cavallo” (allevamenti, operatori ippici ed equestri, ippodromi, maneggi e scuderie, veterinari, maniscalchi, sport equestri, produttori di alimenti ed accessori, …)”, è la pubblicazione “ Guida non vincolante alle migliori prassi per l’applicazione delle norme in materia di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori nell’industria del cavallo”. Un documento curato da Luigi Aversa, specialista in Medicina del Lavoro.

 

Il documento si sofferma sia sulla sicurezza che sulla salute degli operatori e ricorda, ad esempio, che i principali rischi per la salute in questo settore sono:

  • rischio allergeni
  • rischio biologico/zoonosi
  • rischio movimentazione manuale carichi
  • rischio outdoor
  • lavoro isolato.

E, "a seconda delle strutture e in base alle macchine, attrezzature, ecc. presenti”, ci possono essere anche rischi chimici e rischi relativi a rumore, vibrazioni e videoterminali.

 

Se, a proposito di questi rischi, abbiamo già accennato, in un primo articolo di presentazione, al rischio allergie, ci soffermiamo oggi sui seguenti argomenti:


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Sicurezza Allevamento di cavalli ed altri equini - Categoria Istat: A - Agricoltura, silvicoltura e pesca

 

Industria del cavallo e rischi per la salute: punture delle zecche

Il documento indica che tra le infezioni occupazionali “le zoonosi vettore-trasmesse, in particolare quelle veicolate da zecche, rappresentano un rischio emergente tra i lavoratori”.

 

E se il rischio di essere punti da zecche può valere per tutta la popolazione, è evidente che “particolare attenzione va rivolta alle categorie professionali che svolgono le loro attività in ambienti outdoor, ad esempio, allevatori, veterinari, operatori addetti nell’ industria del cavallo, ecc”.

Si segnala poi che nei Paesi a clima temperato “l’attività delle zecche è massima nei periodi maggio-ottobre”. E le zecche “presentano una bassa specificità di specie per cui, in assenza dell’ospite preferito, possono attaccarsi al primo ospite utile di passaggio: occasionalmente, in questo senso, anche l’uomo può fungere da ospite in ciascuna fase di sviluppo”.

 

Si indica che gli agenti infettivi che possono essere trasmessi dalle zecche “sono numerosi e in parte correlati con le specie di zecche e con l’ambiente in cui queste vivono”. Ad esempio abbiamo:

  • zecche molli: “sono prive di scudo chitinoso dorsale: il rostro non è visibile dorsalmente negli stadi ninfali e adulti; le loro ghiandole salivari non producono una sostanza cementante e contengono sostanze anticoagulanti e citologiche, perché impiegano un tempo relativamente breve per nutrirsi; possono nutrirsi più di dieci volte, durante le quali si riempiono in poche ore”;
  • zecche dure: “sono caratterizzate dalla presenza di uno scudo dorsale chitinoso, mentre il resto del corpo è in grado di espandersi durante il nutrimento, e da un rostro (apparato buccale della zecca) sporgente e ben visibile dorsalmente. Lo scudo copre tutto il dorso nel maschio, mentre nella femmina è presente solo anteriormente. La parte posteriore del corpo della femmina è costituita da tessuto elastico che consente l’ingestione di grosse quantità di sangue”.

 

L’autore ricorda varie possibili tipologie di azione delle zecche (azione traumatica, azione allergizzante, azione neurotossica e azione vettoriale di malattie) e riprende un estratto dell’allegato XLVI (Elenco degli agenti biologici classificati) del D. Lgs. 81/2008 in relazione ad alcuni possibili agenti biologici connessi alle punture di zecca:

 

 

Si riportano poi altre informazioni e si rimanda anche ad un allegato specifico sul tema delle zecche.

 

Industria del cavallo e rischi per la salute: zanzare e virus West Nile

Il documento si sofferma poi sulle malattie trasmesse dalle zanzare con particolare riferimento al virus West Nile, “una malattia infettiva virale trasmessa attraverso la puntura di una zanzara, appartenente al genere Culex”.

 

La West Nile “è una zoonosi, in quanto è una malattia trasmissibile anche all’uomo” e il primo focolaio in Italia di West Nile Disease (WND) “risale all’estate del 1998, con il riscontro di alcuni casi clinicamente accertati nei cavalli stabulati nell’area circostante la zona di Padule di Fucecchio, in Toscana, poi scomparsa fino al 2008, quando è riemersa con numerosi casi in Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia e non ha più lasciato il nostro Paese”.

 

Si indica che nell’uomo “il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario”. Inoltre “la maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo” e fra i casi sintomatici, “circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei”.

 

Si segnala poi che i sintomi più gravi “si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma.  Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale”.

 

Industria del cavallo e rischi per la salute: imenotteri

Concludiamo riprendendo dal documento alcune indicazioni che fanno riferimento agli imenotteri.

 

Si ricorda che il veleno presente nel pungiglione degli imenotteri “contiene:

  • sostanze con attività tossica e irritante che provocano in tutti i soggetti una reazione locale nella sede di puntura con dolore, arrossamento, gonfiore. Reazioni generalizzate di tipo tossico si possono osservare in caso di punture multiple contemporanee ma solitamente compaiono più tardivamente e si sviluppano più lentamente rispetto alle reazioni allergiche;
  • sostanze allergizzanti capaci di sensibilizzare soggetti predisposti, che in seguito ad una successiva puntura possono presentare reazioni allergiche anche gravi ad insorgenza immediata (entro pochi minuti o comunque entro un’ora dalla puntura) con rapida progressione dell’intensità. La quantità di veleno contenuta nel sacco velenifero varia da specie a specie ed anche nell’ambito della stessa specie”.

E le reazioni allergiche “possono essere di varia gravità:

  • reazioni locali estese: edema (gonfiore) nella sede della puntura con diametro superiore a 10 centimetri di durata di almeno 24-48 ore;
  • reazioni generalizzate: “possono interessare vari organi ed apparati con quadri di diversa gravità. Le reazioni alle punture di Imenotteri possono essere molto gravi e, in alcuni casi, anche mortali se non viene effettuato un tempestivo intervento medico. È quindi indispensabile che la persona colpita si rivolga ad un centro specializzato per una corretta diagnosi e stabilire, in base alla gravità della reazione riportata ed al rischio di una successiva puntura, la strategia preventivo-terapeutica migliore”.

 

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento che si sofferma anche su altri agenti biologici/zoonosi, che riporta ulteriori informazioni sugli agenti trattati e presenta vari approfondimenti negli allegati.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Luigi Aversa, “Guida non vincolante alle migliori prassi per l’applicazione delle norme in materia di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori nell’industria del cavallo”, a cura di Luigi Aversa (Specialista in Medicina del Lavoro), edizione 2023.

 


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