Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Crea PDF

Ambienti confinati: sostanze pericolose e dispositivi di protezione

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Linee guida e buone prassi

02/07/2012

Informazioni e buone prassi per affrontare i rischi da sostanze pericolose o da carenza di ossigeno in ambienti sospetti di inquinamento o confinati. Rischi di asfissia e intossicazione, situazioni di rischio e dispositivi di protezione individuale.

 
Roma, 02 Lug – In relazione al pericolo per la sicurezza e salute dei lavoratori nelle attività in ambienti confinati e ai numerosi gravissimi incidenti avvenuti in questi anni, torniamo a parlare di fattori di rischio e di dispositivi di protezione idonei per ridurli.
E lo facciamo con riferimento a quanto contenuto nel “ Manuale illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi dell’art. 3 comma 3 del dpr 177/2011”, un manuale prodotto dalla Commissione consultiva permanente che raccoglie le buone prassi richiamate nell’articolo 3 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 177 del 14 settembre 2011 – recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati.
 
Nel documento le buone prassi sono presentate attraverso una storia illustrata e dopo aver presentato – seguendo la narrazione – adempimenti e prassi da mettere in atto prima di intervenire per la bonifica di una cisterna, nella storia è il momento di approfondire la conoscenza dei rischi, delle schede di sicurezza, dei DPI, di organizzare le procedure di lavoro e operare le misurazioni stabilite.
 
Riguardo al rischio da sostanze pericolose o da carenza di ossigeno, il manuale infatti sottolinea che  prima di eseguire i lavori e durante il loro svolgimento, “è necessario verificare che nella cisterna (o in altro ambiente confinato) ci sia una concentrazione di ossigeno adatta alla respirazione (21/%) e non vi siano concentrazioni pericolose di agenti chimici asfissianti, tossici o infiammabili. Il monitoraggio dell’aria deve essere effettuato a diversi livelli di altezza per tenere conto della differente stratificazione delle possibili sostanze pericolose. Laddove possa esservi dubbio sulla pericolosità dell’atmosfera vanno adottate specifiche cautele”.
 
Pubblicità
MegaItaliaMedia

Queste sono alcune condizioni di rischio che “possono esistere precedentemente all’inizio delle attività, altre possono sopraggiungere durante l’esecuzione di alcuni lavori”:
- “saldatura/taglio/brasatura;
- uso di particolari sostanze (colle, solventi, vernici, prodotti per la pulizia, ecc.);
- uso di attrezzature di lavoro (ad es. che producono inneschi);
- perdite da tubazioni presenti negli stessi ambienti o negli spazi limitrofi”.
 
Dopo essersi soffermato sul rischio di asfissia, sul rischio di mancanza di ossigeno (a causa di scarso ricambio di aria e o per inalazione/assorbimento di agenti chimici asfissianti tossici) e sugli effetti di una concentrazione di ossigeno nell’aria ambiente inferiore al 21%, il manuale riporta alcune situazioni di rischio associate a sostanze asfissianti:
- “non adeguata rimozione di azoto (N2) o di altro agente a seguito di attività di bonifica o inertizzazione;
- fermentazione e decomposizione di sostanze organiche con produzione di anidride carbonica (CO2), metano (CH4), idrogeno solforato (H2S) se presenti composti solforati;
- reazioni tra acqua del terreno, gesso e calcare, con produzione di anidride carbonica;
- processi di combustione;
- reazioni di ossidazione all’interno di serbatoi di acciaio e recipienti (formazione di ruggine);
- reazioni tra rifiuti e ossigeno atmosferico;
- reazioni di sostanze contenute all’interno di stive di navi, autobotti, cisterne, e simili, con l’ossigeno;
- dispersione di agenti estinguenti o refrigeranti come l’anidride carbonica, azoto o agenti alogenati (halon, freon, argon) in ambienti non aerati;
- ambienti o recipienti in aziende vitivinicole;
- reazioni di ossidazione da parte di alcuni tipi di materiali (residui, incrostazioni, rifiuti, terreni)”.
Il documento sottolinea che molti gas asfissianti “sono inodori, incolori e insapori, non sono rilevati dall’apparato sensoriale umano e causano la perdita di conoscenza senza segni premonitori, per cui l’uomo non riesce ad avvertire il pericolo in tempo”.
Questi sono i sintomi più facilmente distinguibili:
- “vertigini e progressiva perdita dell’equilibrio;
- sensazione di pesantezza nella parte frontale della testa;
- formicolio alla lingua ed alle estremità delle dita di mani e piedi;
- difficoltà di parola, fino all’impossibilità di emettere suoni;
- riduzione della capacita di effettuare sforzi fisici e di coordinare i movimenti;
- diminuzione della coscienza e di talune caratteristiche sensitive, particolarmente il tatto”.
 
Ad esempio il rischio di intossicazione si “può verificare in caso di:
- impropria bonifica di ambienti confinati con presenza di residui di materiali che possono emettere gas, fumi o vapori ( per esempio H2S);
- presenza di gas, fumi, vapori tossici che possono: invadere cisterne o serbatoi tramite le condotte di collegamento;  essere prodotti durante attività di manutenzione;
- presenza di sostanze liquide e solide che, in alcune condizioni, possano improvvisamente rilasciare nell’ambiente gas o vapori pericolosi;
- presenza di polveri;
- presenza di liquidi e solidi che emettono gas tossici in presenza di aria o vapori d’acqua (zolfo, fosfuri che emettono fosfina a contatto di acidi ed acqua o vapore, ecc.);
- reazioni chimiche di decomposizione o fermentazione;
- ambienti sospetti di inquinamento o confinati dove si effettuano processi di saldatura;
- lavorazioni con solventi organici tossici o vapori tossici;
- attività svolte nei pressi di fogne, bocche di accesso e pozzi di connessione alla rete;
- combustioni in difetto d’ossigeno;
- scavi e fossi contenenti terreno contaminato, come scarichi di rifiuti;
- reazioni tra sostanze incompatibili con accumulo di gas tossici (es. sostanze acide con ipocloriti, solfuri, cianuri, ecc.)”.
Il manuale ricorda che alcuni tipici esempi di sostanze tossiche sono: acido solfidrico (H2S), acido cianidrico (HCN), solventi ed altri. E sottolinea che nel caso dell’acido solfidrico o idrogeno solforato (H2S) il “caratteristico odore di uova marce” a “concentrazioni uguali o superiori a 100 ppm, non viene più percepito” (il nervo olfattorio si paralizza).
 
Dopo aver parlato della concentrazione dei contaminanti, il documento si sofferma sui dispositivi di protezione individuale e indica che il personale “deve disporre almeno del seguente equipaggiamento:
- maschere con filtro o respiratori isolanti;
- elmetto per la protezione della testa da caduta di materiale dall’alto o dall’urto con oggetti;
- imbragatura di sicurezza;
- protezione degli occhi se si è esposti a sostanze pericolose, proiezione di schegge, ecc.,
- indumenti di protezione”.
Secondo quanto evidenziato dall’analisi dei rischi potranno essere necessari ulteriori DPI, quali ad esempio i dispositivi per la protezione dalle cadute dall’alto (con riferimento a imbragature, dispositivi di discesa, dispositivi di ancoraggio, sistemi di arresto caduta, ...).
 
Per stabilire qual è il dispositivo più idoneo per la protezione delle vie respiratorie è necessario:
- “identificare gli agenti chimici contaminanti eventualmente presenti, il loro stato fisico (polveri, fibre, nebbie, fumi, vapori, gas) e la concentrazione;
- stabilire la concentrazione di ossigeno (O2).
Ciò è utile al fine di stabilire se utilizzare DPI respiratori dipendenti (a filtro) o indipendenti dall’atmosfera ambiente (isolanti):
-DPI a filtro, dipendenti dall'atmosfera ambiente, quando il tasso di O2 è superiore al 19,5% (facciali filtranti; semimaschere, maschere intere); possono essere usati al posto degli autorespiratori, solo quando, accertate la natura e la concentrazione dei gas o vapori nocivi o asfissianti, offrano garanzia di sicurezza e sia assicurata un’ efficace e continua aerazione;
-DPI isolanti (respiratori alimentati ad aria o autorespiratori), indipendenti dall'atmosfera ambiente, nel caso che il tasso di O2 risulti inferiore al 19,5%. Il principio di funzionamento si basa sulla fornitura di aria respirabile prelevata da “zone pulite” oppure da bombole o fonti esterne quali reti di aria compressa. Proteggono sia da carenza d’ossigeno che da elevate concentrazioni di contaminanti”.
 
Il manuale sottolinea che se l’ambiente è sospetto di inquinamento “è necessario un monitoraggio in continuo della qualità dell’aria”.
 
Per un uso corretto dei DPI riportiamo infine le seguenti indicazioni:
-durata dei filtri: “vanno utilizzati filtri di tipo e classi appropriati; poiché possono facilmente andare incontro a saturazione e non fornire più la giusta protezione, vanno regolarmente sostituiti per garantire le prestazioni di protezione, secondo le istruzioni del fabbricante”;
-addestramento: “i DPI delle vie aeree sono di categoria III, per cui i lavoratori devono essere addestrati all’uso corretto secondo le vigenti disposizioni in materia di salute e sicurezza”;
-pulizia e manutenzione: “ad eccezione di quelli monouso, la manutenzione dei dispositivi deve essere eseguita da persone competenti, secondo le istruzioni del fabbricante, e prevedere ispezioni per l'individuazione dei difetti, eventuale sostituzione e controllo delle prestazioni”.
 
 
 
Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, “ Manuale illustrato per lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati ai sensi dell’art. 3 comma 3 del dpr 177/2011”, documento approvato nella seduta del 18 aprile 2012 (formato PDF, 3.33 MB).
 
 
 
Tiziano Menduto


Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.

Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'

Pubblica un commento

Ad oggi, nessun commento è ancora stato inserito.

Pubblica un commento

Banca Dati di PuntoSicuro


Altri articoli sullo stesso argomento:


Forum di PuntoSicuro Entra

FORUM di PuntoSicuro

Quesiti o discussioni? Proponili nel FORUM!